Un sogno di EMMA

4 Gennaio 2004, ore 7
Devo preparare il brodo per il pranzo di Natale da portare a mia madre e a mio padre. Vado in cucina e sulla macchina del gas vedo 2 pentole piene di brodo gia’ pronto. Alzo i coperchi e noto che in una pentola c’e’ solo brodo, nell’altra c’e’ il brodo con i cappelletti.
Non so quale pentola di brodo portare... cosi’ mi sveglio.

Grazie. Emma

 

 

 

Emma 11 - interpretazione di  Franca

4/1/2004, ore 7. Esaminiamo il tema di questo sogno, secondo i numeri forniti con la data: 4+1+2+4+7 = 18, numero dell’archetipo della Luna: notiamo che il 6 gennaio di quest’anno cade il plenilunio, con conseguente momento “magico” relativo anche al periodo dell’Epifania, definita (v.commento alla commedia di Shakespeare) “La dodicesima notte” in cui puo’ succedere di tutto, anche di preparare un pranzo di Natale con una decina di giorni di ritardo... quello che conta e’ che sia il pranzo giusto, per le persone giuste. Ed ecco la preoccupazione di Emma: non e’ il fuori-tempo che la preoccupa, bensi’ quale delle due pentole portare ai genitori. Il fatto e’ che il ‘brodo”  che doveva preparare in realta’ e’ gia’ pronto sulla macchina del gas in due pentole distinte: una di esse contiene solo brodo l’altra brodo con cappelletti. Il brodo comunemente inteso e’ il liquido che risulta dalla cottura della carne, molto usato quello di cappone per il pranzo di Natale, averne una pentola gia’ pronto, significherebbe aver gia’ risolto del tutto o  almeno in parte il pranzo di Natale, perche’ se c’e’ il brodo, vuol dire che il cappone e’ cotto e pronto per essere mangiato...
Se per Natale intendiamo il tempo della “Rinascita” e per madre e padre i genitori archetipici, allora la pentola piena di brodo viene ad assumere il significato di “crogiuolo” (di se’) pronto per essere offerto agli avi, oppure agli dei della “casa”, intesa come Tempio, quindi a Binah, Madre e a Chokmah, Padre, dell’Albero cabalistico. Ma oltre a questa pentola, ce ne e’ un’altra che oltre al brodo contiene anche i cappelletti: il significato della parola cappelletto oltre a quello di piccolo involto di pasta ripieno di carne condita, e’ assai vario: coperchio di boccia, testa di chiodo, miliziano veneziano mercenario, falcone piccolo...tutti interessanti dal punto di vista del significato di cio’ che potrebbe riempire, insieme al brodo, il “crogiuolo” da offrire ai Superni: non solo brodo semplice, ma brodo molto piu’ consistente; il coperchio di boccia, come  la testa di chiodo fanno pensare alla “corona” (= Kether) che completerebbe la Triade Superna, mentre il miliziano veneziano potrebbe essere omologato alla Forza di Geburah, e il falcone piccolo al grifone dello scudo dell’Imperatore, relativo a Chesed...insomma il dubbio di Emma potrebbe essere questo: meglio offrire di se’ al Se’ una “vivanda” semplice o una piu’ elaborata, ma piu’ difficile di (di)- gestione? Sono convinta che non ci sia alcun reale problema dietro questo “Bivio”, in quanto le due pentole sono entrambe sulla macchina del gas e gia’ pronte; converra’ portare prima la pietanza piu’ semplice e poi, in un secondo tempo, quella piu’ elaborata, perche’ “I Genitori Superni”, come quelli terreni, accettano tutto quello che viene offerto Loro con il cuore e te lo rendono centuplicato...

Grazie. F. V.

 

 

 

