IL BERRETTO A SONAGLI:
della commedia di Pirandello,
alchimie interpretative di Maurizio
(V.I.T.R.I.O.L.)

 

Gli elementi che risultano più interessanti, dal mio punto di vista, relativamente a questo lavoro di Pirandello, sono il concetto dei ‘pupi’ e la tesi delle ‘tre corde’. Attraverso le parole del suo personaggio, Ciampa, il drammaturgo siciliano propone infatti una sorta di teorema o di teoria generale dell’uomo e del mondo, forse anche applicabile a tutta l’opera ‘pirandelliana’ nel suo complesso. Per questo motivo il seguente elaborato è soprattutto dedicato alla riflessione su questi due temi.

 

 

I ‘pupi’ 

Tutti gli esseri umani sono dei burattini, delle ‘maschere’, ‘personaggi’ più che individui veri e propri. I ‘pupi’, naturalmente, non sono tali per loro scelta, bensì è il divino che, calandosi nel mondo dei fenomeni, delle forme, li produce. Gli uomini sono quindi esseri condizionati in partenza, fin dall’origine, ontologicamente, cioè sul piano più profondo dell’essere. A questa mancanza ineluttabile di libertà, si aggiungono i condizionamenti ambientali - quelli legati per esempio, come è magistralmente descritto in tante novelle del Maestro, all’asprezza della natura, alla mancanza di acqua, alla durezza del suolo - e quelli sociali, rappresentati soprattutto dalle differenze di classe, dal pregiudizio comunitario, dalle ‘morali’ collettive, dalla cecità e dalla sopraffazione del ‘gruppo’ rispetto all’individuo. Ogni ‘uomo-burattino’ non è felice della sua condizione limitata, e soffoca nella prigione del suo personaggio, detestandolo egli stesso. Tuttavia, probabilmente per quell’orgoglio che è una sorta di difesa contro la schiacciante sensazione di vuoto, di inutilità e di sconfitta, ognuno difende la sua ‘maschera’ con le unghie e con i denti di fronte agli altri membri del consesso umano, disposto a tutto pur di conservare al suo ‘pupo’ una parvenza di rispettabilità, di credibilità, nonché di esistenza.

 

*

Siamo di fronte, dunque, ad una concezione pessimistica dell’uomo, del suo ruolo e del suo destino. Volendo rintracciare in essa gli spunti ‘spirituali’ ed ‘esoterici’ che costituiscono l’obiettivo del nostro tipo di interpretazione, possiamo fare le seguenti considerazioni:

1.      la mancanza di senso, il ‘vuoto’, il condizionamento dell’individuo, non possono propriamente considerarsi totali, assoluti, cioè riguardanti l’interezza della creatura vivente compresa la sua parte più profonda e ‘spirituale’. Essi sono, invece, relativi soltanto alla ‘personalità’ come maschera, incentrata sull’io limitato. Esiste infatti, secondo la ricerca interiore, una dimensione incontaminata, totalizzante e unitiva, nella quale non esistono i particolarismi dell’io e la sua illusione di essere separato da tutto il resto. Nel buddhismo, ad esempio, la struttura dell’uomo viene descritta analizzandola in ‘nove coscienze’, cioè nove diversi livelli di consapevolezza. Le prime cinque ‘coscienze’ sono legate all’esperienza sensoriale e alla percezione, la sesta ne rappresenta il coordinamento e l’elaborazione sul piano della mente istintiva, la settima è la mente intellettiva, l’ottava corrisponde, più o meno, all’inconscio della psicologia: il suo nome è coscienza ‘Alaya’, cioè ‘deposito’, indicando con questa parola il ricettacolo dei semi ‘karmici’, cioè dei condizionamenti che influenzano o determinano il destino. Dette otto ‘coscienze’, dunque, possono descrivere ciò di cui parla Pirandello a proposito dei ‘pupi’, ma esiste una nona ‘coscienza’: il suo nome è Amala, che significa ‘incontaminata’; essa rappresenta qualcosa che va oltre il ‘burattino’ e che i mistici di tante tradizioni hanno in vario modo indicato come il vero io, il Sé superiore, lo Spirito.

