Processo e morte di Socrate
  (Interpretazione Cabalistica)


Questo film del 1940, interpretato superbamente da Ermete Zacconi, e’ in pratica una riduzione teatrale dell’ Apologia, del Critone e del Fedone di Platone [427 — 348 a.C.]. Socrate [469 — 399 a.C.] a 70 anni viene processato e condannato a morte perche’ da’ fastidio ai notabili di Atene. Anito, Meleto, e Licone sono i suoi accusatori ufficiali, ma in realta’ e’ tutta la citta’ che lo condanna, perche’ il Giusto, il Maestro, il Santo, rappresenta un pericolo troppo grande per l’autorita’ costituita [il potere politico] e i sacerdoti della religione ufficiali [il potere religioso] come sempre corrotti, venali e timorosi di perdere il loro prestigio. Ed ecco di che cosa e’ accusato Socrate: Socrate e’ colpevole di indagare le cose celestiali e sotterranee e di saper rendere piu’ forti le ragioni piu’ deboli. Socrate e’ reo di corrompere i giovani; di non credere agli dei che Atene venera e di voler introdurre nella citta’ la venerazione di demoni ad essa estranei… Tali accuse vengono, durante il processo, confutate mirabilmente dallo stesso Socrate, ma la sua verita’, la Verita’ e’ proprio cio’ che piu’ irrita gli accusatori, ai quali non resta altro che condannare e far morire chi con la sua potenza spirituale e statura morale puo’ attentare alla loro supremazia. E viene spontaneo il paragone con un altro Grande Maestro che predichera’ nelle piazze o meglio nelle sinagoghe e avra’ un gran seguito per la semplicita’ e verita’ della sua dottrina: Gesu’. E sara’ crocifisso. Ma da quelli che sono senza dubbio atti di grande ingiustizia e crudelta’, sono nati stupendi Alberi dai meravigliosi frutti: da Socrate, con Platone e Aristotile, la fioritura del pensiero filosofico greco, e da Gesu’ una nuova grande religione, il Cristianesimo. Prendiamo ora in considerazione la persona di Socrate come filosofo, iniziato e Maestro: possiamo dire che con il processo, la condanna e la morte [Morte iniziatica], egli compie l’Opera. Possiamo ritrovare nello svolgimento del film un viaggio iniziatico che partendo dal "processo"che avviene nel "mondo" e per il "mondo" [Malkuth], Socrate per mezzo della condanna che lo avvicina alla morte, diviene "veggente" [Yesod], colui che puo’ profetizzare ai suoi persecutori una pena assai piu’ grande della sua: il giudizio e la condanna dei posteri per aver ucciso un giusto. E il film prosegue: dopo la scena del tribunale, c’e’ quella del "carcere": la visita di Critone. Qui, nello Yetzirah [astrale], poniamo la prima fase dell’Opera, la Nigredo, l’Opera al nero dell’Alchimia. Nell’incontro tra Maestro e discepolo vengono attivati due centri: Hod, Critone offre la possibilita’ della fuga nella notte [abbiamo un chiaro riferimento a Mercurio, dio della notte e dei complotti], e Netzach: Socrate dice: " Se empieta’ sarebbe usar violenza contro il padre e la madre, empieta’ maggiore sarebbe usarla contro la Patria e le Leggi che la costituiscono…obbedisci, Socrate, alla maesta’ sacra delle Leggi!". Pietas, Amore, rispetto per la Grande Madre, ecco la fioritura di Netzach.Poi si passa all’attivazione di Tiphereth: l’incontro con la famiglia e gli amici discepoli; gli affetti e il cuore vengono sollecitati e purificati dal sereno distacco. L’apertura e la fioritura di Geburah avviene nella discussione che conduce al riconoscimento dell’immortalita’ dell’anima, cioe’ della sua divinita’, tale riconoscimento restaura la "Caduta" iniziale e provoca il "Tikkun", la Redenzione, segue a questa infatti il Bagno Rituale e la Veste Bianca : abbiamo allora la seconda fase dell’Opera alchemica, l’Albedo, che abbiamo cosi’ posto in Briah [mentale]. Inizia quindi la fase finale, l’assunzione della "cicuta", veleno, ma anche "farmaco"[morte come guarigione]. Socrate affretta questo momento: subire l’ingiusta pena da parte del Giusto, fa collassare Chesed [Giustizia] nel suo Kether [Corona], realizzando cosi’ Daath nella sua pienezza; giungiamo dunque alla terza fase dell’Opera , alla Rubedo [Opera al Rosso] o Compimento. Notiamo che prima di morire Socrate dice: "O Critone, ricordati di sacrificare un gallo ad Asclepio" Nella simbologia del "gallo" ritroviamo un chiaro riferimento alla sua Resurrezione: il gallo canta all’alba, quando il Sole risorge, quindi il suo sacrificio e’ omologato al sacrificio del Maestro, che, rinato alla Nuova Vita , quella dello Spirito [Atziluth], rimarra’ come Faro di Luce per l’umanita’ a venire. Grazie F.V.

 

 

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