Un sogno di EMMA

Maurizio e Paola mi portano un tappeto di Vanessa che hanno fatto lavare. Chiedo se, oltre al prezzo normale, c’e` un soprapprezzo, per una macchia in piu`. Paola risponde negativamente.
Cambia scena. C’e` un cassetto di legno, artigianale, molto grande, si fa fatica ad aprirlo. Mi attira perché ogni volta che lo apro e` come se fosse sempre la prima volta. Questa volta lo apro, con me c’e` Maurizio, dietro di noi Paola. Dentro ci sono tantissime cianfrusaglie, alla rinfusa. Prendo una foto, chiedo a Maurizio se la riconosce. Non lo sa. Rispondo: “E` Giulio,  lo riconosco da Anna.” In un’altra foto c’e` una bambina piccola. Maurizio mi chiede se sono io. Rispondo: “No, forse  ancora Giulio o Carla, per i capelli ricci”. Maurizio prende un profumo, gli dico: “Potrebbe essere femminile, prova, prima di spruzzartelo”. Risponde: “Che importanza vuoi che abbia, maschile, femminile…”. Cosi` capisco che ha compreso il senso del cassetto dei ricordi.
C’e` un pacchetto incartato, a forma di parallelepipedo, e` un profumo, non mi interessa. Mi interessa invece un maglione dalle tonalita` marroni, mai indossato. Penso: questo potrebbe andar bene.

 

 

 

Sogno Emma 14 int. F

Maurizio e Paola mi portano un tappeto di Vanessa che hanno fatto lavare. Chiedo se, oltre al prezzo normale, c’e` un soprapprezzo, per una macchia in piu`. Paola risponde negativamente.
Maurizio e Paola, due componenti del CIS,  frequentano  (o hanno frequentato per molti anni) la scuola  buddista Soka Gakkai  …. Di essa Maurizio e` (o e` stato) capogruppo; Vanessa e` figlia di Emma, frequenta (o ha frequentato) la stessa scuola. Il tappeto, che copre il pavimento e si calpesta con i piedi puo` essere relativo al piano fisico, al Malkuth. La domanda rivolta da Emma a Maurizio e Paola  concerne il prezzo da pagare per la purificazione della personalita`(tappeto di Vanessa) dal punto di vista del buddismo, se il prezzo e` normale  (= come nella religione cattolica per esempio) o se c’e` un extra per una possibile  macchia in piu`.  Paola (controparte femminile di Maurizio) fa capire che non c’e` differenza (tra una religione ed un’altra).
Cambia scena. C’e` un cassetto di legno, artigianale, molto grande, si fa fatica ad aprirlo. Mi attira perché ogni volta che lo apro e` come se fosse sempre la prima volta. La scena cambia, ora si passa ad esaminare non un tappeto, ma un mobile della ‘casa’ di Emma. Il contenuto del nostro ‘cassetto’ interiore riguarda il contenuto della nostra psiche: quella di Emma e` da lei descritta come un cassetto di legno, artigianale, molto grande, che si fa fatica ad aprire. La sognatrice e` affascinata dalla conoscenza della sua interiorita`, perché ogni volta che ‘apre il cassetto’ scopre cose nuove, come se fosse sempre la prima volta. Forse basterebbe mettere un po` di cera sulle guide per poterlo aprire piu` spesso, allora si farebbe meno fatica a d aprirlo e il contenuto diverrebbe ‘noto’ e piu` facile da ordinare  (conservare cio` che e` utile, eliminare cio` che non lo e`).
Questa volta lo apro, con me c’e` Maurizio, dietro di noi Paola. Dentro ci sono tantissime cianfrusaglie, alla rinfusa. Ricordiamo che il significato del nome Maurizio e` moro, oscuro e del nome Paola e` piccola, giovane; Emma (= forte) si fa aiutare ad aprire il ‘cassetto’ dalla sua componente “oscura e piccola”, cioe` dalla sua femminilita`.  Riconoscere le persone delle foto del cassetto significa individuare i nostri personaggi interiori, i nostri burattini-ricordi, per poterli ri-conoscere ed ordinare.
Prendo una foto, chiedo a Maurizio se la riconosce. Non lo sa. Rispondo: “E` Giulio,  lo riconosco da Anna.” Comincia cosi` l’esame del contenuto del cassetto: ma la femminilita`, l’irrazionalita`, non e` di grande aiuto nel ri-conoscere Giulio (cio` che e` relativo a Giove, Chesed= Giustizia); e` la razionalita`, cioe` Emma stessa, che sa  riconoscere  cio` che e` giusto (conservare) nel cassetto, da Anna (il cui significato e`Grazia), con l’aiuto della Misericordia Divina.
In un’altra foto c’e` una bambina piccola. Maurizio mi chiede se sono io. Rispondo: “No, forse  ancora Giulio o Carla, per i capelli ricci”. Ora e`  la componente oscura di Emma che chiede chi sia la bambina piccola della foto, ma nemmeno Emma e` sicura di riconoscerne il volto, forse si tratta ancora di Giulio (relativo al giusto) o Carla (= la libera, relativa alla liberta`), per i capelli ricci: questi denotano vigore, potenza e bellezza. Tali qualita`, con la ‘giustizia’ e la ‘liberalita`’ sono tutte nel cassetto di Emma, ma poco ri-conoscibili.
Maurizio prende un profumo: ora la componente oscura di Emma vuole conservare per se` almeno  un profumo del ‘cassetto’;  gli dico: “Potrebbe essere femminile, prova, prima di spruzzartelo”: ed ancora la razionalita` cerca di distinguere cio` che e` opportuno fare o non fare,  ma Maurizio Risponde: “Che importanza vuoi che abbia, maschile, femminile…”:non e` la logica a scegliere quelli che sono i ‘profumi’ della Vita da conservare.
Cosi` capisco che ha compreso il senso del cassetto dei ricordi: Cosi` in  Emma, la razionalita` accetta il punto di vista dell’irrazionalita` e viceversa.  Pero` poi…
C’e` un pacchetto incartato, a forma di parallelepipedo, e` un profumo, non mi interessa. Mi interessa invece un maglione dalle tonalita` marroni, mai indossato. Penso: questo potrebbe andar bene. Il sogno del ‘cassetto’ termina con un ulteriore ritorno alla praticita` e all’utilita`: tra conservare un profumo incartato  (percio` non riconoscibile ed utilizzabile immediatamente) e un maglione nuovo dalle tonalita` marroni, la sognatrice preferisce il maglione: e` caldo, ripara dal freddo e dalle intemperie ed ha un colore che le dona; se poi pensiamo che il marrone si ottiene dal rosso (sentimento dell’amore) e dal nero (oscuro, inconscio) e che i ‘marroni’ sono le grosse castagne che proteggono la loro polpa nutriente con una  corazza quasi impenetrabile, ecco che  l’analisi psicologica che ne deriva e` facilmente intuibile.

