Ulisse
(Interpretazione Cabalistica)

 

Se Odisseo vuol dire "odiato",  oppure "che odia" e l' odio e' il vizio che si oppone all' Amore tutta l'Odissea, la storia di Odisseo non sara' che la conquista di una unica Sephirah, (Tiphereth = Amore) che da "nera" diverra', attraverso mille peripezie, "bianca". Considereremo dunque tutto il viaggio "per mare" di Ulisse un percorso sull'Albero cabalistico di Yetzirah, astrale, relativo all'Acqua e le varie tappe del viaggio, penetrazioni delle Sephiroth di tale Albero con la trasformazione delle energie erroneamente qualificate (compagni di Ulisse) in graduali "prese di Coscienza": queste successive illuminazioni riporteranno il nostro eroe in Patria, solo, nudo, senza navi e senza bottino di guerra ( possiamo considerare la partenza per Troia come la "caduta" iniziale che lo ha allontanato dal suo "paradiso terrestre")  e il ritorno a casa da Troia come il ritorno a Casa dell'Anima perduta nelle sue esperienze, nei suoi errori, nelle sue ansie di ricerca e  di avventure..Uomini e dei, vicende e passioni saranno dunque omologati a"scoperte di sestessi" a fatti interiori che permettono l' esplorazione della psiche e inducono alla riflessione e al superamento dei propri limiti e dei propri difetti.
Prendiamo dunque in considerazione l'Albero di Yetzirah a forma di Chackra cioe' a forma di quadrato ruotante in cui il Cielo (Atziluth) il fuoco e' sceso, la Terra (Assiah) e' salita e l'Acqua (Yetzirah) e l'Aria (Briah) si sono messe a Servizio, si sono cioe' poste sul braccio orizzontale della croce, per espandere le loro potenzialita'. (v. schema)
Ulisse per il significato del suo nome (=ferito alla coscia) puo' essere paragonato a Giacobbe che, dopo aver combattuto con l'Angelo al guado dello Iabbok muto' il nome in Israele (=colui che lotta con Dio) ma rimase colpito all' anca…una ferita che puo' essere messa in relazione col il"morso del serpente" dell'alchimia… insomma, Ulisse, come Giacobbe e' un "segnato" e per tale "segno", destinato a compiere azioni eroiche e ad essere "modello" per coloro che vengono a contatto con la sua storia e le sue avventure: Ulisse e' il discepolo sul Sentiero dell' Iniziazione e le tappe del suo viaggio sono le tappe di chiunque voglia, attraverso la conoscenza della sua Psiche, (viaggio per mare) giungere alla conoscenza vera del suo cuore (Tiphereth).

Prima tappa:

Ulisse, partendo da Troia,  dopo la vittoria resa possibile dal suo "inganno" (e Troia, Il Malkuth di Yetzirah, puo' essere vinto solo con l' inganno, perche' corrisponde alla Luna, alla sephirah Yesod e l'unico  modo per con-vincere questo centro ad " aprire le porte" e' fargli credere di essersi liberato del "nemico") giunge alla Terra dei Ciconi, dove i suoi uomini "saccheggiano"; conoscere questa terra permette al ns/ eroe di penetrare Hod, la sephirah che, quando e' capovolta, cioe' al nero, e'  relativa ai furti, agli omicidi, alle discordie, alla notte, e di notte infatti essi vengono ricacciati in malo modo e respinti in mare.

Seconda tappa:

Lasciata la Ciconia, i ns/ eroi approdano alla Terra dei mangiatori di loto, la pianta che fa "dimenticare" la Patria: abbiamo attribuito questa esperienza ad una conoscenza di Geburah, la sephirah della "caduta" che fa dimenticare l' unione col Tutto e produce l' oblio di Cio' che veramente siamo e da Dove proveniamo…quando anche questo ostacolo e' superato, ecco la

Terza tappa:

Incontro con Polifemo: qui Ulisse per salvare se' e i suoi  acceca l' unico occhio del gigante, attirrandosi la maledizione di Poseidone, il re del mare, del mondo che deve e vuole conoscere; e' questa la tapppa piu' "difficile" da superare perche' quell' unico occhio centrale dovrebbe dare la chiaroveggenza (Yesod), ma essendo il Mostro crudele avido e anche stupido, accecarlo significa debellare la sephirah Yesod negativa e sottometterla all' intelligenza consapevole che ha osato sfidare la sua potenza.

Quarta tappa:

Isola di Eolo: Ulisse e i suoi hanno raggiunto la zona che corrisponde all'Aria di Acqua (Tiphereth di Yetzirah), di qui, se non ci fosse la curiosita' indiscreta dei compagni , Itaca, la Terra promessa (Daath, specchiatura del Kether agognto) sarebbe quasi raggiunta… invece ancora lontana e' la Meta e i venti, liberati sconsideratamente, scompigliano le onde e tutto il viaggio viene vanificato, cosi' che la

Quinta tappa:

E' rappresentata ancora dalle Isole Eolie, ma questa volta senza il favore di Eolo, quindi il Tiphereth di Yetzirah raggiunto, essendo "contrario" non puo' che condurre alla

Sesta tappa:

La Terra dei Lestrigoni (= di asperrima razza), divoratori di uomini, dove il giorno e la notte si susseguono "rapidissimamente". Siamo in un punto di "coniuctio oppositorum" negativo che inghiotte gli uomini o li "distrugge" inabissandoli nel mare…siamo nel centro della ruota dell'Albero, il Tiphereth di Yetzirah, che assorbe quasi tutte le energie di Ulisse e lo lascia con una sola nave e pochi compagni.

