Sogno  di CRISTIANO


Sono in Nepal, qui’ faccio parte di una spedizione per raggiungere una fonte miracolosa  che si trova vicino alle rive di un lago,  sulla parete di una montagna adiacente alle rive stesse; dove ci sono tante altre fonti (normali); pero’ io sono fortunato perché vicino a me, c’è qualcuno  che mi indica la fonte giusta . Questo mi dice  pure che  bevendo, posso esprimere ( e veder realizzato) un solo desiderio, perché se no’ la fonte si prosciugherà troppo rapidamente. A dar credito a questa storia, mentre vengo menato a questa fonte,  incontriamo un gran maestro , del quale, mi vien detto  che anche questo, dopo che gli è stato esaudito il  desiderio, poi è tornato indietro ed ha restituito l’acqua che aveva bevuto; non so come questo sia possibile però nel sogno accetto la cosa come possibile.
Quando sono arrivato alla fonte, pochi metri prima sono stato lasciato solo, dopo bevuto, tornando indietro, ho ritrovato il mio accompagnatore, al quale parlo dicendogli che se la gente del mondo sapesse di quella fonte tutti vorrebbero berne, anche a costo (mi viene da pensare), di torturare il detentore dell’indirizzo del dove trovare La Fonte. Tornando mentre guardo le rive del lago, vedo presso di queste una persona che conosco che  vorrebbe nuotare in quel lago, anche se non sono proprio sicuro;  gli dico di non provarci perché  non credo che la cosa possa avere successo, comunque non so se per mio consiglio o no questa non ci prova .
Prima di partire per questa spedizione  controllo più volte di avere tutto l’occorrente. Discuto con gli altri partecipanti, su quello che ci occorrerà . Mi viene data  una mappa che  non posso duplicare, (ma vorrei farlo), non si sa mai. 
Siamo con due mezzi, ed avrò con me tre animali, di cui uno sarà in gabbia. Tornando ai preparativi mentre sono sotto la tettoia del posto dove sono alloggiato (una pensioncina), stà piovendo e un gruppo di uomini dall’altra parte della strada sta discutendo su come uccidere un leone che sembra pericoloso; gli dico che posso pensarci io a risolvere il problema perchè stò per partire e posso portarlo con me, a tal proposito apro la portiera del furgone che era li accanto, sul sedile di questo c’era di già una gabbia con dentro un altro animale feroce;  penso un’attimo se questi possano andare d’accordo ma neanche il tempo di darmi una risposta, che ecco uscire dal buio il leone che si infila dentro la cabina del furgone aperto.  Curioso: nella scena appena descritta, dove sono io, non piove,   perché sono sotto una specie di tettoia; altra cosa curiosa, è che  ho la certezza (non so da dove mi venga) che il leone non mi farà alcun male. Infatti entro nella cabina del furgone e vado all’appuntamento, quando arrivo, racconto del leone in cabina , poi apro la portiera per farlo vedere, e con mio grande stupore ne esce un cane che prima di andare via, mi si dimostra affettuoso. Poi la scena cambia;  sono sulla cima di una montagnola , e sta facendo buio e siccome usando delle funi,  dobbiamo discendere il fianco di questo rilievo, cerco di vedere il tipo di percorso che dovremo affrontare;  facendo spazio tra la vegetazione noto che la discesa si presenta ripida e che la cosa sarà difficile, che perciò avremo bisogno della luce, penso sia il caso di rimandare tutto all’indomani mattina, anche perché abbiamo con noi una roulotte piuttosto ingombrante oltre al furgone; al risveglio però sono alla base del dirupo, mi viene da pensare che sicuramente c’era una strada carrabile e che l’abbiamo percorsa (ho questa impressione), e che ora non me ne ricordo.

Non so perché, ma preferisco scrivere il sogno a parti invertite, forse perché cosi’ mi è venuto spontaneo appuntarlo; inoltre nel mio racconto ho fatto di proposito un’omissione riguardante il desiderio che ho formulato bevendo l’acqua miracolosa .
Per ultimo, ho un’interrogativo, di cui chiedo a voi , gentili lettori di questo sogno: come è possibile restituire  direttamente ad una fonte, l’acqua precedentemente bevuta dalla fonte stessa?

 

 

 

 

