IL GIUOCO DELLE PARTI

 

Sintesi

Questa commedia di Pirandello deriva dalla novella “Quando si e` capito il giuoco” del 1913 ed e` stata messa in scena per la prima volta a Roma nel dicembre del 1918.
Silia Gala, moglie di Leone Gala, intellettuale, filosofo e cuoco per hobby, vive da sola nell’appartamento del marito che, separato da lei, per comune accordo, la va a trovare tutte le sere, senza pero` salire nell’appartamento, ma rimanendo da basso e facendosi dire dalla cameriera se ci sono novita`. Silia e` in casa con Guido Venanzi, l’amante, ma sta bisticciando con lui, e` esasperata dalla controllata e superiore indifferenza di Leone, fino al punto di desiderare la sua morte. Quando la cameriera annuncia l’arrivo del marito, gli fa dire di salire, giusto per metterlo a confronto con l’altro. Difatti li lascia soli e li obbliga all’incontro e dal loro dialogo si evince tutta l’amarezza di Leone, costretto. per sopravvivere all’insofferenza ed ai capricci di Silia, ad un atteggiamento di studiata indifferenza da cui ancora pero` traspaiono un’ombra di amore e tenerezza per la moglie-bambina, amore e tenerezza respinti dalla sua razionalita` per paura di soffrire... Egli, per giustificare il suo comportamento di cinica indifferenza spiega al rivale Guido Venanzi la teoria del pieno, del vuoto e del pernio portando l’esempio dell’uovo fresco: “…Guarda e` come se ti arrivasse all’improvviso, non sai da dove, un uovo fresco… Se sei pronto, lo prendi, lo fori e te lo bevi… Lo infilzi nel pernio del tuo spillo e … te lo giuochi come una palla di celluloide… e poi paf! Lo schiacci tra le mani e lo butti via.” Ma Silia  ( “… piena d’infelicita`, perché piena di vita… non c’e` salute ne` per lei ne` con lei… cosi` la descrive Leone) insofferente della gabbia psicologica in cui il marito l’ha posta,  non vuole essere un uovo fresco bevuto e schiacciato, cosi` porta avanti il suo progetto di morte. Considerandosi offesa per l’irruzione nella sua casa da parte marchese Miglioriti, abile spadaccino, e di alcuni suoi amici ubriachi, non accetta le loro scuse, proprio per  costringere il marito a sfidare a duello il marchese. Il piano pero` fallisce. Le condizioni del duello, stabilite da Guido pensando che a combattere sia Leone, sono all’ultimo sangue. Ma Leone, come marito fa il suo dovere, ma al duello, a morire, manda Guido, l’amante, nella corretta attribuzione  ‘delle parti’ rappresentate nel giuoco della vita.

 

 

Il giuoco delle parti int. cabalistica

Consideriamo come al solito questa commedia di Pirandello come un sogno da lui raccontatoci in cui noi cerchiamo di scoprire dei significati interiorizzati per un percorso di crescita coscienziale.
Nella commedia “La ragione degli altri”  del 1915  ci eravamo trovati dinanzi al triangolo formato da lui, lei e l’altra, qui abbiamo ancora il triangolo, ma questa volta formato da lei, lui e l’altro. In riferimento alle due colonne dell’Albero, come dicevamo nel commento al “La ragione degli altri” si ha il triangolo perché  le due colonne sono squilibrate, in questo caso e` la colonna di sinistra, femminile, di lei, che, essendo pre-ponderante, non soddisfatta dal suo lui, e anche qui incapace di concepire il ‘figlio’, necessita di un ‘altro’ per saturare le sue valenze in piu`(o in meno). Ma questa ‘sua pienezza di vita’ come la definisce Leone a Guido, che egli non e` riuscito a rendere feconda, non producendo altra vita, genera ‘non salute’, cioe` malattia e morte. Questo Albero si costruisce tutto al nero. Abbiamo posto Leone (= forte come il leone, animale di fuoco) sul Chesed nero; egli ha sposato la donna sbagliata, Silia (= da Ersilia = rugiada) tutta acqua, che spegne l’ardore del suo pensiero filosofico e lo avvilisce; da parte sua egli rifiuta ‘il torbido’ dei sentimenti di lei per non soffrire, e quindi Silia stessa, portando la razionalita` del controllo del sentire fino alle estreme conseguenze: all’indifferenza, al gelido stare a guardare senza farsi coinvolgere, che nella pratica poi si tramuta in autodistruzione. Dopo la separazione, alla moglie Silia, Leone ha sostito Filippo (= amico del cavallo, simbolo del Sole), nella speranza di reintegrare la sua solarita`; Filippo e` il cuoco-maestro, accettato come compagno di esperimenti culinari e di dialoghi filosofici, una sorta di serva-padrona al maschile che da parte sua lo tiranneggia e lo tiene anche in spregio e che abbiamo posto nel Geburah nero, come sua controparte negativa. Silia (che abbiamo posto in Hod nero invece, avendo accettato Guido (= l’uomo del bosco) che abbiamo posto in Malkuth, come amante, come sua controparte positiva, ha cercato in lui sicurezza e comprensione  senza tuttavia trovarle, essendo lui di un livello piu` basso, interessato solo al suo corpo ed incapace di comprenderla e facendola cosi` sentire  ancora piu` prigioniera nella gabbia mentale costruitale intorno dal marito. Per uscire da questa gabbia Silia sfrutta l’occasione dell’offesa che le hanno arrecato per equivoco il marchese Miglio-riti (= che macina per rito, a causa  di cio`che e` prescritto - a cui abbiamo attribuito lo Yesod, nella funzione di Guardiano della soglia-) e i suoi amici ubriachi e costringe Leone  a sfidarlo, Leone accetta e cosi` l’avventura si conclude con la morte di Guido, la distruzione del fisico. Quando in una personalita` mente e cuore si odiano e si combattono  il risultato finale e` morte certa. Il mentale, Leone, dovrebbe conoscere la sua l’anima, la sua  sposa, Silia, amarla ed ed educarla, per poter generare con lei, il Figlio, la Coscienza, Daath. Invece, Leone, essendosi lasciato sposare da lei per leggerezza e superficialita` e senza un scopo spirituale, l’ha poi lasciata in balia dei sensi, del fisico (Guido), insoddisfatta e ingovernabile. Alla prima occasione, quando i disordini, le intemperanze, l’ebrezza dell’alcool, le droghe, permettono l’esplosione dei sentimenti repressi, avviene l’incidente mortale (il duello) che liquida la partita e per quella incarnazione il giuoco termina e… il seguito si vedra` nella prossima puntata. Grazie. F.V.

 


 


 
 

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