Settima tappa:

Dopo un lungo viaggio essi approdano ad Eea (=che geme), l' isola della maga Circe (=falco =predatore) che tramuta 20 dei compagni di Ulisse in "porci". Abbiamo attribuito a Circe la sephirah Netzach, quella del centro del plesso solare,  che, negativa, rende gli uomini "bestie", ma che, quando c'e'  un Hermes (Hod) favorevole, puo' essere a sua volta "domata" e costretta a restituire le energie rubate …Essa lo spinge a recarsi nell'Ade, per interrogare l' indovino Tiresia.

Ottava tappa:

La Terra dei morti. Nello stessso "Luogo" di Netzach (e' Circe a provocare questa esperienza di Ulisse) ritroviamo  l'' Ade", che abbiamo attribuito a Binah, la grande Madre, in cui vita e morte coincidono e si completano nell' andare e venire della manifestazione: qui Tiresia, il veggente, (viene recuperata la qualita' che era stata occultata con la disavventura di Polifemo) pre-dice a Ulisse il pericolo della disobbedienza e intemperanza dei suoi compagni e le difficolta' che dovra' incontrare nella stessa Itaca una volta tornato.

Nona tappa:

Lasciata Circe, Ulisse con la sua nave giunge nei pressi dell'Isola delle Sirene, seguendo le istruzioni della maga, egli, legato all'albero maestro, puo' ascoltare il loro canto, mentre i compagni, con le orecchie otturate dalla cera sfuggono alla morte; al contrario, passata la nave, saranno le Sirene ad uccidersi: abbiamo attribuito a questo episodio,  ancora il centro Tiphereth dell'Albero, la' dove, come centro della ruota si conosce l'Abisso e il punto di non ritorno.

Decima tappa:

Qui Ulisse dovrebbe affrontare Cariddi, figlia di Poseidone e Madre Terra, mostro marino che inghiotte enormi quantita' di acqua e li rigetta violentemente in mare: egli riesce ad evitarla, ma  una esperienza evitata non e'  un' esperienza  superata.

Undicesima tappa:

Scilla, il mostro a forma canina con sei orrende teste e dodoci zampe, germisce sei dei piu' abili marinai di Ulisse: e' questa ancora una perdita legata al numero 6 di Tiphereth e nulla puo' fare Odisseo per contrastarla, solo fuggire…

Dodicesima tappa:

Ed ecco l' approdo in Sicilia, la terra dove pascolano le Vacche sacre al dio Apollo, dio del Sole, (siamo ancora in Tiphereth); mentre Ulisse "dorme" i suoi disobbediscono e profanano cio' che per giuramento avevano promesso di rispettare…il loro "sacrificio", voluto da Zeus, che li fa perire tutti, permette ad Ulisse, ormai solo di approdare su una zattera  all' Isola di Ogigia.

Tredicesima tappa:

I sette anni presso Calipso rappresentano un ulteriore "conoscenza" del centro di Netzach,  dove "Afrodite" impera e offre a suo modo immortalita' ed eterna giovinezza ma il genere di immortalita' che puo' ofrire Calipso (= che nasconde) ha qulcosa di incosciente e di imprigionante; tutto il contrario di quanto realmente "ricerca" Ulisse: la Conoscenza,  riuscire a strappare agli dei i loro segreti, sperimentare tutto e tutti e soprattutto "tornare a Casa".

Quattordicesima tappa:

Allorche'  Zeus  ordina a Calipso per mezzo di Ermete di lasciar partire Odisseo, egli giunge alla terra dei Feaci, la' dove regna il saggio re Alcinoo e la regina Areta; qui il buon governo e il rispetto dell' ospitalita' permettono l' approfondimento della sephirah Chesed (ora anche Giove e' favorevole) ed Ulisse puo' finalmente tornare alla sua amata Itaca.

Quindicesima tappa:

Ritorno in Patria. Prima di terminare la sua Odissea e godere il meritato regno della sua citta'(Kether di Yetzirah), Ulisse deve ancora affrontare (e uccidere) i Proci, i pretendenti di Penelope, che attentano al suo trono e alla vita del figlio Telemaco; e questo egli fara' con l'aiuto di Atena… Atena, Minerva, la Sapienza (Daath) e' la sua alleata da sempre, ma fino a che Ulisse non ha completamente purificato il suo veicolo astrale (Yetzirah) non gli e permesso il raggiungimento finale… ma anche questo e' "relativo" perche' in alcuni testi ritroviamo Ulisse subito dopo di nuovo in mare, salpato per altre avventure…ma quelle le vedremo un' altra volta!

Grazie. F.V.



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