Sogno  di CRISTIANO
(23/11/03)



Sento il  telefono squillare, ma non mi alzo per rispondere; però, apro un occhio per vedere l’ora, sono le 10,30 . Decido che è presto per alzarsi , ieri sono tornato a casa tardi, eppoi c’è la segreteria. Sento che il messaggio è di mia sorella  che mi avverte che oggi  non verrà al CIS, mi riaddormento e ……., sogno ! Mi sono poi svegliato alle 11,50.
……..Sono nella cabina di un camion, parcheggiato in una piazza , sto parlando al telefono  quando ad un tratto noto l’avvicinarsi di tre o quattro persone ; una di queste (una ragazza), mi chiede se può salire in cabina,  gli dico che non c’è problema , lei sale si siede e  mentre io continuo a parlare al telefono, lei mi annuncia che mi deve dire una cosa … mi prega però di non prenderla male; intanto il mio stato d’animo diviene variabile,  e  passa rapidamente da una fase di curiosità  ad una fase di preoccupazione a conseguenza delle comunicazioni fattemi da questi nuovi personaggi del sogno.
Lei mi dice che lì (ai piedi del camion), c’è suo padre e che mi deve arrestare, dice anche che ………, poi lei scende e sale in cabina il padre , si mette al volante: mi accompagnerà a casa per prendere dei vestiti o altro prima di portarmi in prigione;  io gli chiedo perché vengo arrestato lui non risponde, poi arriviamo in un condominio (dove io abito). Entro in casa, cerco del  necessario (ma cosa lo è veramente?) però trovo e  prendo solo poche cose, poi sempre seguito da questo accompagnatore mi avvio verso l’uscita. Mi accorgo che oltre alla scarpe ed a dei guanti per il resto del mio abbigliamento, sono nudo; d’istinto  mi copro le parti intime con le mani;  mentre usciamo dall’edificio,  vengo ammanettato,  intanto continuo a chiedere il motivo del mio arresto ma continuo a non riceverne risposta,  poi  ricordo che (ma mi sfugge il motivo), mi viene fatto notare che è orario di pranzo e tutti gli uffici pubblici sono chiusi. Nel frattempo cambia la scena, siamo   tornati nel giardino (sono sempre accompagnato-sorvegliato a breve distanza), vedo adagiato a terra una specie di coltello (una barretta di ferro con la punta atta al taglio), lo prendo in mano e penso che potrei (aiutandomi con questo), tentare la fuga però decido che non è il caso in fondo che ho fatto di male? Dopo questo pensiero la scena cambia rapidamente ;  vedo seduta su di una sedia,  la mia vecchia madre (ora defunta), non la vedo bene in viso,  però so che è lei . Penso di dirle qualcosa per non farla preoccupare ma, intanto che mi avvicino a lei,  mi accorgo che ho cominciato a piangere allora decido di passarle vicino ma di non fermarmi in modo da non farla preoccupare ulteriormente; per quanto posso trattengo  le lacrime (avevo preso a piangere leggermente), e prendo un tono di voce neutra; siccome  non stavo piangendo a dirotto, penso di esser più o meno riuscito nell’impresa; mentre le passo accanto le dico solamente: ciao mà !
Poi mentre ci allontaniamo,  continuo a chiedere  al mio carceriere,  quali siano le mie colpe per le quali vengo arrestato (ma non ricevo risposta),  gli chiedo anche come fare per il fatto che non ho un paio di mutande e che sono  praticamente nudo;  gli faccio notare che non è  dignitoso andare a  finire in prigione così …….

 

 


