Riflessioni di Giorgio Rollo
sul “Tao Te Ching”
Aforisma Dodicesimo

 

“S'acceca l'occhio coi cinque colori;”

 

Il caleidoscopio della realtà muta continuamente immagine, e con esso la brama di voler sempre maggiormente afferrare.
La principale contraddizione che presenta l'occhio è di offrire forme che il senso del tatto vuole fare proprie. Queste forme sono archetipali, rappresentano per ogni individuo il suo iter di sviluppo. Dalla Venere di Milo al Totem indiano hanno una valenza nella preparazione del gusto a ciascuno proprio. Oltre al gusto per il Bello, sono anche misura della realtà e dell'ordine. Pertanto sono fattori che concorrono alla formazione del carattere di una persona. L'occhio è formativo della mente ma è l'inganno del senso tattile.
L'occhio va tenuto a bada dalla Ragione, facendogli comprendere che c'è uno iato tra ciò che si brama e ciò che si vede.
La Ragione, con l'ausilio delle viscere, passando per il Cuore, deve dare sostanza alle immagini. Così viene sfatato l'inganno dell'apparenza, e la visione prende corpo. Prendendo corpo assume il limite e, raggiunge l'armonico limite.

 

“Sordo è l'orecchio con i cinque suoni;”

 

La discordanza dei suoni crea cacofonia, per creare accordo occorre seguire le regole dell'Armonia, essendo essa al contempo legge matematica e metafisica. Silenzio con ritmo crea parola. Così la parola deve essere articolata con il silenzio. In questo caso si tratta di un substrato metafisico. Poiché il Silenzio cosmico è paragonabile all'Assoluto. Bisogna avere un'idea precisa del Silenzio Assoluto per poter formulare sul pentagramma delle parole un pensiero che non sia tautologico.
Perciò ogni sistema di pensiero che non inglobi in sé un pensiero metafisico, è un serpente che si morde la coda. Come dice Aristotele nei suoi “Analitici”:”E' un girare in tondo”. Poiché si è senza principi che fissino la formulazione del pensiero. Questo è il “limite”tanto importante nella costruzione di ogni scienza umana.
Cinque suoni indicano la molteplicità del sonoro: senza la cadenza del silenzio assordano. Così è importante nella realtà fisica il musicale silenzio cosmico e, nella realtà metafisica, il silenzio interiore, senza il quale tutto è frastuono e vano discorrere.

 

“cinque sapori attutiscono il gusto”.

 

L'eccesso nella ricercatezza culinaria ha come conseguenza l'insipidità. Allora si ritorna ai sapori genuini e poco sofisticati, come il piacere di un  buon cibo preparato semplicemente.
Sono gli estremi che si toccano: così un buon contadino va d'accordo con un principe. Uno sta all'inizio di un percorso di inculturazione l'altro, è giunto alla fine. Entrambi per poter comunicare si servono dell'essenza: uno per necessità l'altro per scelta.

  

“Rendono l'uomo bestia gare e cacce”.

 

Le gare e le cacce con la loro competitività aggressiva non sortiscono un buon effetto sull'uomo. Poiché esse sono prive della misura, tanto necessaria per creare armonia nei movimenti del corpo quanto dell'anima.
Le arti marziali tanto sviluppate nei paesi estremo orientali, con il loro senso del limite e con la padronanza dell'anima sul corpo, hanno il pregio di venire incontro alle necessità di difesa e di giusta aggressione, senza sviluppare oltremodo una certa bestialità insita nella specie umana, promuovendo invece un meccanismo di consapevolezza e di disciplina, tale da favorire la rinascita dell'uomo a livelli superiori. Poiché le arti marziali non sono esenti da una pratica ascetica che fa del guerriero anche un monaco. E così ogni azione viene sacralizzata.

 

“Cercar tesori a male azioni induci”.

 

 Il Saggio Taoista dice “cercare tesori”e non “trovare tesori”. Cercare richiede una organizzazione ed una organizzazione presuppone una unione di individui. Queste persone devono avere un referente come guida ed anche come finanziatore. Non essendo lo Stato od un Principe a cercare tesori ma persone comuni, esse per sopravvivere nell'organizzazione devono ricorrere a “male azioni”, poiché queste permettono all'organizzazione di mantenersi in piedi. E dunque: “cercare tesori a male azioni induce”.

 

“Ma i visceri, non l'occhio, pregia il saggio:
del di dentro si cura, non del fuori”.

 

Si dice “passione viscerale” l'amore che lega la madre al proprio figlio. Così è nelle viscere, parte nascosta del corpo umano, che viene ruminato il pensiero. Secondo Aristotele: “niente è nell'intelletto che prima non sia stato nei sensi”, dunque il pensiero deve sedimentare nelle viscere per diventare sangue, e da qui avere il processo di trasformazione da essere somatico in essere spirituale.
E' il Sole di notte, ovvero il Sole che non si vede con gli occhi di carne, che il Saggio tende a raggiungere. Questo scopo richiede molto nascondimento, molta cura dell'uomo interiore, dell'uomo che non parla solo con la mente, ma anche col cuore.


Indietro