Il posto delle fragole


Il posto delle fragole  di Ingmar Bergman usci’ nel 1958 ed ottenne subito numerosi premi: l’Orso d’oro a Berlino, il premio della critica a Venezia, l’Oscar per il miglior soggetto originale, il Bodil per il miglior film europeo, il nastro d’argento italiano ecc.; ma quando, nel 1989, l’Ente dello spettacolo organizzo’ un referendum intitolato “Top ten films” per stabilire quali fossero i migliori films  della storia del cinema, in assoluto, a Roma, ottenne il primo posto.  Ecco la storia:
Il professore Isak Borg, batteriologo di fama, deve recarsi da Stoccolma a Lund, dove sara’ festeggiato il suo giubileo professionale. Ha 78 anni e si sente molto solo, vive, bisticciando spesso, con la fedele governante, Agda. Ha ancora la madre 96enne che sta per suo conto, ha un figlio medico anche lui, sposato ma senza figli; si autodefinisce cocciuto e pedante.
E’ domenica, 1 giugno: il professore dorme e sogna: “Vagavo per una zona sconosciuta della citta’ fra strade deserte e case in rovina... intanto si sente come un battito ampliato di un cuore e viene inquadrato un grande orologio senza lancette, il professore estrae il suo orologio dal panciotto e... anche a quello mancano le lancette; poi vede una figura di spalle, gli si avvicina, ma e’ un fantoccio senza volto che cade in terra e si rompe: dai cocci sgocciola un liquido scuro, forse sangue. Un carro funebre trainato da due cavalli, colpisce un lampione, il carro si sfascia, la bara si apre e ne esce una mano che si muove e afferra quella del professore: il cadavere ha lo stesso suo volto”.
Isak si sveglia: l’incubo e’ finito; il professore, dopo un’accesa discussione con la governante decide di non partire piu’ in aereo con lei, ma di andare in auto. L’accompagna la nuora Marianne, che e’ stata sua ospite per due mesi e che ora torna dal marito Evald. Durante la prima parte del viaggio i due mantengono un rapporto molto formale, ma poi, sollecitata a parlare, Marianne rimprovera al suocero la sua tirchieria: pretende la restituzione di un prestito fatto al figlio, pur essendo molto ricco; essa lo definisce “un vecchio egoista che non ha riguardo per nessuno, che in vita sua non ha ascoltato che se stesso, che si cela dietro una maschera, un paravento di bonarieta’ e di modi molto raffinati..”  e continua: “certo e’ deprimente dover fare affidamento su di lei... Io non provo rancore, ma ho pieta’ di lei” conclude la nuora, ma quando Isak vuole raccontarle il sogno terribile della notte precedente, essa rifiuta di ascoltarlo: “I sogni mi interessano poco” – “Specialmente quelli degli altri”  Ribatte il vecchio. Poi, essendo alla guida dell’auto, lascia la strada principale per percorrere una stradina di campagna: “Fino all’eta’ di venti anni venivo a villeggiare qui... eravamo dieci figli tra fratelli e sorelle...” Marianne si allontana e Isak rivive i ricordi del posto delle fragole: piccoli episodi che apparivano con tutta la forza di una cosa vissuta... Ecco la cugina Sara, che gli si era promessa, che  lui aveva amata, e che invece aveva poi sposato il fratello Sigfrid...anche Sigfrid, e’ li’, a corteggiarla, a baciarla, mentre raccoglie le fragole per lo zio Aron, sordo, ma che sta festeggiando il suo onomastico... Isak rivive quel giorno in tutti i particolari... “Un senso di vuoto e di tristezza mi aveva assalito quasi con violenza, quando fui distolto...” – “Questa casa e’ tua?” – “No” Una Sara giovanissima, molto moderna e smaliziata chiede un passaggio fino a Lund per poter poi proseguire fino in Italia; e’ con due suoi amici, uno studente di teologia, Anders e uno di medicina, Victor entambi suoi corteggiatori. Il vecchio accetta di dar loro un passaggio e il