Il posto delle fragole

 

I morti vivi
Questo film mi ha lasciato dentro un gran freddo, un brivido di paura. Eppure,tristemente e’ vero che siamo circondati da morti vivi. Spero ardentemente di non esserlo mai.
Il silenzio circonda, avvolge Isak – il protagonista del film -.Ha fatto attorno a lui il vuoto, il deserto.
La paura delle responsabilita’, degli affetti, dei legami: di tutto quanto potrebbe creare aspettative e quindi possibili delusioni fanno si’ che Isak si chiuda sempre piu’ in se stesso. A causa della delusione sofferta per il  tradimento e l’abbandono della mogie, Isak, col pretesto della liberta’ si isola dal mondo che lo circonda, trincerandosi in una maschera di egoismo e di indifferenza. Eppure Isak e’ credente, ma di una fede  sterile, che non opera, manca di amore in modo quasi totale.
Purtroppo nella solitudine degli affetti – la piu’ acuta – si dibattono tante persone: forse hanno anche la fede come Isak, ma come lui non hanno il coraggio di affrontare se stessi e si chiudono sempre di piu’; la sofferenza aumenta fino ad una vita emotivamente e spiritualmente “vegetativa”.
Rivelatori di questa situazione – sia nel film come spesso nella vita reale – sono i rapporti matrimoniali.Spesso le coppie – alle volte pur amandosi – perdono il punto di contatto, crescendo negli anni in modo differente. Ad un certo punto sono estranei fino a darsi fastidio l’un l’altro. Nessuno dei due cede o, se uno dei due lo fa, si rimprovera di “aver avuto troppi riguardi” e sa che prima o poi “si ribellera’”. La famiglia e’ distrutta, non restano che rovine: sono due morti vivi che convivono.
Che tristezza: eppure era un bel rapporto di amore.
Guardiamoci dentro, ragazzi miei, e sorridiamoci l’un l’altro, come allo specchio della nostra coscienza.

 

Grazie. Anna

 

3 gennaio 2004

 

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