Un secondo sogno di Marijana

Non mi ricordo il motivo per il quale sono venuta nello studio di un medico, immagino per il fatto di non essermi sentita bene. Il suo studio e', in effetti, una vecchia stanza piena di cose di antiquariato, con una grandissima libreria di legno. Tra gli affascinanti libri d'antiquariato d'ogni genere, noto anche certi titoli tecnici, che a me sembrano arrivati da un futuro lontano. Mi meraviglio come una persona possa riuscire a leggere tutto questo, e subito dopo mi accorgo che i libri sono pieni di polvere, e probabilmente non toccati da molto tempo.
Nell'altra parte della stanza c'e' un tavolo di forma ovale, anch'esso di legno e grande. Su (=A) questo tavolo, uno di fronte all'altro siamo seduti il medico ed io. Tra noi c'e' una grande distanza, ed io faccio fatica a vederlo bene. Nonostante questo, nel sogno ho l'impressione di conoscerlo, ma sveglia non riesco ad associarlo a nessuna persona conosciuta.
Non era una solita visita - io gli parlo di come mi sento, e lui mi risponde con i versi di cui il significato ogni tanto mi sfugge, e faccio fatica a capirlo. Mi lamento per questo e lui mi dice che deve essere cosi' e che questi sono i versi della poesia del popolo, medioevale, greca, scritta da nessuna parte, che io pero' devo studiare all'universita'. In ogni caso mi sento meglio, finche' non mi accorgo che al posto della mia mano destra, dal gomito alle dita, c'e' un vecchio tronco con le foglie vedi e fresche e con soltanto qualche foglia marrone. Mi chiedo spaventata quando e come mi e' successo questo, e subito dopo, come le foglie sono verdi quando il tronco e' cosi' antico. Non so se questo cambiamento sia definitivo o momentaneo se durera' soltanto per il tempo della mia permanenza nello studio. E se e' un cambiamento definitivo e per niente decorativo, come faccio a nasconderlo agli altri? Faccio dei movimenti davanti al medico per vedere se si accorge di qualcosa, ma lui non mi dice niente. Non dico niente nemmeno io e, anche questa volta mi sveglio senza aver parlato con nesssuno.

 

 

