Sogni di LUCIANA ELISABETTA (5, 6)


Sogno 5 del giorno 08/02/2007

Perlustravo dall’esterno un’abitazione a 2 livelli, sicuramente una casa di campagna, era vuota, disabitata; riprendevo il volo e mi rivedevo atterrare sul costone di una montagna, in piedi come se fossi Mercurio. Non ero sola, afferravo ed abbracciavo, depositandola, una figura non bene identificata, una persona (forse l’alunno portatore di handicap che seguo quest’anno, la cui mamma sta dando molti problemi).

 

 

Sogno 6 del giorno 10/02/2007

Ero in un’automobile (non conosciuta) ed ero seduta sul sedile posteriore; il conducente, non conosciuto, aveva una folta chioma riccioluta a boccoli morbidi, castani, ma guidava a destra (guida anglosassone). Accanto a lui una figura femminile (tipo la mia amica Simonetta). Aveva pero` inserito la retromarcia ed io avevo l’impressione di essere caduta in una trappola: vedevo dietro di me un burrone. Grido di fare attenzione, ma, dopo un primo sobbalzo di paura, mi accorgo (con serenita`) che aveva solo intrapreso una morbida, lenta e sicura discesa a retromarcia con curve e che dello sconosciuto guidatore mi potevo (forse) fidare…!!! (Risveglio)

Facendo una ricerca su Abulafia ho incontrato questo versetto del Salmo 117 (118), 19: “Apritemi le porte della giustizia, voglio entrarvi e rendere grazie al Signore!” Ne sono rimasta colpita ed ho accostato questo versetto a due bozzetti grafici datati 08/04/06 che non ho ancora realizzato in lavori ottimali da mostrare al gruppo.

 

Grazie, Luciana Elisabetta.

 

 

 

 

Sogni di Luciana interpretazione di Franca Vascellari

Quando Luciana ha offerto al gruppo questi suoi due sogni, le abbiamo chiesto subito quale connessione lei stessa trovasse tra il sogno 5, il 6, il versetto del Salmo e i due bozzetti. Dopo una leggera esitazione la sua risposta e` stata che i sogni, il versetto e i bozzetti rispecchiavano le sue problematiche; ma in realta` la sua e` stata una risposta non risposta.
Cerchiamo insieme questa connessione.
Cominciamo ad esaminare la data dei due bozzetti: 08/04/06. Dalla numerologia, 8+4+6 = 18, ricaviamo l’Archetipo della Luna e cosi` gia` sappiamo che l’immaginazione, il sentimento, la non razionalita` e il potere femminile della sognatrice saranno l’oggetto del nostro studio e faranno da sfondo all’interpretazione.
Il primo bozzetto, intitolato “Bozzetto lettera ebraica” rappresenta una grande, luminosa, bianca lettera N vista allo specchio che emerge da un luminoso giallo in cui appare la scritta “Divino”; l’N e`accostata ad un’asse verticale in prospettiva definita “porta”. Ma sul disegno la porta, cioe` il “varco”, non c’e`, o se c’e`, e` tutto occupato dalla N che esce dalla porta... Nella sua spiegazione del bozzetto Luciana ha definito questa lettera come una probabile lettera dell’alfabeto ebraico, ma non ci sembra di trovare tale somiglianza. Restiamo per l’ipotesi della N speculare che ci permette un’ interpretazione piu` diretta: la N italiana corrisponde alla lettera ebraica Nun, relativa all’Archetipo della Temperanza (che ha la stessa radice di tempio e di tempo – infatti tem =  tagliare, separare, mescolare). Il fatto che sia speculare significa che la sognatrice la vede allo ‘specchio’, non direttamente, ma attraverso l’occhio della luce lunare, della luce riflessa; essa  ha aperto la Porta (= Yesod, porta lunare), mettendosi in contatto con la sua interiorita` ed ha visto quello che e` il principio delle commistioni che danno luogo all’esistenza delle cose, cio` che tempera  l’unione delle due colonne dell’Albero. Ma qui nell’unione, essendo essa ‘speculare’,  diventa  attiva la colonna di sinistra e passiva quella di destra, il contrario di quello che e` indicato per il corretto funzionamento dell’Albero.
Il secondo bozzetto, intitolato “La Folgore Divina”, mostra una folgore dai colori dell’arcobaleno che colpisce la roccia, appena accennata a matita, bianca. L’immagine della folgore appare nell’Archetipo n.16,  la Torre ed e` legato alla punizione dell’orgoglio, alle conseguenze karmiche, alla fatalita` ineluttabile. Potremmo considerare il secondo disegno quale rappresentazione dell’effetto che segue  allorche` il primo diventa causa.