2.      L’opera pirandelliana risulta quindi, come dicevamo, intensamente pessimistica: è molto efficace nello smascherare il ‘pupo’ con tutte le sue idiosincrasie, cattiverie, egoismi ed assurde limitazioni; lo è molto meno nell’intravvedere il piano ‘incontaminato’ dell’essere. Tuttavia esistono nelle elaborazioni di Pirandello dei momenti alti in cui viene concretamente indicata la Realtà ulteriore, quella che sta oltre la mente, che non è possibile definire e che è connaturata di compassione universale: intendo riferirmi, ad esempio, a quanto traspare dal personaggio della moglie del signor Ponza in “Così è se vi pare”, uno dei vertici mistici – se così si può dire – del grande drammaturgo. Anche nel “Berretto a sonagli”, però, c’è un accenno nascosto ad una visione di speranza, di evoluzione, di superamento delle limitazioni e di liberazione dalle catene del Karma. Esso si trova – incredibile dictu – proprio nella parola ‘pupi’: sebbene essa, nel significato palese, definisca il piccolo io e rappresenti lo specchio amaro e pungente che Pirandello offre all’uomo, vi si può rintracciare una indicazione più profonda e illuminante; intendo riferirmi al fatto che oltre che ‘burattini’ la parola significa anche ‘bimbi’. Il burattino è in una condizione di dipendenza da fili e trame sconosciute e incontrollabili e, inoltre, non è mai veramente vivo, offrendo soltanto una parvenza di coscienza e di vitalità; il bimbo, il fanciullo, al contrario, pur essendo dipendente e non avendo una piena consapevolezza del mondo circostante e di sé stesso, è in evoluzione: egli ha in sé una maturità e una coscienza potenziali, anche se non attuali.

 

*

 

 

Le ‘tre corde’

Esiste una moderna versione della tripartizione elaborata da Freud del ‘Super io–Io-Es’: l’Analisi Transazionale è una scuola di studi psicologici che semplifica e sostituisce la descrizione della psiche operata dal Maestro della Psicanalisi, con quella dello schema ‘Genitore-Adulto-Bambino’. Ne fornisco qui di seguito una breve spiegazione, rapportandolo anche alle ‘tre corde’ di Pirandello che sembrano ad esso piuttosto attinenti.

·        il ‘Genitore’: corrisponde al ‘Super-io’ freudiano e costituisce il ‘genitore interno’, cioè quella serie di norme, di divieti e di concetti morali che, secondo la psicologia, noi esseri umani abbiamo introiettato a partire sia dall’insegnamento che dal comportamento dei nostri genitori reali, con in più l’influenza di altre figure e forme autoritarie quali gli insegnanti, la scuola, la società, ecc. Si tratta di un ‘personaggio’ inconscio che ci portiamo tutti dentro, e che ogni tanto fa la sua comparsa per informare la nostra azione, direzionarci, instillarci i cosiddetti ‘sensi di colpa’: la sua azione è soprattutto di tipo giudicante, sia quando disapprova che quando premia o elogia. Se è molto presente nella nostra struttura psichica, può portarci ad incarnarne il giudizio nei riguardi di altri: per esempio quando assumiamo toni aggressivi dal sapore moralistico. Nel “Berretto a sonagli” è rapportabile alla ‘corda civile’, espressione della regola sociale, del conformarsi alle ‘buone maniere’ e ai comportamenti accettati dalla collettività, stigmatizzando ogni devianza – anche se dovesse consistere nel dire semplicemente la verità - come ‘pazzia’ e anormalità.

·        Il ‘Bambino’: anch’esso ‘personaggio’ inconscio, corrisponde all’Es, cioè all’istintualità e alla sensorialità selvagge, agli impulsi non domati dal confronto con l’ambiente e con gli altri. E’ la nostra attitudine a desiderare, tendente ad esprimersi liberamente senza tener conto delle circostanze, delle norme, della morale, ecc. Rappresenta, insomma, l’esatto opposto del Super-io genitoriale, l’altra faccia della medaglia. Talvolta si manifesta in noi nei lapsus o quando compiamo certe azioni imbarazzanti e inconsulte, di quelle che, se ci avessimo pensato bene, non avremmo mai effettuato. Nella logica del signor ‘Ciampa’ rappresenta la ‘corda pazza’, ciò che di noi risulta incontrollabile, che dice la verità o si ribella contravvenendo ad ogni regola della ‘corda civile’.

·        L’’Adulto’: è l’Io freudiano. Corrisponde alla personalità cosciente e autoconsapevole dell’uomo, capace di mediare fra gli altri due personaggi interiori soggettivi descritti e il ‘principio di realtà’, cioè la cognizione ‘oggettiva’ di come stanno le cose, e rappresenta la capacità di agire in maniera flessibile, attenta e progettuale rispetto ad esse. Per esempio, il ‘Bambino’ in noi potrebbe avere un desiderio pretendendone la realizzazione immediata; il ‘Genitore’ potrebbe negare aprioristicamente la possibilità di soddisfare il desiderio perché “non lo si merita”, oppure perché si tratta di un impulso “disdicevole”, magari “peccaminoso”; l’’Adulto’, dal canto suo, se ben maturo e consapevole di sé, potrebbe decidere di  rimandare il soddisfacimento del bisogno a circostanze o momenti adeguati, cercando i mezzi e le tecniche per averne una soddisfazione effettiva e duratura senza danneggiare sé stessi o altri. Nello schema pirandelliano corrisponde alla ‘corda seria’.