Sogno Marijana - interpretazione di Franca

La Stanza del medico cosi' come ce la descrive la ns/ sognatrice fa pensare al"Luogo" della Verita'', Il centro Daatico, un po' come l'Orto degli Avi del sogno precedente. Il Medico per eccellenza, lo sappiamo tutti, e' il ns/ Se', la Coscienza. Andare da Lui per Consiglio e per avere la Salute e' assai utile e Mariana ci si reca regolarmente. La Stanza e' descritta come  piena di cose d'antiquariato, ma soprattutto fornita di libri con titoli che sembrano arrivati da un futuro lontano. E' chiaro che la Stanza trascende il passato e il futuro, e' fuori del tempo, tuttavia i libri sono pieni di polvere, quasi a rimproverare il poco uso che la sognatrice fa di essi. D'altra parte il grande tavolo ovale di legno dello stesso materiale della libreria (quindi entrambi, tavolo e libreria legati all'Albero della Vita, formati della stessa materia di Esso) unisce ma anche separa Marijana dal suo Medico e c'e' difficolta' di "vista" faccio fatica a vederlo bene e di "comprensione"  mi risponde con i versi... faccio fatica a capirlo bene. Ma subito viene la risposta del Se': deve essere cosi'... sono i versi della poesia del popolo, medio-evale greca, scritta da nessuna parte... esaminiamo per un attimo queste caratteristiche dei versi con cui il Medico risponde alle domande della sua paziente: sono versi della poesia del popolo per poterli capire la paziente deve imparare a capire la poesia del popolo e per popolo noi sappiamo che si intende il Regno, cioe' il piano assianico, del Malkuth, della veglia, il piano del quotidiano qui e ora di cui ancora forse  M. non  riesce ad apprezzare la poesia che e' medioevale cioe' del tempo di mezzo, relativa al "mezzo del cammin di nostra vita", momento di riflessione e di bilancio, che la pone di fronte alle sue responsabilita' e doveri d'incarnazione, poesia greca (= distintivo di alto grado dell'esercito e della marina), poesia della raggiunta maturita' sul dominio del mondo fisico ed astrale, ma anche poesia greca (=  disegno a forma labirintica che presuppone l'incontro del Teseo con l'Arianna interiore),v. il mito di Arianna in www.taote.it/miti  poesia scritta da nessuna parte cioe' in nessun luogo, e quindi dappertutto, poesia che si deve studiare all'Universita', Luogo a cui si accede per il conseguimento di una laurea, ma soprattutto Luogo di Universalita', di Totalita'. L'ascolto, anche se non la completa comprensione, dei versi del Medico fa sentire subito meglio la paziente.  Ma questa volta non e' la solita visita, e' qualcosa di particolare; infatti ad un certo momento  succede un che di simile ed una "metamorfosi" all'avambraccio e alla mano destra della sognatrice, queste parti del suo corpo si trasformano in un vecchio tronco con foglie verdi e fresche e con soltanto qualche foglia marrone, torniamo alla simbologia dell'Albero della Vita con trasformazioni relative al centro di Geburah - coraggio, forza, controllo, rigore, protezione ecc. (avanbraccio e mano "destra" in sogno e quindi "sinistra"della colonna femminile, yin, nello stato di veglia); questa metamorfosi produce foglie verdi e fresche vale a dire che il centro si rinnova e ri-nasce, anche se con qualche foglia marrone che rappresenta il normale ricambio di un ramo di un Albero vivo e attivo. La metamorfosi dell'arto tuttavia spaventa la sognatrice che teme il giudizio degli "altri"(= delle altre sue componenti psichiche, scettiche o incredule).Vorrebbe che il Medico la tranquillizzasse sulla durata e sulla qualita' del mutamento ma invece non c'e' ne' domanda da parte sua, ne' risposta alla domanda muta. Anche questa volta mi sveglio senza aver parlato con nessuno. Ecco il vero timore di Marijana: essa teme di non aver saputo approfittare della lezione del sogno. Ma non c'e' da avere nessuna paura "la lezione" e' il sogno stesso e averlo ricordato con tanta precisione e averlo portato al gruppo per studiarlo insieme e' la medicina della malattia. Il Medico poi e' sempre li' pronto a rispondere con i versi giusti per noi al momento giusto e se anche non riusciamo a vedere e a capire tutto (...e come potremmo?) il nostro vecchio Albero al Suo contatto rigenera foglie, fiori e frutti...Buone Metamorfosi, Marijana!

Grazie. F.V.

 

 