viaggio prosegue. Un incidente non grave, porta ad accogliere altri due passeggeri nell’ampia auto del professore: una strana coppia, moglie e marito  che non fanno che litigare; quando la donna, in uno scatto di isteria, schiaffeggia il marito, Marianne, che ora e’ al volante, li fa scendere  senza tanti complimenti. Il viaggio continua fino alla fermata da un benzinaio per il rifornimento di carburante: questi e sua moglie, incinta, accolgono il vecchio professore con grande deferenza ed affetto: in quei luoghi Isak ha iniziato la sua carriera di medico condotto e li’ e’ da tutti benvoluto, tutti lo ricordano nel villaggio, sulle colline, nei dintorni; il benzinaio rifiuta di essere pagato e Isak promette di far da padrino al nascituro.
La tappa successiva e’ per il pranzo: si e’ creato un piacevole clima di simpatia: Anders e Victor discutono dell’esistenza di Dio: “Se il creato a noi si manifesta con la gioia esplosiva di un’eterna festa, sara’di uno splendore inusitato Chi la vita ci ha dato...” Cosi’ Anders dichiara  il suo misticismo e Sara chiede al professore di esprimere la sua opinione al riguardo.
Isak rifiuta di rispondere direttamente, ma poi recita insieme alla nuora: “La sua Presenza e’ indubbia e io la sento in ogni fiore e in ogni spiga al vento... L’aria che io respiro e da’ vigore, del Suo Amore e’ piena...”
La casa della madre di Isak e’ li’ vicina e Isak decide di andarla a trovare, Marianne e’ con lui.
Anche la vecchia e’ terribilmente sola: ha 20 nipoti e 15 pronipoti, ma nessuno che le faccia visita...essa mostra al figlio e alla nuora di lui una scatola  piena di giocattoli e ricordi e, tra le altre cose, un vecchio orologio del marito, destinato al nipote 50enne, figlio di Sigfrid: l’orologio e’ come quello del sogno, senza lacette.
Il viaggio volge al termine, il vecchio spesso si addormenta: “... ma il sonno era turbato da un susseguirsi di visioni ossessive e umilianti che rispecchiavano una realta’ molto avvilente: sogni spietati che mi sconvolgevano per la loro crudezza e che si scolpivano nella mia coscienza con un senso doloroso di feroce ed implacabile determinazione...”
Vediamo la cugina Sara giovane che, con uno specchio in mano, chiede al vecchio: “Ti sei mai guardato allo specchio? L’hai mai fatto? Ora ti mostro io come sei! Non sei altro che un vecchio timoroso che presto morira’... Ti sei offeso perche’ non sopporti la verita’ e la verita’ e’ che io ho sempre avuto troppi riguardi per te... io sposero’ tuo fratello Sigfrid,  per noi l’amore e’ un gioco e noi ci divertiamo... guarda la tua faccia... prova a sorridere”.
-“Fa male” – “Come professore dovresti saper individuare le cause del dolore, non ci riesci perche’ in realta’ non sai niente... ma ora debbo andare ..”.
  Sara prende in braccio un bimbo che piange in una culla nel bosco e lo consola: “Non devi aver paura del vento, degli uccelli, dei corvi e dei gabbiani, delle onde del mare, ci sono io e ti proteggero’.  Ti sapro’ difendere...” Sara entra in casa col piccolo. Isak spia dalla finestra Sara e Sigfrid che si baciano. Bussa per entrare, un chiodo gli ferisce una mano. Gli apre la porta uno strano personaggio che ha il volto dell’uomo dell’incidente dell’auto. Isak viene introdotto attraverso corridoi e porte in una sala d’esame.