Sogno Cristiano - interpretazione di  Franca

23/11/03: la data del sogno di Cristiano, pur essendo la stessa del sogno di Emma varia pero’ nella sostanza per i diversi numeri che vi compaiono, qui la somma dei numeri 2+3+1+1+3= 10, il Malkuth, il Regno. Ricaviamo poi dagli altri numeri del pre-sogno 10,30 e 11,50 prima il 4, e poi il 7. Diciamo che il “Regno” di C. sta tra la Pietra Cubica e il Carro, ma in mezzo c’e’ anche una sorella che non viene al Cis cioe’ la decisione della componente femminile di C. di non partecipare all’incontro con l’Io Sono.  Questo e’ il tema del sogno.
Il camion e’ un grosso Carro, fermo in una piazza: in esso si trova il sognatore; egli e’ al volante, ma al momento non guida, e’ al telefono: non sappiamo con chi, forse col Proprietario del Carro di cui dovrebbe seguire gli ordini. Tre o quattro persone si avvicinano, di esse, una componente femminile di C. una ragazza, chiede di salire in cabina, per parlargli; gia’C. comincia a preoccuparsi, non e’ piu’ sereno, infatti le notizie che la ragazza gli reca sono certamente tali da destare apprensione: una e’ che il padre di lei deve arrestarlo (= fermarlo, ma il padre di lei e’ anche il padre di lui); l’altra, non ci viene rivelata, forse e’ ancora piu’ terribile. Ora C. non e’ piu’ al volante, guida il padre della ragazza e accompagna il sognatore a casa per prendere dei vestiti e poi condurlo in prigione. Questo padre-poliziotto, che non lascera’ piu’ il suo prigioniero e’ senza dubbio rapportabile alla figura del padre-giudice-punitore che siede sul trono (La Pietra Cubica) e dalla sua posizione di Imperatore condanna il figlio per le sue colpe (viene in mente il “Castello” di Kafka). I due entrano in casa per prendere i “non-vestiti” (e qui viene in mente la favola de “Gli  abiti nuovi dell’Imperatore” di H. C.Andersen (1805-1875) che in realta’ era nudo per non accettare la verita’dell’inesistenza del vestito) ma ad essere svestito, fatta eccezione  solo per le scarpe ed i guanti, nel sogno e’ il figlio e non il padre  perché forse questa e’ una delle punizioni che il censore ha riservato al “colpevole”. Poi il prigioniero viene ammanettato e ancora non sa di che cosa lo si accusa. Ora non potra’ nemmeno piu’ coprirsi le parti intime con le mani. La situazione si fa sempre piu’ drammatica, se anche lui volesse chiedere aiuto a qualcuno, essendo ora di pranzo, di siesta, di riposo, di non azione, non potra’ farlo. Il ritorno nel “giardino” di casa  non migliora l’atmosfera, la rende ancora piu’ insoffribile perché c’e’ il possibile pericolo di un ferimento (a causa di un coltello). Solo la decisione di non usarlo in tal senso, permette un cambiamento in positivo: l’incontro con la madre. Ma e’ un incontro commovente, che  provoca pianto, forse pentimento, desiderio di evitarle preoccupazioni ulteriori e si conclude con un rapido saluto non ricambiato.  Poi ancora ritorna la situazione di impotenza per non conoscere il motivo dell’arresto e della “nudita’ forzata”.
Sognare di essere prigioniero di qualcuno indica che quel “qualcuno” e’ un ns/ difetto o vizio che ci impedisce di essere “liberi”. Sognare di essere “nudi” indica ancora  la propria vulnerabilita’ verso i propri difetti; ma essere fatti prigionieri e denudati dal proprio Imperatore e dopo essere stati alla guida del Carro significa che il ns/ Giudice Interiore e’ assai arrabbiato con noi e che dobbiamo far di tutto calmarlo: cambiare abitudini e  ragionare prima di agire per non ritrovarci nelle condizioni previste dal sogno. La ns/ paure a volte sono solo il campanello d’allarme per quello che puo’ capitarci se continuiamo a vivere in un modo inadatto alle ns/ possibilita’ o potenzialita’: il ns/ Regno dipende da noi e noi ne siamo sia il Carro, sia l’Auriga sia il Proprietario. Che Egli ci guidi fino in fondo!

Grazie. F.V.

 

 

 

