Ulisse
(Odisseo)

 

Autolico, maestro dei ladri, affinché gli partorisse un nipote scaltro, unì la figlia Anticlea a Sisifo, il capo dei bricconi. Il bambino che nacque fu messo sulle ginocchia del nonno perché questi gli desse un nome. “ Il vecchio ladro avrebbe detto allora: poiché mi ha accompagnato qui l’odio di tanti uomini, egli si chiamerà Odisseo”   Odyssomenos in greco vuol dire “ l’odiato”  (Kerényi).
Sarebbe poi passato per figlio di Laerte e Anticlea.
Ulisse sposò Penelope, da cui ebbe Telemaco. Quand’era giovane ricevette da Ifito l’arco di Eirito (uno dei giganti secondo alcuni, un centauro secondo altri), con cui ucciderà i Proci.
Durante la guerra di Troia, morto Achille, contese ad Aiace le armi dell’eroe e le vinse.
Rubò ai troiani il Palladio (piccola statuetta di Pallade – ci dice Pernety – che teneva nella mano destra una lancia e nella sinistra una conocchia ed un fuso: Troia, si diceva, sarebbe caduta solo dopo che i Greci si fossero impadroniti di essa). Ulisse ideò il famoso cavallo di Troia.
Finita la guerra, con le sue navi e la sua gente, fece rotta su Itaca; e qui comincio’ il suo avventuroso viaggio di ritorno (Odissea), che duro’ dieci anni.
Lasciata Troia, Ulisse sbarca a

1)  Ismaro Ciconia e la saccheggia, ma alla fine lui e i suoi compagni vengono respinti dai ciconi. Fanno rotta verso nord, approdano in un promontorio libico, la

2)  terra dei mangiatori di loto (un frutto che se assaggiato fa perdere il ricordo della terra natale): tre suoi uomini, mandati in perlustrazione, assaggiano il frutto, ma il nostro eroe li riporta sulla nave.

      Poco dopo sbarcano sull’

3)  isola dei ciclopi (giganti con un solo occhio frontale, che vivovono isolati e corrucciati, uno lontano dall’altro): Polifemo (abituato a nutrirsi di carne umana) mangia, due per volta, sei marinai; poi viene accecato.Il gigante chiede vendetta a suo padre Poseidone, il quale gliela promette.

4)  Il viaggio di Ulisse continua: la nave approda all’

5)  Isola di Eolo, il quale tratta molto bene l’eroe e gli dona un otre che custodisce tutti i venti all’infuori di zefiro che li avrebbe spinti fino a Itaca. La navigaziuone continua tranquilla con vento sempre favorevole, fino a che, giunti nei pressi di Itaca, i marinai aprono l’otre, credendola piena di vino; i venti  respingono la nave nuovamente all’isola Eolia (dove pero’ Ulisse  non gode più delle attenzioni di Eolo). Ripartono e dopo 7 giorno eccoli nella terra dei

6)  Lestrigoni, dove il giorno e la notte si susseguono in modo rapidissimo. Gli abitanti sono cannibali: distruggono tutte le navi della flotta tranne quella di Ulisse che riesce a fuggire. Dopo un lungo viaggio, approdano a Eea, l’isola dell’alba, abitata dalla maga

7)  Circe, sorella di Eete re della Colchide. Questa maga, nemica degli uomini, trasforma tutti i marinai in bestie: dei ventuno che Ulisse manda per esplorare l’isola, ne trasforma venti in porci; il ventunesimo informa il capo, che protetto da Hermes vince la magia di Circe e la costringe a restituirgli i compagni. La maga lo lascerà partire, ma prima lui dovrà recarsi nell’

8)  Ade per in terrogare Tiresia l’indovino sul suo futuro a Itaca. Ulisse nel Tartaro incontra le anime di Achille, di sua madre, di Tiresia. Poi ritorna da Circe, la quale lo mette in guardia dalle sirene che incontrerà lungo la rotta. Il viaggio riprende:

9)  L’isola delle Sirene e’ presto raggiunta, ma Ulisse, seguendo i consigli di Circe, tappa le orecchie ai compagni e si fa legare all’albero maestro per ascoltarne il canto.

10)Le Sirene, con i loro canti promettevano il dono della profezia con voce suadente e melodiosa. Non avendo potuto mietere vittime, passata la nave, si uccidono tutte. Le vele, i venti e le correnti spingono la nave verso

11)Scilla e Cariddi, per evitare Cariddi, cui si e’ troppo avvicinato, Ulisse spinge la nave verso Scilla, la quale allungandosi riesce a ghermire sei dei suoi compagni. Mentre la nave si avvicina alle coste della Sicilia, Odisseo rammenta ai compagni  di non toccare

12)le vacche di Iperione, sacre ad Apollo. Finché ci sono provviste, nessuno le tocca, ma quando esse terminano ed una lunga bonaccia impedisce loro di riprendere il mare, mentre Ulisse dorme, alcuni dei suoi compagni, spinti dalla fame, uccidono alcune mucche e se ne cibano. Zeus subito dopo, durante la navigazione, scatena una tempesta e li fa annegare tutti, tranne il nostro eroe, che su una zattera improvvisata raggiunge l’isola di Ogigia, ove vive

13)Calipso. Essa offre ad Ulisse immortalità ed eterna giovinezza se egli rimane, ma lui rifiuta. Tuttavia la ninfa riesce a trattenerlo con sé 7 anni. Ancora una volta gli dei intervengono: Ulisse, grazie a Zeus ed Hermes lascerà l’isola; Poseidone scatenerà l’ennesima ondata maligna e lo scaraventerà in mare; Minerva lo proteggerà e gli farà toccare la terra dell’isola di Drepane abitata dai pacifici

14)Feaci, governati da Alcinoo e da Areta. Sarà la loro figlia Nausica (Spinta da Atena) a scoprire

15)Ulisse. Da qui Ulisse, finalmente, con una nave dei Feaci raggiungerà Itaca, ove con l’aiuto del figlio Telemaco e di due servi fedeli uccidera’ tutti i Proci ed impicchera’ le serve infedeli. Si fara’ riconoscere dopo avere teso l’arco (che nessuno dei pretendenti e’ riuscito a tendere) e  aver fatto passare un dardo attraverso dodici anelli di scure allineate, e dopo aver fatto nascondere da Telemaco tutte le armi presenti nella sala del banchetto.  Risparmiera’, solo due sudditi che mai avevano tramato contro di lui.

 

Per questo breve sunto del viaggio di Ulisse abbiamo preferito seguire le indicazione cronologiche di Robert Graves ( I Miti Greci – Longanesi). Sempre dalla stessa fonte apprendiamo che Polifemo = famoso; Lestrigoni= di asperrima razza; Eea= che geme; Circe= falco; le Sirene erano cugine delle Arpie; Calipso= nascosta  (o che nasconde); Scilla= colei che dilania; Cariddi=colei che risucchia; la mandria di Iperione pare fosse quella stessa rubata da Ercole nella decima fatica;

Odisseo è = iroso; invece Ulisse= ferito alla coscia, da oulos= ferita e da ischea= coscia.

Detto tutto quanto sopra, possiamo affrontare questo viaggio nel viaggio, dopo avere invocato la Sapienza alla maniera di re Salomone o (che e’ poi la stessa cosa) dopo avere invocato l’aiuto della pallida dea Minerva, colei che ha propiziato il ritorno di Ulisse ad Itaca.

 

Grazie.N.M.



Indietro