Deve sostenere un esame batteriologico, ma non ci vede bene attraverso il microscopio, non sa tradurre la frase alla lavagna e non ricorda neppure quale sia il primo dovere di un medico: glielo ricorda l’esaminatore: “Chiedere perdono!” Ora non c’e’ piu’ un esame da superare ma una colpa per la quale essere giudicato; il verdetto finale e’: “Incompetente”. Inoltre egli e’ colpevole di altri errori: indifferenza, egoismo, incomprensione,  queste accuse sono state formulate da sua moglie. “Ma mia moglie e’ morta!” esclama il vecchio. “Procederemo ad un confronto” dichiara l’esaminatore. Attraversano un piccolo fiume; da dietro un albero, Isak deve assistere al tradimento della moglie con un uomo volgare e, come era successo tanti anni prima, poteva ascoltare e vedere cio’ che l’uomo e la donna dicevano e facevano. La donna da’ a lui la colpa del tradimento, perche’ non si interessa a lei ed e’ un essere gelido. Isak chiede all’ esaminatore: “Quale e’ la punizione?” – “La solita. Quale? La solitudine”. – “E  non ci sara’ clemenza?” – “Non lo chieda a me. Non e’ compito mio”.
Al risveglio Isak ha un lungo dialogo con Marianne; ora che si conoscono meglio lei e’ disposta ad ascoltarlo: “Faccio sogni strani, e’ come se volessi dirmi qualcosa che da sveglio non voglio ascoltare”-“E che cosa e’?” – “Che sono morto pur essendo vivo!”  Marianne ricorda che anche Evald ha espresso lo stesso concetto durante un loro drammatico colloquio, allorche’ gli ha annunciato la gravidanza.
Quando, due mesi prima, la nuora  aveva chiesto ospitalita’, il vecchio le aveva fatto chiaramente capire di non voler essere coinvolto nei suoi problemi coniugali. Ma ora i loro rapporti sono mutati  e anche lui e’ disposto ad ascoltarla.
In realta’ Marianne aspetta un figlio che Evald non desidera mentre invece le impone una dura scelta: o lui o il figlio. “... La vita e’ una cosa assurda ed e’ bestiale mettere al mondo dei figli con la sciocca speranza che potranno vivere meglio di noi... io stesso fui un figlio indesiderato di un matrimonio che era la copia dell’inferno, figlio di chi sa quale padre...quando penso alla vita ho un senso di nausea.. Tu hai un dannato desiderio di sentirti viva, un bisogno di vivere e di esistere in pieno e di creare la vita...Io vorrei essere morto, completamente morto!”
Marianne e’ spaventata dalla realta’ che la circonda:  “Ho conosciuto la vecchia madre: ...una vecchia piu’ gelida del ghiaccio, terrificante, piu’ orrenda e terribile della morte stessa,...  qui  c’e’ suo figlio che dice di essere un morto vivo... e poi c’e’ Evald, avviato su una strada che porta alla stessa meta... allora ho pensato al bambino che porto in me ed ho capito che intorno non avevo che morte e solitudine... ora torno da Evald per dirgli che voglio il bambino e non una vita da inferno... di una coppia sempre in lite.”
I giovani interrompono il dialogo con gli auguri per papa’ Isak: hanno saputo del 50esimo della professione e vogliono festeggiarlo con fiori e canti.
Finalmente i viaggiatori arrivano a Lund e sono ricevuti a casa da Evald e dalla governante che nel frattempo e’ arrivata in aereo.
Giunge, alle 5 del pomeriggio,  il momento della cerimonia, mentre riceve il cappello e l’anello in gran pompa, Isak decide di mettere per iscritto gli avvenimenti delle ultime 24 ore: sogni, incontri, colloqui visioni, ricordi... prima di andare a letto chiede scusa del suo comportamento poco gentile e mancante di gratitudine ad Agda; ascolta commosso la serenata che gli fanno i tre giovani compagni di viaggio prima di proseguire il loro itinerario: Sara gli dichiara : “Sei il grande amore della mia vita, oggi, domani  e per  tutta l’ eternita’”.  Quando poi e’ gia’ a letto cerca di parlare al figlio per tentare una  sua riconciliazione con Marianne. Infine quando quest’ultima viene a salutarlo le dichiara apertamente di volerle bene.
Ora il vecchio Isak e’ sereno, prima di dormire rievoca il posto delle fragole dove Sara gli appare giovane e bella e, su sua richiesta, lo guida alla ricerca dei genitori...questi sono giovani anche loro e lo salutano da lontano... Isak sorride  e si addormenta.

