CENERENTOLA


Con “Cenerentola”, bellissimo film di animazione del 1950, Walt Disney ha reinventato una delle piu’ popolari fiabe, che proviene a noi dalla Cina e la cui origine risale addiritura al secolo IX, anche se tutti la conosciamo come la piu’ celebre favola di Perrault, contenuta nei suoi “Contes de ma mere l’Oye” del 1697. Ecco la versione disneyana in sintesi:
C’era una volta un minuscolo regno e un castello e nel castello un vedovo con una bella bimba buona e gentile. Un brutto giorno il papa’ si risposa con una nobildonna vedova anch’essa e con due figlie: Anastasia e Genoveffa. Poco dopo tempo anche il padre muore e nel castello rimane solo la bimba con la matrigna e le due sorellastre: la matrigna e’ autoritaria e crudele e le sorellastre capricciose e cattive. Ben presto la dolce fanciulla diviene serva  in casa sua e soprannominata “Cenerentola” perche’ addetta alla pulizia del focolare e al servizio delle altre tre componenti della famiglia; il castello intanto va in rovina per la cattiva amministrazione della matrigna. Cenerentola veste di stracci e dorme in soffitta ma continua ad essere buona e allegra,  e sogna l’amore e la felicita’ e canta per i suoi amici: uccellini e topolini che le fanno compagnia nella sua solitudine.
Troviamo all’inizio del film  Cenerentola che canta al risveglio da un bel sogno e poi, pronta per il lavoro quotidiano, comincia a preparare la colazione per gli abitanti di casa, dopo aver salvato dalla trappola un ennesimo topolino, un nuovo amico, a cui da’ il nome di Gastone, anzi “Gas”. Gas e Jack, l’altro topolino grande amico di Cenerentola, saranno molto importanti per il lieto fine della storia. Il primo a cui viene servito il pasto del mattino, con grande cerimonie, e’ Lucifero, il gatto della matrigna, da lei viziato e coccolato, grande nemico di Tobia, il cane di casa,  che sogna spesso di acchiapparlo e sistemarlo definitivamente. Durante la colazione a base di granoturco delle galline e delle oche e dei topolini, Lucifero tenta di  catturare Gas e quasi ci riesce, il topolino si salva in un piattino sotto la tazza della colazione delle due sorelle, ma quando una delle sorellastre lo scopre, succede il finimondo e Cenerentola viene severamente punita: dovra’ ripulire a fondo tutta la casa inoltre lavare, stirare, rammendare ecc., infine fare il bagno a Lucifero!
A questo punto la scena si trasferisce alla reggia: qui il re, desideroso di nipotini, ordina al ciambellano Monocolao di organizzare un gran ballo a corte, per far scegliere al principe ereditario una degna sposa: viene mandato un invito a tutti i sudditi del paese: quella sera stessa ci sara’ festa a palazzo reale e dovranno intervenire tutte, ma proprio tutte, le ragazze da marito. Anastasia e Genoveffa tengono occupata Cenerentola affinche’ non abbia il modo di preparsi l’ abito adatto,  e cosi’, malgrado la promessa della matrigna di farla partecipare al ballo, quando la carrozza  arriva per prelevare le candidate, essa non e’ pronta. Ma c’e’ per lei una sorpresa, i suoi amici uccellini e topolini, le hanno sistemato con gli scarti delle sorelle un vecchio abito: ora potrebbe anche lei andare, se le sorellastre non glielo riducessero a brandelli prima di partire, lasciandola sola e disperata. La poverina e’ in giardino a piangere tutte le sue lacrime quando appare la fata Smemorina, sua madrina, che con la bacchetta magica e la formula giusta, trasforma una grossa zucca in carrozza, 4 topolini in quattro magnifici destrieri,  il ronzino di casa  in guidatore, il cane in lacche’ e gli stracci che ha indosso Cenerentola nel piu’ lussuoso e celestiale abito da ballo... Ma c’e’ un ma: a mezzanotte in punto l’incantesimo avra’ termine e ogni cosa tornera’ ad essere come era prima. La fanciulla felice vola a palazzo nella sua stupenda carrozza e qui il principe, appena la vede di lontano, la sceglie tra tutte e balla solo con lei... l’Amore subito unisce i due giovani che trascorrono insieme la serata, ma quando sta per scoccare la mezzanotte, memore delle raccomandazioni della fata, Cenerentola fugge... appena in tempo! Ma mentre si allontana dal palazzo correndo, perde una scarpetta, una deliziosa minuscola scarpetta di cristallo. 
Il giorno dopo il re emana un editto: chiunque delle ragazze da marito riuscira’ a calzare quella  scarpetta, andra’ in sposa al principe.
Nella casa di Cenerentola  tutti sono in agitazione: le sorellastre ancora sperano di essere scelte,  Cenerentola, sapendo di essere la vera proprietaria della scarpetta, sogna la felicita’ e l’amore; la matrigna invece, che ha riconosciuto nella figliastra la prescelta,  subito  la chiude a chiave nella soffitta e poi, quando Gas e Jack sono riusciti, con tanta fatica e  con l’aiuto di Tobia, il cane, a liberarla, fa in modo che la scarpetta del messo reale si rompa... ma la fata ha permesso alla sua protetta di conservare  l’altra scarpetta come ricordo.  Finalmente la giustizia trionfa e Cenerentola, non piu’ tale, sposa il suo principe azzurro divenendo cosi’ futura Regina.