Sogno Cristiano -  interpretazione di  Franca 

“Sono in Nepal” anagrammando la parola Nepal otteniamo “Pan-El = Tutto-Dio” ed e’ logico trovare nel Tutto-Dio la fonte miracolosa dell’Acqua magica che esaudisce i desideri; ed e’ pure giusto che il desiderio esaudibile sia uno solo; un’inflazione provocherebbe il  prosciugamento della fonte. La cosa piu’ importante e’ che quell’unico desiderio sia quello “giusto”, quello che “giustifica” lo scopo della reincarnazione o il compimento della propria “leggenda personale” come dice Coelho; l’esaudirlo porra’ fine a tutti gli altri desideri che non sono altro che la “maschera” di quello Vero.
Il personaggio che il sognatore incontra sulla riva del lago, che vorrebbe bagnarsi e non lo fa,  rappresenta una sua stessa specchiatura che vorrebbe non solo bere l’Acqua miracolosa ma anche immergersi in essa  (essendo il Lago una estensione della fonte) ma cio’ ancora non e’ possibile,  quando avverra’, Cristiano non sara’ piu’, e al momento pare che ci siano altri “doveri” da compiere. Sui preparativi della spedizione destinata ad attingere l’Acqua miracolosa narrati come seconda parte del sogno e che invece dovevano costituire la prima, diremo che probabilmente sono sembrati secondari, infatti li potremo riassumere come una serie di ostacoli da superare: domare tre animali di cui uno gia’ in gabbia; si viene poi a sapere che gli animali sono solo due uno e’ un leone, l’altro un animale feroce non ben identificato (Tigre? Leopardo? Altro?), ma entrambi si trasformano poi in un cane affettuoso che va via; gli altri ostacoli sono: percorsi in salita, buio, un furgone, rifugio dell’animale feroce, una roulotte piuttosto ingombrante  e infine una mappa che non si puo’ duplicare e che quindi se fosse perduta, renderebbe inutile il viaggio. Tutti questi sono ostacoli fisici e astrali e tutti vengono superati.
Infine: il sognatore ha omesso di parteciparci il suo “desiderio”: e’ bene. I desideri devono rimanere segreti, altrimenti non vengono esauditi; e poi la sua domanda: “Come e’ possibile restituire ad una fonte la sua acqua bevuta?”. La domanda ha in se’ la risposta: se il luogo e’ il Nepal, (Pan-El), il Dio Tutto, gia’ tutto e’ nel Tutto e non c’e’ nulla da prendere ne’ da restituire...

Grazie. F.V.

 

 

 

 

Sogno Cristiano -  fantasticherie interpretative di  Maurizio

1.      Cristiano inizia il racconto del sogno dalla conclusione, cioè dal ritrovamento della Fonte Miracolosa; conclude invece descrivendo la parte iniziale dell’evento onirico, quella in cui c’è la preparazione per l’avventuroso viaggio di ricerca. Questo particolare modo di procedere può suggerire alcune considerazioni:

a)      al di là del sogno che stiamo esaminando, uno dei significati dell’inversione fra l’inizio e la fine può collegarsi a quelli che sono i due estremi della vita stessa: la nascita e la morte. La logica  comune è quella di utilizzare per i nostri pensieri un tempo ‘lineare’, che ha inizio in un momento stabilito e procede verso la conclusione. Anche dal punto di vista religioso, particolarmente nelle religioni occidentali, il tempo segue la stessa successione logica: si nasce, c’è il corso della vita, si muore, dopo di che c’è una vita ultraterrena concepita come eterna, definitiva. Cristiano, invece, adopera espressioni ambivalenti, non soltanto nel racconto in esame, ma anche per altri sogni e persino come abitudine colloquiale: ricordiamo tutti il suo “andando-venendo” e simili.  Uno dei motivi di ciò potrebbe essere il rifiuto ad inserirsi nel corso comune delle cose, in quella logica formale che impone di scegliere un abito, un comportamento, una direzione unilaterale, precisa e limitativa, soggetta poi ad una conclusione fissa e stabilita. Non è a caso, probabilmente, che questo sogno sia ambientato in Nepal; come anche non è privo di senso il fatto che il sognatore abbia una certa predilezione per le filosofie e le religioni orientali, dove tutto è più sfumato, meno definitivo e obbligato, dove il tempo è circolare e la morte non è reale perché si identifica con la rinascita. Cristiano non si riconosce nel tempo lineare, ma in quello ciclico, dove esiste sempre un’altra possibilità e ineluttabile è soltanto il movimento, la trasformazione. Ritornano in queste considerazioni le riflessioni che avevamo fatto in occasione di un altro suo sogno, analizzando la predisposizione alla psicologia ‘nomade’ del nostro amico, contrapposta a quella del ‘sedentario’.

b)      Un altro significato ricavabile dall’inversione fra inizio e fine è quello più generale di conjunctio oppositorum, la fusione dei contrari che tanta parte ha nell’esperienza interiore, esoterica, alchemica. Evidentemente Cristiano sente il bisogno, anche qui, di stemperare i confini rigidi, le contrapposizioni, sia all’esterno che all’interno di sé: vita e morte, notte e giorno (per inciso notiamo che egli fa un lavoro che lo tiene impegnato durante le ore notturne, invertendo i ritmi biologici sonno-veglia), colpa e redenzione; a quest’ultimo proposito ricordiamo la sua passata frequentazione di Osho Rajneesh, il cui messaggio era parecchio incentrato sull’Illuminazione come superamento di rigidità  morali e comportamentali.

c)      Fusione dei contrari vuole anche indicare nel caso del sognatore, che è un uomo, la ricerca della Donna interiore, dell’Anima, e anche di una concreta compagna di vita. Tuttavia, avverte la psicologia junghiana, bisogna stare attenti a non confondere la propria Donna interiore con la compagna ‘esterna’: in questo caso l’inversione interno-esterno è pericolosa, perché significa proiettare sé stessi e le proprie aspettative su una persona reale, con caratteristiche individuali e la necessità di uno sviluppo autonomo; sebbene ogni rapporto inizi con la proiezione sull’altra o sull’altro della propria Donna interiore o dell’Uomo interiore, cioè con aspettative ideali,  l’Amore inizia veramente quando ci si rende conto che l’altra o l’altro non sono ‘oggetti’ che debbano corrispondere alle nostre immagini interne, ma una controparte con cui costruire insieme una fusione reale e non unilaterale.