 


 

Il posto delle fragole interpretazione di  Franca

Se a questo film e’ stato attribuito il primo posto fra i migliori 10 films della storia del cinema trent’anni dopo la sua uscita, e’ indubbio che “qualcosa di speciale” il grande regista e’ riuscito a passare ai suoi spettatori, merito forse dell’anziano protagonista, Victor Sjostrom, uno dei maggiori registi e attori svedesi, maestro di Bergman, che, 78enne come il personaggio, mori’ pochi mesi dopo l’uscita del film, lasciando cosi’ con questa sua interpretazione magistrale quasi un testamento spirituale.
Noi, come al solito, aldila’ dei profondi e palesi significati letterali di meditazione sulla vita e sulla morte, sul tempo che passa e sui valori quali “comprensione, altruismo, amore” che soli restano e che soli permettono di valutare in positivo l’operato di un’esistenza, ci occuperemo di interpretare i vari momenti della vicenda come successivi passi volti alla conquista della conoscenza di Se’,cioe’ come tappe di un viaggio iniziatico che partendo da una situazione di caos, attraverso varie purificazioni e trasformazioni permette al soggetto protagonista e agli altri personaggi che lo affiancano, intesi sempre come un tutt’uno, il raggiungimento di un Ordine superiore, di una Pace interiore che possa equivalere al “Compimento dell’Opera”.
Il vecchio Isak (= Dio sorride) che potremmo far corrispondere alla sephirah Chesed, nell’Albero cabalistico di Ingmar Bergman relativo al film preso in esame (Sara lo chiamera’ papa’ Isak ed e’ infatti il padre di Evald) da molti anni ha smesso di sorridere, sente avvicinarsi il momento della morte, del cambiamento totale, della resa dei conti, del trapasso, e guardandosi intorno vede che unica compagna della sua vita e’ la solitudine, infatti la moglie e’ morta e il loro matrimonio e’ stato un inferno. Il sogno-incubo all’inizio dl film e’ tutto una predizione di morte: la citta’ deserta e in rovina, l’orologio grande e quello personale, piccolo, senza piu’ tempo da scandire, se non quello del cuore agli sgoccioli; il fantoccio senza volto, una maschera anonima che va in pezzi e versa sangue, cioe’ perde vita; il carro funebre che si sfascia contro un lampione (il carro e’ simbolo del corpo fisico), la ruota di esso che si spezza; la bara che lascia vedere il morto il cui volto e’ lo stesso del professore... tutti queste immagini insieme esprimono a tutte lettere l’archetipo della fine imminente, dello “Sgretolamento”, per dirla con l’I Ching.
Isak e’ stato invitato a Lund  (land = Terra promessa = Daath) per festeggiare il suo giubileo professionale: il giubileo (50esimo anno) e’ relativo alla remissione dei debiti: Isak e’ stato invitato a chiedere che gli siano rimessi i peccati. Egli infatti, dopo il sogno, avendo meditato sulla Morte, avendola vissuta fino all’identificazione, decide di compiere il suo iter giubilare per Terra e non per Aria, perche’ ha capito che “14 ore” di viaggio gli permetteranno di approfondire molto di piu’ la sua interiorita’. La  giornata comincia alle tre del mattino, ma c’e’ gia’ luce in giugno a Stoccolma, e poi le tre del mattino sono l’ora magica del Risveglio. Gli e’compagna di strada, non  Agda (che possiamo far derivare da (M)Agda, (=torre), ma (M)Arianne (= la pura): notiamo che  Agda, rifiuta di accompagnarlo, perche’ probabilmente in lei, come “Torre”, e’ tutto l’orgoglio del professore e portarla con se’ sarebbe di ostacolo al Viaggio stesso (intrapreso per conoscere il Perdono); ma la M perduta di M-Agda viene recuperata da M-Arianna, a ricordo del sogno di Morte. La M corrisponde alla lettera Mem che appunto e’ relativa all’archetipo della Morte. (M)-Arianna invece, (guida e salvezza di Teseo nella mitologia greca) e’ la compagna giusta per uscire dal labirinto dell’angoscia e uccidere il Minotauro o drago, cioe’ sconfiggere la paura di morire.