Emma 11 – interpretazione di Maurizio

Preparare del brodo per la madre e il padre in occasione del pranzo di Natale… veramente si avverte il sapore di una situazione archetipica! Nell’infanzia si viene nutriti dai genitori, in particolare dalla madre; qui la situazione è invertita, come accade frequentemente quando si è raggiunta la maturità e i genitori, invece, sono nella fase del declino delle forze vitali ed è d’obbligo pensare a loro. Tutto ciò ha dei profondi risvolti nello sviluppo della personalità, sia nel senso di una sempre maggiore acquisizione di autonomia individuale, sia perché la vecchiaia, la malattia e la morte diventano più evidenti e percepibili anche per ciò che riguarda la propria stessa esistenza. I genitori insomma, che ci avevano introdotti alla vita, ora in un certo senso ci introducono alla morte e alle riflessioni sul senso delle cose. Non sempre si è preparati per questo genere di inquietudini e possono generarsi rifiuti, depressioni, forme diverse di paura, di sofferenza, di fatica, di sgomento. Emma sembra abbastanza pronta, anche perché si rappresenta il piano del passaggio, della morte e del trascendente in forma sacrale: come un Natale, cioè come la celebrazione della nascita dello Spirito, della Luce, della Vita. Inoltre sente di avere un compito preciso: preparare del brodo, cioè assistere e alimentare, accedendo alla dimensione rituale tramite lo spirito dell'offerta. Il brodo è un liquido nutriente dove sono presenti in soluzione sostanze derivate dalla cottura di un alimento. L’alimento in sé potrebbe anche non essere consumato, soprattutto dagli anziani o dalle persone malate, ma nel liquido sarebbero comunque presenti quegli elementi benefici che necessitano all’organismo: si può dunque affermare che il brodo contiene la sostanza nutritiva derivata dalla cottura di un cibo solido. Qui possiamo trovare un aggancio con le tematiche spirituali: la vita è un crogiuolo dove si opera la trasmutazione della materia prima, che siamo noi stessi ad uno stadio non ancora evoluto, cioè la nostra personalità. Attraverso le esperienze, le sofferenze, i tentativi, i labirinti dell’esistenza, quella materia viene trasformata, aperta, sublimata, cotta. Ciò che ricaviamo dalle esperienze sul ‘piano fisico’, in fondo, è proprio la sostanza nutriente della consapevolezza, quella che ci fa crescere e accedere alla Coscienza. Questa ‘sostanza’ è quanto Emma vuole offrire alla madre e al padre che, intesi nel senso simbolico ‘alto’, sono gli archetipi primordiali e originari. L’occasione è la celebrazione per la nascita spirituale del Sé. Questi archetipi presentano gradualmente, sviluppandosi l’individuo, una insufficienza, per cui da un lato li si nutre con riconoscenza restituendo loro quanto ci hanno dato, dall’altro si avverte l’approssimarsi di una trasformazione importante, di un loro oltrepassamento: la Coscienza Individuale pienamente sviluppata, infatti, è Anupadaka, ‘senza genitori’, secondo la tradizione orientale e buddhista, cioè indipendente, incondizionata. In altre parole, la sognatrice offre il risultato delle sue esperienze, la ‘cottura’ della sua vita, ai genitori mitici, in vista del superamento della loro autorità, di una crescita ulteriore nella quale lei stessa sarà trasformata. A questo punto sorgono dei problemi o, piuttosto, un enigma: il brodo che Emma ritiene di dover ancora preparare è in realtà già pronto, quindi il momento di offrirlo è già arrivato, e s’impone subito una scelta perché le pentole sono due: brodo assoluto oppure con ‘cappelletti’? Qui è evidente l’insicurezza della sognatrice, che nelle premesse sembrava invece avere ben chiaro il compito e il rituale da svolgere. Ora si chiede se ciò che offre è veramente suo, preparato da lei, e che cosa deve offrire di sé, quali sono le esperienze realmente significative della sua vita e del suo sviluppo: quelle esclusivamente interiori (brodo assoluto come liquido, psiche, piano astrale), oppure quelle che contengono anche un elemento materiale, oggettivo, solido (i ‘cappelletti’)? Oppure, ancora: è più importante il piano del sentimento (simbolicamente liquido e caldo) da solo, o contano anche il pensiero, le opinioni, gli eventi legati alle tante persone e idee differenti dentro e fuori di noi (‘cappelletto’: da ‘cappello’ e da ‘capo’, con riferimento al pensiero e alla volontà)? La realtà, inoltre, è ‘una’ (il brodo) o ‘molteplice’ (i cappelletti)? Emma, insomma, dovrebbe accedere al Natale soddisfacendo il giudizio degli archetipi primordiali con decisione e presentando ciò che ha imparato, l’estratto delle sue esperienze, in forma unitaria; ma sente di avere ancora in sé la dualità, l’indecisione, non si ritiene pronta, matura, adeguata, sufficiente. Questo sogno, in effetti, è molto importante, però Emma inizialmente non vuole raccontarlo al gruppo perché pensa che sia troppo ‘quotidiano’, insignificante, mostrando anche qui una dualità irrisolta fra mondo interiore e vita di tutti i giorni. Eppure un salto di qualità si profila ed è indicato con chiarezza dal sogno. Va forse affrontato con una maggiore sicurezza in sé stessi e nelle proprie possibilità.

 

 

ALBERO DELLA VITA

 

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