IL BERRETTO A SONAGLI

 

Questa commedia derivata dalle novelle “La verita’” e “Certi obblighi”, fu rappresentata in lingua italiana per la prima volta a Roma nel 1923. La signora Beatrice Fiorica, gelosa e insoddisfatta, vuole denunciare al delegato Spano’, amico di famiglia, il tradimento del marito, cavalier Fiorica, con la giovane moglie del suo scrivano Ciampa, anziano e a conoscenza dei fatti, che tollera la situazione purche’ venga salvato il suo “pupo”, cioe’ la sua rispettabilita’ e la “faccia”. Inutilmente Ciampa cerca di evitare la denuncia tentando di persuadere la signora Beatrice a girare la corda “seria”  quella che fa ragionare ed evita i  disastri. Secondo Ciampa  portiamo tutti sulla fronte tre corde come d’orologio:”la seria, la civile,la pazza. Sopra tutto, dovendo vivere in societa’, ci serve la civile, per cui  sta qua in mezzo alla fronte...; su la tempia destra, c’e’ la corda seria, per parlare seriamente, a quattr’occhi; a sinistra la corda pazza...quella che fa perdere la vista degli occhi...  ed uno non sa piu’ quello che fa”. La signora Beatrice non ci vuol sentire da quell’orecchio e fa scoppiare lo scandalo, ma tutta la famiglia le va contro: la madre, il fratello, la serva e cosi’ alla fine il delegato cerca di  far apparire che non c’e’ stato alcun rapporto tra il cavaliere e la giovane Nina Ciampa; ma e’ proprio al Ciampa, al marito tradito, che la cosa ora non va piu’ bene,  egli  e’ offeso e ferito, tutti sanno ora, dopo tutto quel chiasso, che porta “il berretto a sonagli”, il cappello da buffone e da becco, e vuole la rivincita. Sara’ la signora Beatrice che si e’ tolta lo sfizio di far girare la corda “pazza” a subire le conseguenze dello scandalo e a salvare il buon nome del Ciampa. Come? Facendosi ricoverare per tre mesi in un manicomio... si e’ comportata da pazza, “...ha bollato con un marchio d’infamia tre persone: uno, d’adulterio; un’altra, di  sgualdrina e me (Ciampa), di becco..deve dimostrare di essere pazza-pazza davvero- da rinchiudere!... Bisogna chiuderla! Bisogna chiuderla!  ...E’ pazza! E’ pazza!” La commedia termina con una’orribile risata di Ciampa, risata di rabbia, di selvaggio piacere e di disperazione ad un tempo.

 

 

 

 