 

*

Secondo Ciampa, se Beatrice avesse usato la corda seria (l’Adulto) parlandogli sinceramente del suo disappunto per la tresca del marito con sua moglie, si sarebbe giunti ad un accordo; egli, Ciampa, sarebbe andato via in buon ordine assieme alla consorte, e non ci sarebbe stato bisogno di suscitare scandali pubblici. L’azione di Beatrice è stata invece dettata dalle emozioni, istintiva, attuata senza tenere conto delle conseguenze (Bambino, corda pazza), provocando un pubblico giudizio negativo (Genitore, corda civile) a danno non soltanto degli amanti in questione, ma anche dell’onore della sua stessa famiglia e di quello di Ciampa. L’unica maniera di ripristinare l’equilibrio perduto è quello di mettere il ‘berretto a sonagli’ del folle sulla testa di Beatrice, riconoscendone pubblicamente l’uso sconsiderato della corda pazza: l’opinione sociale (Genitore) è infatti solita difendersi da essa (assertrice delle scomode verità del Bambino) considerandola priva di credibilità e di valore, e quindi relegandone le esigenze il più lontano possibile, in un canto, lontano dalla coscienza.

*

Notiamo che Pirandello ‘posiziona’ la sua corda civile sulla fronte, la corda seria a destra e quella pazza a sinistra. In ciò è riscontrabile un’anomalia in quanto l’attività di mediatore, centrale, la svolge – come esaminato - la funzione dell’Adulto; a destra, tradizionalmente lato della forza, ‘maschile’, autoritario, è ben rappresentata la funzione genitoriale; la sinistra, lato ‘oscuro’, degli istinti, ‘femminile’, emozionale, non può non rapportarsi – come anche nella teoria di Ciampa – con l’’Es-Bambino-corda pazza’. Perché allora Pirandello associa con il ‘centro’ la corda civile, sociale e genitoriale? La risposta è abbastanza scontata: la società che egli analizza è fuori equilibrio, mette al centro del suo interesse la convenzione e il pregiudizio più che il raziocinio e la matura mediazione di una coscienza adulta.

*

Le precedenti considerazioni ci permettono di fare un passo ulteriore nella direzione delle nostre ‘alchimie interpretative’ dal sapore esoterico. Possiamo agevolmente associare, infatti, le ‘corde’ pirandelliane e i ‘personaggi’ dell’Analisi Transazionale con i canali energetici dello yoga indiano, le Nadi, particolarmente quelli interessati nella risalita della forza kundalini (energia di consapevolezza): parliamo di Ida, Pingala e Sushumna. Abbiamo dunque:

·        Pingala: canale ‘solare’, ‘maschile’, yang, che scorre a destra ed è relazionabile con il Super-io, il Genitore, la ‘corda civile’;

·        Ida: canale ‘lunare’, ‘femminile’, yin, che scorre a sinistra e può rapportarsi all’Es, al Bambino e alla ‘corda pazza’;

·        Sushumna: canale centrale, di equilibrio e trasmutazione, percorrente la spina dorsale, può identificarsi con l’Adulto, l’Io nel senso freudiano e la ‘corda seria’. Se molto evoluto, inoltre, può trascendere la mera funzione di mediazione e identificarsi con la ‘Colonna centrale’ dell’’Albero della Vita’ cabalistico, con la ‘Via di Mezzo’ del Buddha e simili percorsi di evoluzione interiore. Il suo posizionamento al centro, lungo la spina dorsale e sulla fronte può alludere all’apertura dei chakra superiori, nella fattispecie il Terzo Occhio, quello della visione illuminata. In sintesi l’Adulto ben integrato, maturo ed equilibrato, dalla ‘corda seria’ accordata con la giusta tensione, può arrivare a trasmutarsi in un quarto ‘personaggio’, che traspare molto poco nelle critiche elaborazioni di Pirandello sulla natura umana, che non è presente nella freudiana Psicanalisi o nell’Analisi Transazionale, ma che viene ipotizzato da Jung: il ‘Sé’ o, con altra definizione, l’Illuminato, l’Unto, il Cristo, il Buddha… 



Indietro