All’inizio del viaggio Isak “si” conosce come M-Arianna, la nuora, lo riflette: un egoista mascherato di bonarieta’, il cui isolamento e’ totale, infatti non riesce nemmeno a raccontarle il sogno di Morte che tanto lo ha colpito. Per reagire alla disperazione e per meglio esaminarsi, lascia la via principale e, percorrendo un sentiero secondario, e si ferma nel Posto delle fragole. Tutti noi abbiamo il nostro posto delle fragole, un “luogo” eterico, di confine tra veglia e sogno, che potremmo far corrispondere alla sephirah Yesod, in genere legato all’infanzia o alla giovinezza, dove possiamo dialogare con i nostri personaggi interiori e dove ci premiamo o ci castighiamo a secondo del giudizio della nostra Coscienza. Le visioni di Isak a questo punto del viaggio sono di rimprovero: Sara (= principessa), la sua principessa, la sua anima, la sua Luna (senpre in corrispondenza con Yesod),  non gli e’ stata fedele, l’ha tradito col fratello Sigfrid (= vincitore), ed egli l’ha perduta per troppa seriosita’, troppo stima di se’, per essersi preso troppo sul serio. “Un senso di vuoto e di tristezza mi aveva ssalito quasi con violenza, quando fui distolto...” Ed ecco che nello stesso posto delle fragole  una Sara nuova, viva e vera, una Luna piena di brio e senza complessi, gli ripresenta la situazione di allora in chiave molto piu’ attuale e immediata: anche questa Sara e’ in viaggio e  deve scegliersi un compagno, un Sole giusto per lei tra un Anders (=Andrea, uomo) serio e teologo e un Victor (= vincitore), piu’ divertente e futuro medico, ma ateo, con cui flirta senza pero’ trascurare l’altro, anzi quasi solo per ingelosirlo. Questa Sara, che ha lo stesso volto dell’altra (l’attrice Bibi Andersson) insieme ai due pretendenti, risulta essere una specchiatura  della cugina Sara della giovinezza, con Isak, riflesso da Anders e Sigfrid riflesso di Victor; la Sara moderna deve risolvere il problema della scelta giusta; e’dinanzi all’Archetipo del Bivio o dell’Innamorato che si presenta ad un certo punto della nostra vita e che ci conduce o al Paradiso o all’inferno.
A questo punto del viaggio, accolti i tre giovani nell’auto, Bergman ci offre l’episodio dell’incidente di macchina: la scelta sbagliata quando si e’ al Bivio, viene illustrata dal comportamento della coppia (un ingegnere e un’attrice)  “dell’auto che va fuori strada e si capovolge”: il risultato della scelta errata e’ l’incomprensione, l’isteria, la violenza: cioe’ l’inferno. M-Arianna sa tutto questo e, per l’educazione che si deve ai giovani, fa scendere la coppia dello scandalo dall’auto.
Ora che la decisione di liberarsi degli errori e’ stata presa, arriva il momento del riconoscimento dei veri valori. L’incontro col benzinaio e consorte ( che potremmo riferire al Tiphereth dell’Albero) mostra la parte migliore del professore, la sua generosita’ e il suo spirito di sacrificio, che vengono ricambiati con deferenza e gratitudine. La tappa per il pranzo indica alla Sara moderna quale dovra’ essere la sua futura scelta e la sintonia di Isak e M-Arianna sul problema dell’esistenza di Dio, l’inizio della loro collaborazione.