Passiamo ad esaminare il Sogno n. 5

Perlustravo dall’esterno un’abitazione a 2 livelli, sicuramente una casa di campagna, era vuota, disabitata; riprendevo il volo e mi rivedevo atterrare sul costone di una montagna, in piedi come se fossi Mercurio. Non ero sola, afferravo ed abbracciavo, depositandola, una figura non bene identificata, una persona (forse l’alunno portatore di handicap che seguo quest’anno, la cui mamma sta dando molti problemi).
La sognatrice si vede da un terzo livello, aereo (mentale) mentre perlustra i suoi due livelli inferiori (fisico ed astrale) dall’esterno. Ma la casa (che rappresenta la sua personalita`) di campagna (cioe` semplice e legata alla natura) e` vuota, disabitata. Luciana vive un momento di solitudine e ‘vuoto’. Allora la sua attenzione, il suo pensiero si dirige all’esterno di se`, verso la montagna verso cio` che e` in salita, difficile, ma che porta in ‘alto’. Qui essa trova subito quell’ancora che le permette di stare in piedi: il servizio verso gli altri, il suo lavoro di carattere sociale (insegnante); quest’ancora la fa sentire Mercurio. Mercurio, il messaggero degli dei, e` il dio dell’attivita`, del commercio e dei viaggi, ha ali ai piedi e sull’elmo, come psicopompo (= conduttore di anime) simboleggia il felice viaggio dei morti nell’aldila` o anche nell’astrale; e`definito anche ‘argento vivo’ e poiche` l’argento e` il colore della Luna, Mercurio ‘vivo’ viene ad essere il superamento della Luna, infatti nella risalita dell’Albero cabalistico, dopo Yesod, la sephirah relativa alla Luna, viene Hod, la sephirah relativa a Mercurio. Nella vita, a scuola, Luciana esplica la funzione di guida per l’alunno handicappato, nel sogno lo afferra, lo abbraccia, lo deposita trasferendo in lui quella parte di se` che da` problemi, problemi la cui origine viene attribuita dalla sognatrice alla  mamma, alla colonna femminile, ed in particolare alla sephirah Geburah (la Madre).

Ed arriviamo al Sogno n. 6

Ero in un’automobile (non conosciuta) ed ero seduta sul sedile posteriore; il conducente, non conosciuto, aveva una folta chioma riccioluta a boccoli morbidi, castani, ma guidava a destra (guida anglosassone). Accanto a lui una figura femminile (tipo la mia amica Simonetta). Aveva pero` inserito la retromarcia ed io avevo l’impressione di essere caduta in una trappola: vedevo dietro di me un burrone. Grido di fare attenzione, ma, dopo un primo sobbalzo di paura, mi accorgo (con serenita`) che aveva solo intrapreso una morbida, lenta e sicura discesa a retromarcia con curve e che dello sconosciuto guidatore mi potevo (forse) fidare…!!! (Risveglio)
In sogno il ‘viaggio’ rappresenta la vita, il mezzo di trasporto rappresenta il nostro veicolo fisico; l’Archetipo che  gli compete e` il Carro con la carrozza (fisico), i cavalli (astrale) e il guidatore (mentale). L’automobile e` il Carro di oggi, in esso la vettura simboleggia il fisico, il motore l’astrale e l’autista il mentale. Qui la sognatrice sta dietro, non conosce e non guida da se` il suo Carro, ma si (af)-fida  di un guidatore non conosciuto di cui nota la bella capigliatura e che guida a destra (guida anglosassone). Se l’autista e` un mentale ‘non ancora conosciuto’, vuol dire che un ‘qualcuno’ non ancora noto (= non ancora nato alla Coscienza, i due verbi conoscere e nascere hanno la stessa radice) guida questo Carro, la folta chioma riccioluta ecc. lo descrive molto potente nei riguardi di Luciana (i capelli simboleggiano la forza e il potere, fisico ed astrale - v. storia di Sansone in Gdc. Cap.13-16). Accanto al guidatore essa vede una figura femminile tipo l’amica Simonetta. Simonetta deriva da Simone, che significa “dal naso camuso” =  dal naso schiacciato. Questa figura femminile ha quindi caratteristiche negroidi, nere, ed ecco  da qui l’impressione di essere caduta in una trappola (= di essere stata presa al laccio dalle forze negative).
In Italia e in Europa in strada la guida automobilistica e` a destra, nel Regno Unito a sinistra ed il posto guida nell’auto da noi e` a sinistra e in Gran Bretagna a destra per una maggiore visibilita` della via.
L’auto su cui si trova Luciana che ha la guida a destra, marcia allora nella corsia di sinistra, in senso vietato per noi, e non solo, anche la direzione della marcia dell’automobile e` contraria: l’automobile va in retromarcia. L’autista, bonta` sua, usa la retromarcia, che si adopera solo per le manovre, per scendere a valle.
Grido di fare attenzione.  Luciana nella sua descrizione passa dall’uso dell’imperfetto all’uso del tempo presente: quel Grido pare di sentirlo nelle orecchie, ha ben ragione di gridare: c’e` un autista sconosciuto che guida  in direzione vietata, a marcia indietro, in discesa e con una strada tutte curve!
Poi ci dice che (
con serenita`) si accorge che la discesa e` morbida e lenta e quindi decide di fidarsi, ma alla fiducia aggiunge un forse molto indicativo ed esplicativo.
Il versetto del Salmo 117 (118), 19
“Apritemi le porte della giustizia, voglio entrarvi e rendere grazie al Signore!” completa i 4 elementi (2 bozzetti + 2 sogni) del suo elaborato  con la preghiera di ristabilire la Giustizia nel suo mondo, e col proposito di rinnovarsi e di glorificare il Signore.
Noi vorremmo affiancarci a Luciana nella lettura e nell’attuazione di tutto il Salmo 117 (118 nella Bibbia ebraica) che e` intitolato “Salmo della Fiducia”: uno dei piu` semplici e belli, che veniva cantato forse a cori alterni durante la processione al Tempio, con la speranza che sempre la nostra totale fiducia venga riposta  in Lui, nel Signore.
Fiducia nel Se` vuol dire anche questo: riuscire a vedere la Creazione e quindi la Vita come un meraviglioso quadro dipinto dal Creatore e sapere che in questo quadro noi siamo solo una Sua pennellata e che possiamo avere una qualche intuizione dell’Opera Sua solo se ci arrendiamo totalmente al Pennello e alla Mano che ci plasma.

Grazie. F.V

 

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