Cristiano 17 – interpretazione di Maurizio

Cristiano, seduto in una piazza o un giardino all’interno di un camion e impegnato con un telefonino, esprime una ‘centratura’, una sicurezza in sé stesso e nel suo mondo. Il ‘veicolo’ è simbolicamente il nostro corpo o il nostro modo di procedere, di vivere, il mezzo che ci aiuta ad evolvere, e il ‘camion’ in particolare indica una grande solidità e potenza. Il sognatore, però, vede ben presto sfumare le sue certezze e viene ‘messo a nudo’ senza possibilità di appello e in modo punitivo da un ‘padre’ e da un ipotizzabile tribunale che dovrà giudicarlo, una sorta di Super-io. Le protezioni, i nascondimenti rispetto al giudizio del Super-io sono totalmente insufficienti, perché i guanti e le scarpe come unici indumenti rimasti al sognatore, pur preservando dal rapporto con il mondo e dalle asperità del terreno, sono soltanto una caricatura della ‘persona’ nell’accezione difensiva, cioè della ‘maschera’. Cristiano potrebbe reagire, ma preferirebbe – a questo punto – essere accolto dall’archetipo materno, rifugiarsi in esso e nel suo compassionevole abbraccio. Non si abbandona, però, neanche a questo sentimento e, a fatica, nasconde la sua disperazione alla madre: non vuole che questa si preoccupi. ‘Pre-occuparsi’ significa ‘occuparsi prima’, cioè anzitempo, di qualcosa che deve avvenire. Il sognatore, insomma, sa che deve affrontare un giudizio, una resa dei conti, e che non ci sono scappatoie: deve farlo da solo. Tuttavia non sa di cosa è accusato.
In definitiva l’essenza dell’intera vicenda è l’interrogativo pressante che Cristiano si fa e a cui non viene data alcuna risposta evidente: qual è il reato che gli viene contestato e di cui è totalmente inconsapevole? Verrebbe da pensare che il nostro protagonista venga arrestato in una condizione di innocenza, ma ad un esame più approfondito si notano parecchi indizi di ‘colpevolezza’. Già nella premessa al sogno, infatti, Cristiano ci informa di aver fatto tardi la sera e di essere ancora a letto alle 10.30 del mattino: si tratta di una ‘trasgressione’ dei normali ritmi quotidiani, quelli che regolano l’attività e il riposo. Notiamo che, per proteggere il sonno, egli non risponde al richiamo del telefono e alla sorella che vuole comunicargli qualcosa: quindi, in un certo senso, Cristiano ‘tradisce’ una richiesta di attenzione. Nel racconto onirico, poi, è osservabile una situazione dal sapore quasi ‘psicanalitico’: una ragazza si rivolge con gentilezza e considerazione al sognatore e il padre di lei, invece, lo deve portare in prigione. Al di là dello specifico evento, la situazione psicologica riporta all’età adolescenziale, quando i giovani uomini cercano possibili controparti di sesso opposto e devono fare i conti con circostanze e vincoli familiari che comportano il giudizio e il confronto con uno scomodo personaggio censorio: appunto, il ‘padre di lei’, figurazione del proprio stesso padre e, più in generale, dell’autorità. In senso edipico, si potrebbe dire che l’entrare in relazione con una ‘figlia’ comporti di per sé l’oltrepassamento di un confine, e forse anche una violazione. Viene da pensare, allora, che il tema che stiamo affrontando sia proprio connesso a quest’ultimo concetto, quello della trasgressione, dell’andare oltre le regole: quelle della veglia e del sonno, quelle del ‘rispondere’, cioè dell’essere ‘responsabile’, quelle del violare dei confini psichici connessi con la sessualità o altro contrapponendosi ad una qualche forma di autorità censoria.
In senso più propriamente spirituale la trasgressione è sicuramente un fattore evolutivo e salvifico se le regole disattese riguardano quelle delle proprie limitazioni, cristallizzazioni o pregiudizi connessi con una visione ristretta del mondo e di sé stessi: in tal caso andare oltre il limite significa ampliare la propria vita. Se non si fosse capaci di trasgredire non ci sarebbe crescita, perché quest’ultima implica sempre l’osare al di là di ciò che si conosce, anche incontrando resistenze e opposizioni interiori ed esteriori. Tuttavia, poiché esiste una Legge Superiore, quella connessa con l’Ordine Universale, c’è sempre il rischio di violare invece quella, magari inconsapevolmente, incorrendo in inconvenienti karmici. La mia opinione è che, in definitiva, il sogno chieda al sognatore di risolvere questo importante dilemma: il suo ‘anti-conformismo’ è una violazione delle leggi del mondo al fine di trovare l’Anima, oppure c’è nel suo atteggiamento qualche errore, nel senso della trasgressione di Leggi e ritmi ben più alti e profondi? O, magari, entrambe le cose? Cristiano non lo sa e il racconto onirico esprime l’angoscia di non saper rispondere, suggerendo al contempo il compito di una attenta meditazione sul proprio procedere, così da trasformare la ‘prigione’ e l’’arresto’ in una forma simbolica di superamento del ‘piccolo io’ e, quindi, di Iniziazione. 

 

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