Il berretto a sonagli interpretazione di  Franca 

Ritroviamo qui l’amaro umorismo di Pirandello per cui l’unica persona che dice la verita’, la Signora Beatrice, quella onesta che vorrebbe giustizia e viene considerata “pazza”, alla fine deve farsi ricoverare in manicomio per evitare la tragedia. “Niente ci vuole a fare la pazza, creda a me! Glielo insegno io come si fa. Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verita’. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza”! Cosi’  infatti consiglia  e impone il sig. Ciampa alla signora per salvare il suo “pupo” messo alla corda... Come al solito Pirandello vuol dimostrarci che noi non siamo noi stessi ma i “pupi” che gli altri ci fanno comparire e che siamo obbligati a sostenere i “ruoli” assegnatici  dalla societa’ ( il marito adultero e la moglie  tradita, il becco e la sgualdrina, la madre di buona famiglia e il fratello bellimbusto, la serva fedele, la traffichina equivoca e il funzionario politico  ecc. ecc.). Ma quando tutti questi pupi diventano parte di noi perche’ li abbiamo interiorizzati, come giustifichiamo il loro comportamento? Come possiamo accettarli e perdonarli? Solo considerando  la commedia immaginata, il “sogno” di Pirandello, come un nostro sogno in cui noi stessi ci identifichiamo con l’autore e i suoi personaggi, prima costretti ad agire secondo il copione comune, poi decisi  a inventarci un finale diverso se non vogliamo subire il “manicomio”. Quando il marito tradisce la moglie e la moglie tradisce il marito e  i parenti  o gli amici vogliono aggiustare tutto senza cambiare nulla, si raggiunge la vera follia;  in apparenza sembra di aver risolto il problema, e infatti sarebbe comodo risolverlo cosi’, ma non si puo’. E’ questo il significato della risata finale di Ciampa.
Iniziamo col notare che il “padrone di casa” non c’e’ e non compare nella commedia, se ne parla e non certo a suo merito.  Il suo nome e’  cav. Fiorica (= casa dei fiori)  e invece di prendersi cura e far “fiorire” la sua donna  Beatrice (= che rende beato) la tradisce con Nina (da Annina, che da’ grazia,  ma piccola) Ciampa (da inciampare, che inciampa,  che barcolla). Il marito di questa  invece e’ detto solo Ciampa, cioe’ “intralcio”, proprio perche’ ha come moglie una donna giovane, bella e sgualdrina. Egli, dovendo dividere con un altro la sua donna, ha sviluppato la razionalita’ in modo quasi ossessivo, infatti questo significa “becco” o cornuto:  la mente in lui non ha sviluppato l’Unicorno, (Daath), ma una duplice potenza maschile, dovuta al fatto che la sua anima o Luna ha due Soli...di cui uno leggittimo, l’altro illeggittimo e falso (nero). Inoltre la sua teoria sulla manovrabilita’ delle tre “corde” come di orologio che abbiamo sulla fronte, risulta essere possibile solo per chi e’ estremamente razionale ed ha represso ogni sentimento. Beatrice invece, la padrona di casa,  si e’ fatta consigliare male dalla Saracena (= infedele) pur avendo  per serva Fana (da Stefania = corona) di cui non ha seguito i buoni suggerimenti; la madre Assunta (= presa su)  e il fratello Fifi’ (= da Giuseppe= accrescere) apparentemente positivi, sono contro di lei per egoismo,  la rifiutano per non doversela riprendere in casa. Anche il delegato Spano’ (= che ha guastato il pane di terra alla vite-pianta o il filo alla vite-chiodo) le e’ contro per solidarieta’ col cav. Fiorica. Questo Albero e’ tutto scordato e non puo’ che produrre disarmonia; nel suo disordine pero’  ha la grande potenzialita’  della restaurazione: le  tre corde di Ciampa fanno pensare ai tre “Guna” della  Bhagavad Gita ( v. commento alla B. Gita cap. 14, 5-15),  i tre attributi prodotti da Prakriti: Sattva,  Rajas e Tamas. La corda di destra, quella “seria” possiamo farla corrispondere a Sattva che vincola con la Sapienza e con il bene, quella centrale, la “civile” a Rajas, che vincola con l’attaccamento  e con l’azione; quella di sinistra, la “pazza” con Tamas, che vincola con la negligenza e il peccato o male. In questa ottica Ciampa-Pirandello risulta essere il mentale razionale “bianco” che “vede” la situazione, sa come rettificarla,  ma per la debolezza di Beatrice-Nina, le sue componenti femminili, energie-astrali,  non e’ in grado di governarla perche’ esse sono entrambe mal disposte, l’una per un verso (e’ gelosa), l’altra per un altro (e’ lussuriosa) e le sue componenti maschili sono ugualmente disordinate: il cav. Fiorica e’ in relazione con un centro che non e’ il suo reciproco ed interagente (la moglie), ma con uno  inferiore  e non suo... Fifi’ e’ fatuo e superficiale ed egoista, Spano’ e’ adulatore e bugiardo... per riarmonizzare questo Albero  si dovrebbe rettificare alla base il comportamento di Beatrice,  che invece di  girare la corda pazza,  dovrebbe girare la corda seria, parlare seriamente a Ciampa e a Nina allontanandoli,  facendo tornare a se’ il  cav. Fiorica e allora l’Albero tornerebbe Albero di Vita. Ciampa-Pirandello ha “visto” tutto questo, ma non lo ha fatto realizzare ai suoi “pupi”, noi possiamo solo prenderne atto e “compatire” quell’orribile risata, risata di rabbia, di selvaggio piacere e di disperazione ad un tempo.

Grazie. F.V.

 

 

 

IL BERRETTO A SONAGLI: albero cabalistico


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