Grazie. F. V.

 

 

 

Sogno Emma 14 int. Maurizio

Maurizio e Paola condividono al CIS con Emma un percorso di ricerca autoconoscitiva, compreso quello dell’attenzione ai propri e altrui sogni. Fanno lavare un tappeto di Vanessa. Poiché Vanessa, la figlia della sognatrice, a sua volta condivide sempre con gli stessi Maurizio e Paola la pratica buddhista, possiamo così argomentare: il tappeto rappresenta l’ordito e la trama della vita – in senso ampio il Karma. La possibilità di lavarlo alluderebbe nello specifico linguaggio orientale all’alleggerimento della retribuzione karmica (nessun sovrapprezzo, anche con una macchia in più). Questa, dunque, la premessa del sogno: si parla di sollevare o risolvere il destino attraverso la consapevolezza, di un lavacro delle impurità dell’esistenza generate in passato dall’ignoranza ontologica.
Cambia scena. L’oggetto centrale della prosecuzione del sogno non è più un tappeto, ma un grande cassetto – il senso è analogo: anche qui l’allusione alla propria vita e al suo contenuto di esperienze. “Si fa fatica ad aprirlo”: si tratta di una ricerca introspettiva, sempre connotata da qualche resistenza.
In mezzo alle “cianfrusaglie” presenti nel cassetto, cioè alle cose di poco valore o di valore transitorio che si confondono fra di loro, che si mescolano alla rinfusa come le vicende della vita, ci sono delle fotografie di bambini, riconoscibili da parte della sognatrice, ma non da parte di Maurizio: si tratta di un’altra coppia di amici, Giulio e Anna (sempre legati al CIS), e forse della sorella Carla. Il riferimento è all’infanzia: probabilmente sono specchiature della stessa sognatrice, che non vi si ritrova lei stessa proprio in quanto i bambini ritratti nelle foto rappresentano dei suoi complessi parziali, magari ormai superati e forse confusi con effettivi ricordi di compagnucci dell’epoca. Tuttavia l’età infantile, i primi gruppi di amichetti, le bambine e i bambini, indicano in senso lato il momento della differenziazione, dell’emersione dal pleroma materno e familiare per assumere caratteristiche individuali via via sempre più precise, sia dal punto di vista della sessualità in formazione che della personalità. La differenza e la distinzione sessuata, i “maschietti” e le “femminucce”, costituisce dal quel momento in poi una base fondata su cui si costruiscono una serie di comportamenti e di pensieri sia sociali che personali sui quali si basa l’identità. Più che altro, però, si tratta della “persona” proprio in quanto maschera, condizionata dalle circostanze e identificata con un particolare corpo, esperienza, società, cultura, eccetera. Maurizio, che comunque rappresenta il momento dell’attuale ricerca auto-conoscitiva di Emma, non solo non distingue i bambini ritratti, ma rifiuta anche di dare importanza alle caratteristiche femminili o maschili del profumo trovato, proprio quelle particolarità che invece in una certa età dello sviluppo sono così importanti per la strutturazione della personalità. La sognatrice ritiene che questo rifiuto dimostri che egli “ha compreso il senso del cassetto dei ricordi” che quindi, per logica conseguenza dei ragionamenti fatti, è quello di ritornare a quel nucleo individuale che sta prima e oltre l’assunzione di un ruolo sulla scena della vita, di un “personaggio”. Il profumo nel pacchetto incartato, inoltre, è parte di quel superfluo che ormai ha svolto la sua funzione, e che non interessa più. Rimane da scoprire una nuova immagine di sé, quella del maglione dalle tonalità marroni mai indossato. Marrone come la terra, la profondità, la sostanzialità…

 

Grazie, M.M.

 

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