Sogno di Marijana - Interpretazione di  Natale

"Non mi ricordo il motivo per il quale sono venuta nello studio di un medico, immagino per il fatto di non essermi sentita bene.
Ognuno di noi, come Marijana, soffre di una strana malattia sconosciuta. Sappiamo tutti di essere stati contagiati da qualche virus ( lo sentiamo dentro), ma ne ignoriamo la natura. Tuttavia, non occorre essere medici né santi per capire come la nostra anima (la psiche che sta fra corpo e Spirito) è stata morsa dal serpente dei sensi, ed una volta infettata è stata costretta a seguire i comandamenti del corpo anziché quelli dell'Uno. Questo sbilanciamento verso il "basso" rompe un equilibrio e fa salire molto in alto il piatto delle vere Verità. Viene perso il contatto con la nostra vera natura, che è Coscienza una e indivisibile per tutti e per tutto, e sentendoci solo elementi, a seconda della preponderanza ora dell'uno ora dell'altro, o a seconda dei loro cangianti miscugli, ci sentiamo circondati da un continuo caos.  Ovviamente nessuno qui intende condannare il corpo ed i suoi sensi. Stiamo solo dicendo che l'anima è stata quasi schiavizzata dalla apparente nostra individualità.Il corpo è fondamentale, per dirla cabalisticamente, è il Malkuth, la pietra, ed esso va "usato"nel migliore dei modi. Ora, Marijana sente molto questa "malattia", e cerca di combatterla in qualche modo. La sua anima, nel sonno, allorché la presa del corpo e della mente egoica è allentata, si predispone all'intuizione, alla cura, ed ecco il suo bellissimo sogno.
Lo studio del medico" è una vecchia stanza piena d'antiquariato con una grandissima libreria di legno. Tra gli affascinanti libri d'antiquariato d'ogni genere, noto anche certi titoli tecnici, che a me sembrano arrivati da un futuro lontano… i libri sono pieni di polvere, e probabilmente non toccati da molto tempo…"  L'anima, dovendo "ubbidire" al corpo, non ha più tempo da dedicare alla ricerca della via che conduce a Casa. La saggezza (rappresentata da antichi volumi) viene avvicinata solo dalla polvere, la quale incanutisce i volumi ed in un certo senso li "invecchia" (libri d'antiquariato), ed in questa triste situazione, anche il sapere che ancora è idea, è vecchio anzitempo: "certi titoli tecnici…sembrano arrivati da un futuro lontano". Ma veniamo alla visita. Medico e paziente stanno seduti uno di fronte all'altro ad un grande tavolo ovale di legno. Tra noi c'è una gran distanza, e io faccio una gran fatica a vederlo bene. Nonostante questo nel sogno ho l'impressione di conoscerlo… A questo punto ci assale un paradosso: e se il medico del sogno rappresentasse simbolicamente la "malattia" dell'anima?  Se fosse simbolo di una mente che anziché votarsi alla ricerca (non si accosta alla Sapienza rappresentata da libri antichi e impolverati) gioca con le parole (Io gli parlo di come mi sento, e lui mi risponde con i versi…della poesia del popolo…scritta da nessuna parte). Come se la mente non essendo capace di seguire il senso delle parole di saggezza (i libri antichi non letti), si adagiasse su una saggezza popolare ( i versi della poesia del popolo) che altro non rappresenta se non la "volgarizzazione" della filosofia. Tale poesia popolare non è scritta da nessuna parte, perché incoerente, nonostante riporti tracce confuse di sapere. Ma l'anima non guarirà mai se le si  offrirà un intruglio che manca persino di formula chimica. Difatti, Marijana per un po' si sente meglio, finché non mi accorgo che al posto della mia mano destra, dal gomito alle dita, c'è un vecchio tronco con le foglie verdi e fresche, e con soltanto qualche foglia marrone. Mi chiedo…come mai…le foglie sono verdi quando il tronco è così antico.
Questa è la parte più bella del sogno, ed io la definirei una intuizione mascherata.  L'immagine onirica è il vaccino giusto per quel virus di cui parlavamo all'inizio, e pare che voglia indicare la giusta via da seguire per tornare a casa. Ed ecco come Marijana suggerisce a Marijana di seguire la Vita che è Verità e Via: il corpo è solo testimonianza. Esso è un inno alla Gioia che l'intero universo canta alla infinita Luce attraverso infiniti corpi. Se la terra è la madre di tutti i corpi che in essa nascono e se il sole è il padre di entrambi, quel braccio tramutato in albero vuol solo dire: Marijana, tu, come corpo, non ti appartieni, sei solo figlia del Cielo e della Terra; come tutti gli altri corpi, esso si dissolverà in elementi ed atomi. Esso è un semplice "vegetale-animale", e credimi, tu, anzi TU, non sei quello, ma QUELLO. Cosa?  Ma Vita, Marijana, Coscienza Onnipervadente. Tu, come ogni altra cosa, sei in Cristo, la Materia Prima dei mondi, la Vera Verità. E siccome ogni altra cosa diversa da te, LA contiene e ne è contenuta, tu non sei te, ma l'Altro, QUELLO.
Il corpo di ognuno di noi non è altro che cibo e aria, e l'antico adagio "conosci te stesso" non va certo riferito al solo corpo. Sì, è certamente utile conoscerlo e alimentarlo e curarlo nel migliore dei modi, ma se ci fermassimo ad esso, la ricerca della conoscenza di sé sarebbe davvero misera.
Il Soffio Divino che animò Adamo è lo stesso soffio che anima i mondi. Ogni essere ne è testimone.
Forse non è neanche il caso di nascondere quello strano braccio, o di fare manovre (come dice la nostra amica) per osservare le reazioni del medico. Questi non dice niente perché non può  dire niente. Non può capire il linguaggio dei simboli uno che è bloccato al suono delle parole. La vera poesia ha un'anima, mentre i versi di tale medico onirico hanno solo corpo. Ma può un corpo esser vivo senza avere un'anima che lo anima? No. Non per nulla il termine anima, indica qualcosa che muove, che (appunto) anima. Quindi anche i versi di questo camice bianco hanno un'anima, ma essa è ancora piccola: un pò muove e un po' no: e lui mi risponde con i versi di cui il significato ogni tanto mi sfugge.
Certo, per un analista junghiano, un sogno del genere sarebbe stato una manna. Tanto più che esso è stato "prodotto" dalla sognatrice proprio prima del primo incontro con un suo amico analista discepolo di Jung.  Avrebbe sicuramente gettato luce su quella che avrebbe potuto essere una analisi
condotta secondo i metodi della Psicologia Analitica. Ma noi per il momento ci fermiamo qui, e lasciamo che altri approfondiscano questo punto di vista.

