Il pranzo di Babette
  (Interpretazione Cabalistica)



La situazione che si viene a creare nella casa del Decano del piccolo paese della Danimarca descritto nel film di Gabriel Axel, e’ paragonabile a quella a cui si trova di fronte una persona che ha vissuto tutta la vita soffocando i suoi sentimenti e pensieri, per paura, mancanza di inziativa, senso del peccato, bigottismo, desiderio di autopunizione. Attraverso dei flashback veniamo a conoscere come e perche’ le due belle e buone figlie del Decano sono rimaste zitelle: una non ha accettato la corte di un ufficiale che l’amava teneramente, l’altra ha interrotto le lezioni di canto di un tenore che l’avrebbe sposata e fatta conoscere al mondo per la sua voce meravigliosa. Se consideriamo il Decano[= letteralmente anziano, ma anche comandante di una decina di soldati] e la setta da lui fondata come il Malkuth [decima sephirah] dell’ Albero cabalistico di questo film, avremo che le due figlie del Decano saranno rispettivamente, la prima il mondo mentale e la seconda il mondo astrale, repressi e costretti alla "rinuncia" da un fisico dispotico, tiranno egoista e formalistico[ il padre]. Questi due mondi, soffocati , impediti nel loro normale sviluppo e fioritura, sono rimasti sterili, tuttavia , quei brevi e fugaci incontri, [con l’ufficiale e con il tenore] qualcosa hanno lasciato come traccia … un profumo di sviluppo di Coscienza: Babette. Babette per ragioni politiche, perduto il padre e il figlio, trova accoglienza presso le due sorelle. Ecco dunque che Babette rappresenta gia’ dall’inizio la Shekinah in esilio che ha perduto il suo "Paradiso": l’astro-mentale, le due sorelle l’accolgono come governante a tutto servizio senza retribuzione; ma, servendo loro, Babette, presta servizio a tutta la comunita’, quella che e’ rimasta dopo la morte del Decano. Pero’ ci chiediamo: chi ha inviato Babette alle sorelle? Quel tenore che tanti anni prima aveva amato la sorella dalla voce meravigliosa, che aveva incarnato per lui l’archetipo della musica unito a quello della donna interiore. Passano quattordici anni e Babette, vincendo una grossa somma alla lotteria, puo’ disporre di se stessa e delle sue energie: questo avvenimento eccezionale puo’
essere omologato ad uno stato di grazia particolare in cui sentimenti e mente debbono sospendere le loro funzioni normali e accettare l’imprevisto, il nuovo, il non programmato. Infatti Babette decide di offrire lei stessa il "pranzo" per la commemorazione della nascita del Decano ai seguaci della setta [undici in tutto]. Forti sono le resistenze opposte dalla comunita’ alla possibilita’ di un banchetto "diverso" e "sconosciuto" e tutto rimarrebbe senza sostanziali mutamenti se non intervenisse a quel banchetto un dodicesimo ospite, il "generale", nipote di una affiliata alla setta. Ma chi e’ questo generale? E’ l’ufficiale che aveva amato la prima sorella , egli interviene come ospite d’onore ma anche come unico in grado di conoscere, riconoscere al termine di quello straordinario "pranzo" [di Comunione], Chi veramente e’ Babette: la Luce dell’Albero, l’unica che puo’ nutrirlo veramente e che l’ha sempre fatto da quando e’ stata accolta, l’unica che sa donare tutta Se Stessa senza chiedere nulla. Babette rappresenta la Coscienza dell’Albero, ma anche la Grazia divina che, riconosciuta, precipita sull’Albero come gioia, perdono, felicita’ e saggezza, basti pensare al discorso del generale: "Quello che abbiamo scelto Dio ce lo dona e quello che abbiamo rifiutato Dio ce lo accorda…" in una sorta di Unione dei contrari, per cui la Vita "vale" per quello che si e’ vissuto e per quello che si e’ sofferto anche sbagliando. Grazie al pranzo di Babette la comunita’ ritrova l’armonia perduta e lo dimostra la scena finale del girotondo
intorno al pozzo, simbolico cerchio, dell’unione, della forza e dello Spirito riconquistato e soprattutto le due sorelle alla fine saranno rassicurate: Babette restera’ con loro, perche’ quello ha deciso il suo cuore, perche’ le ama ed esse sono sue: il Se’ ha preso il controllo
dell’Albero, della personalita’ e la governera’ per sempre.

 

 

Grazie. F.V.

 

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