 

 

 

Cenerentola interpretazione di  Franca Vascellari

Cenerentola, come Biancaneve e come tutte le favole o i miti tramandatici  nei secoli, ci fornisce insegnamenti a tutti i livelli di Coscienza, e in particolare, a livello iniziatico-spirituale. Se Bianca-neve era “l’acqua cristallina pura e splendente”, Materia prima dell’Opera Alchemica, Cenerentola, letteralmente “la Fanciulla della cenere”, colei che si occupa del “Focolare” e quindi una sorta di “Vestale”, e’ relativa al Fuoco e percio’ situata ad un livello coscienziale piu’ avanzato di quello di Biancaneve, infatti per lei non ci sara’ la prova (non superata) della “mela stregata”, ma quella dell’ “obbedienza al termine fissato” (il tempo della mezzanotte, con il suo simbolismo del compimento del 24, numero del doppio Zodiaco) che Cenerentola sapra’superare e che la portera’ ad essere “attiva” nella realizzazione finale: sara’ lei stessa infatti a offrire la “compagna uguale” della scarpetta magica di cui la matrigna ha provocato la rottura.
 Ma procediamo con ordine e riprendiamo il racconto dall’inizio: anche qui, come in “Biancaneve” viene a mancare “il Padre”: la sua dipartita corrisponde alla “caduta” o shevirah, rottura dei vasi  della Kabbalah;  il “castello”, il mondo di Assiah, e’ percio’ in balia della matrigna (shekinah o divina energia mal qualificata)  e delle sorellastre che, essendo “figlie” della matrigna,  nel nostro linguaggio cabalistico vengono a rappresentare sue qualita’ specifiche: in particolare Genoveffa (che al “bianco” significa nobile) rappresenta l’indolenza e l’avidita’ (Yesod nero) e Anastasia (che al “bianco” vuol dire colei che fa sorgere a nuova vita)  viene ad essere portatrice di morte con  l’invidia e la gelosia (Tipherth al nero); alla loro madre rimane la crudelta’, sua propria caratteristica e l’odio,  due qualita’ che si riflettono nel gatto Lucifero (sua specchiatura)  a cui  e’ stato dato il nome dell’ angelo splendente, caduto e tentatore.
Abbiamo cosi’ definito l’albero nero, occupiamoci ora dell’Albero bianco: prima di tutto c’e’ la stessa Cenerentola  (Shekinah volta al bene) , come abbiamo gia’ detto, relativa al Fuoco e che possiamo collocare in Yesod (=Fondamento) bianco, fuoco di Assiah (= mondo fisico);  dalla sua parte troviamo i piccoli amici che l’amano, in particolare Jack (da Giovanni, che significa dono di Dio)  e Gas (da Gastone, che vuol dire ospite- straniero) egli infatti e’ l’ultimo arrivato, preso in trappola, fino a che non giunge Jack  a liberarlo; Gas e’ una specchiatura della stessa Cenerentola , straniera in casa sua, che pure verra’ liberata  dal Principe...C’e’ poi la fata Smemorina, madrina un po’ distratta, che finalmente si occupa della figlioccia dopo anni di dimenticanza, con il suo Incantesimo. Collochiamo la fata e l’ Incantesimo (Magia) in Yetzirah, (=mondo dell’astrale e dei “sogni”); la  zucca che diviene una carrozza d’oro, “mezzo” che portera’ Cenerentola al Palazzo del Re, e’ assai simbolica. La zucca con i suoi molti semi e’ considerata sia in oriente che in occidente simbolo della Resurrezione dei morti -  v. la festa di Hallowe’en, festa dei morti e per i Celti, festa del Capodanno, di Fine e Principio e quindi di Morte e Vita: festa di “con-fusione”. Possiamo poi collocare la reggia in Briah (=mondo mentale); il Principe (come in “Biancaneve”) in Tiphereth (=Bellezza); il ciambellano Monocolao, organizzatore del  “ballo”, in Geburah (Forza) e il Re Padre in Chesed (Giustizia); e li’ , a Palazzo, dove Cenerentola viene condotta dalla carrozza magica, avviene l’Incontro amoroso, la prima  vera con-“fusione”.
Un posto speciale occupa in questa favola “la scarpetta di cristallo”: questo particolare “oggetto” lasciato come “pegno” dalla bella in fuga, lega i due innamorati, e viene riconosciuto dal Re Padre come l’unico “segno distintivo” che permette il ritrovamento della futura principessa. Che cosa simboleggia la “scarpa”? Essa riveste il piede che a sua volta e’ relativo al Malkuth (=Regno) e quindi anche la scarpa risulta essere omologata al “Regno”, e piu’ propriamente essa diviene l’involucro cristallino, puro e magico dello Spirito.  Solo la vera proprietaria di quella “scarpetta” sara’ in grado di calzarla; la scarpetta, essendo “magica”, non accettera’ un piede che non le appartenga, in quanto piede e scarpa sono tutt’uno, allo stesso modo in cui lo sono Sole e Luna, Cielo e Terra, Amore e Psiche, Mente e Cuore,  cioe’ “Principe e Principessa”, allorche’, dopo essersi conosciuti  e amati nel Palazzo del Re,  si uniscono in matrimonio, nelle Nozze Mistiche o Regali, in Daath (=Coscienza), come i protagonisti di “Cenerentola”.

 

Grazie. F.V.

 

 

 

 

CENERENTOLA: ALBERO CABALISTICO

   

 

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