2.      La Fonte Miracolosa compendia quanto abbiamo finora analizzato: da un lato è simbolo di immortalità, di eterna rigenerazione, di fluidità che – emergendo dal sottosuolo dell’inconscio -travalica gli argini e i sentieri prefissati e, quindi, la morte; dall’altro ha in sé le caratteristiche della polarità ‘femminile’, Yin, lunare, acquea, dell’esistenza. Raffigura, quindi, quello che Cristiano cerca e di cui ha bisogno. Rappresenta anche il potere trasmutativo del desiderio, che è energia vitale: ricordiamo a questo proposito l’assioma del buddhismo Mahayana “i desideri terreni sono Illuminazione”, intendendo con ciò che dietro ogni desiderio c’è l’unico grande bisogno del Risveglio. Per arrivare alla Fonte l’immaginazione onirica adotta un tipo di racconto che prevede il passaggio attraverso stadi progressivi, delle vere ‘prove iniziatiche’: abbiamo quindi una mappa  non duplicabile, tre animali, una bestia feroce in gabbia, la trasformazione di un leone in un cane affettuoso, l’essere inaspettatamente riparato dalla pioggia da una tettoia, automezzi che scendono dirupi difficili mentre il sognatore ‘dorme’, l’avvertimento ad una persona che è meglio non nuoti in un certo lago. Senza trattare tutti questi punti singolarmente, cosa possibile ma piuttosto complessa, li riassumiamo in due compiti base che il sogno sembra suggerire.

·        Orientarsi e affrontare i pericoli: l’autoconoscenza presuppone una continua vigilanza, una forte determinazione e una idea chiara della direzione da seguire, senza fermarsi e scoraggiarsi per le inevitabili difficoltà. Sono necessarie anche prudenza e saggezza nell’affrontare le zone inconsce ‘inferiori’. In questo modo l’inconscio ‘supeirore’ verrà incontro e renderà disponibili forze e circostanze che saranno d’aiuto.

·        Domazione di sé: attraverso la consapevolezza (non la repressione) si impara a dominare la propria mente, piuttosto che esserne dominati.

3.      A questo punto bisogna riflettere sull’enigmatica domanda posta dal sognatore: com’è possibile che il ‘Gran Maestro’ del racconto onirico, dopo aver visto realizzato il suo desiderio, abbia potuto restituire l’acqua bevuta in più allo scopo di non prosciugare la Fonte?  In effetti ricevere significa anche donare. La Fonte Meravigliosa che esaudisce il desiderio dell’Illuminazione è la Vita stessa. L’unico modo per non prosciugare la nostra Fonte Interiore è quello di ridare alla vita e agli altri quanto abbiamo ricevuto, altrimenti l’Illuminazione non sarebbe neanche tale, consisterebbe soltanto in un raggiungimento narcisistico, in una ‘ubriacatura’ dello Spirito. Per questo motivo nei Sutra buddhisti si dice che il Buddha abbia resistito al suggerimento di Mara, il demone dell’Illusione, di tenersi per sé il suo Risveglio senza comunicarlo ad altri sotto forma di Insegnamento. Anche noi, nel nostro piccolo, non dobbiamo dimenticare questa necessaria apertura. Rimane da chiedersi perché Cristiano sia tanto incredulo rispetto alla possibilità di ‘restituire’ l’acqua bevuta. Rintracciamo due possibili risposte:

a)       il liquido bevuto entra a far parte dell’organismo, si muta in sangue e fluidi vitali, viene elaborato. Non si può tornare indietro, restituendo quello che si è ‘digerito’, che è diventato parte di noi. In sostanza il sognatore, nella metafora onirica, ritiene che non sia possibile portare all’esterno, cioè comunicare ad altri, il risultato della propria esperienza.

b)       Anche se fosse possibile rigurgitare l’eccesso di acqua, sarebbe ‘impura’, inquinata dai fluidi gastrici o altro, andrebbe a mescolarsi indebitamente con una Sorgente incontaminata. Probabilmente Cristiano teme che il mondo esterno possa non accettare il risultato delle sue elaborazioni, che lo giudichi  male, che non lo accolga favorevolmente.

Quanto anzidetto può essere relativo ad una insicurezza del nostro amico sognatore rispetto alla possibilità reale di scambio e comunicazione con gli altri. Problema che egli può e deve cercare di risolvere, in quanto la realtà profonda della vita è costruita sull’interconnessione: la difficoltà avvertita, dunque, è superficiale e illusoria rispetto alla sostanziale comunicazione, all’imprescindibile relazione e all’aiuto reciproco fra tutti gli esseri viventi. 

 

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