La visita alla madre di Isak e’ ancora un tuffo nelle “radici” di questo Albero in crisi di crescita; da questo incontro scaturiscono sogni con visioni ossessive e umilianti, sogni spietati che colpiscono Isak, lo maturano e lo purificano: Sara cugina dei ricordi, lo pone crudamente dinanzi allo specchio della conoscenza di se’: il professore e’ solo un povero vecchio che ha paura di morire e che non ha saputo vivere l’amore della sua vita per mancanza di gioia; poi pero’ la stessa Sara, divenuta materna, culla il piccolo bambino che piange nel bosco, proiezione di un futuro nuovo Isak, appena nato dalla sofferenza e dal dolore e gli promette protezione e conforto. Ma le prove non sono ancora terminate: il vecchio Isak deve scendere fino in fondo, nell’interiorita’ della sua terra e affrontare il Guardiano della Soglia, l’esaminatore che, avendolo trovato incompetente e colpevole di indifferenza, egoismo e incomprensione, dopo averlo fatto assistere al tradimento della moglie, conseguente alla sua mancanza d’amore, lo condanna alla solita solitudine. Cosi’ il cerchio si chiude ora pero’ Isak sa  perche’ e’ condannato a vivere in solitudine e riesce a parlarne con M-Arianna, sua guida e compagna in questo Viaggio particolare. “Sono morto pur essendo vivo” e’ la presa di coscienza di una situazione a cui bisogna porre rimedio al piu’ presto. La sua affermazione crea una reazione  di consapevolezza anche in M-Arianna: ora e’ lei  a ricevere il colpo piu’ duro: qui essa conosce la verita’ della sua situazione: se l’anima, Sara, quando e’ il momento, non sa riconoscere il suo  Sposo, l’occasione e’ persa e l’Opera rimandata. Un matrimonio sbagliato crea figli “morti” come Evald (= giusto - al bianco e - ingiusto, se capovolto) e mogli adultere come quella di Isak e situazioni infernali come quella della coppia dell’incidente d’auto. Ora e’ lei a dover decidere dell suo futuro e a dover affrontare la realta’ del suo matrimonio e del Figlio che sta per nascere.
L’arrivo a Lund, fine del Viaggio e “luogo di giubileo”, inteso anche come luogo di felicita’, permette l’epilogo della storia con la conclusione positiva: intanto l’arrivo a “Casa” e la cerimonia del 50esimo attuano quel Perdono che e’ il primo dovere di un medico; poi la decisione di mettere per iscritto, cioe’ “fermare nella realta’ concreta” gli insegnamenti ricevuti durante le ultime 24 ore  corrisponde alla “fissazione” del Mercurio dell’Alchimia; il nuovo atteggiamento verso Agda, il recupero dei vecchi valori; la dichiarazione di Sara che lo amera’ per tutta l’eternita’ indicano la scelta giusta che essa andra’ a compiere avendo conosciuto papa’ Isak; il rapporto ora completamento diverso col figlio e con la nuora, che ha dissipatato la solitudine e permesso di conoscerne l’affetto, ha creato il “Mutamento” e trasformato lo Sgretolamento (23esimo esagramma dell’I Ching) nel Ritorno (24esimo esagramma dell’I Ching). Ora Isak e’ pronto per una nuova nascita, la Rinascita e per questo chiede alla Sara del posto delle fragole di condurlo dai genitori, rinascera’ ma Nuovo (puer), trasformato e verra’ protetto dalla sua Sara, il vecchio Isak (il senex di Bergman) puo’ morire tranquillo e sorridente.

 

Grazie. F.V.

 

 

IL POSTO DELLE FRAGOLE - ALBERO CABALISTICO

 

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