 

Grazie. Nat.

 

 

Sogno di Marijana – interpretazione di Maurizio

Marijana ci propone un racconto onirico molto interessante, incentrato – sembra – sul suo colloquio con una parte profonda di sé, dichiaratamente identificata con un ‘medico’, cioè con un terapeuta deputato a soccorrere la sognatrice per un non ben chiaro malessere, una sorta di figurazione del cosiddetto Animus, o addirittura del Sé. Sembra importante sottolineare che la parola ‘medico’ deriva dal verbo latino ‘medìri’, cioè ‘curare’, e che lo stesso etimo ha prodotto la parola ‘meditazione’. Siamo quindi in un momento molto significativo, e la meditazione è sottolineata anche dal fatto che nel sogno ci sono accenni al remoto passato, all’’antiquariato’, come anche ad un futuro lontano, sotto forma di libri: si parla, quindi, di conoscenza profonda, sia retrospettiva che anticipatrice, anche in relazione con qualcosa di molto più vasto di una singola personalità umana, che avrebbe difficoltà a ‘leggere’ un tale patrimonio conoscitivo. Anzi, i libri sono pieni di polvere e, quindi, “probabilmente non toccati da molto tempo”: essi, dunque, trascendono i normali interessi e forse anche le capacità consuete; forse sono perfino al di là del tempo, rappresentando la Conoscenza nel senso superiore, cioè Da’ath in termini cabalisitici, Buddhi nel linguaggio delle filosofie orientali. Tuttavia l’ambientazione del sogno non è apparentemente connessa con la tematica filosofico-religiosa, ma sembra più legata all’ambito dell’analisi psichica del profondo. La descrizione dello studio medico ricorda molto da vicino quella del gabinetto psicanalitico di Freud, che personalmente ho avuto occasione di visitare a Londra, città dell’ultima parte della vita dello scienziato indotto da amici e discepoli a fuggire dalla Vienna nazista. Tale studio era saturo di statuette, oggetti e libri d’antiquariato, ampi scaffali di legno, sul tavolo gli occhialetti di Freud e la penna, come se egli fosse appena uscito dalla stanza. Nel complesso un’atmosfera simile a quella del sogno che stiamo esaminando. Il medico di Marijana è seduto insieme a lei – sia pure restando molto distante, quasi occultato dalla lontananza - ad un tavolo ovale, grande e di legno: ancora un’allusione a simbologie totalizzanti, come quella dell’’uovo cosmico’. Il legno, presente dall’inizio alla fine del racconto onirico (e notiamo che la carta dei libri ne è un’ulteriore derivazione) è un elemento solido e materiale che, però, conserva le caratteristiche della vita: si muove, ‘respira’, ha un’’anima’. Gli antichi cinesi lo annoveravano fra i loro ‘cinque elementi’, e gli attribuivano le virtù dello spirito ‘yang’, cioè quello connesso con la crescita, con la luce, con la sopravvivenza alla morte, con la nascita o la rinascita. Il nostro terapeuta cura Marijana con dei versi medioevali, greci, sconosciuti, mai scritti, che però – sottolinea la sognatrice – lei avrebbe dovuto studiare all’Università. Ancora una volta, mi sembra, viene proposta una sorta di dualità fra quello che la mente può apprendere e comprendere e una essenza misteriosa e mistica, forse in parte afferrabile con la poesia, cioè con il ‘sentire’, sperimentabile ma non interamente conoscibile con la sola mente ordinaria. La stessa parola ‘Università’, da un lato allude alla scienza dell’uomo, dall’altra a qualcosa di globale e totale come l’Universo stesso. L’esposizione all’incantesimo dei versi fa bene alla sognatrice, che inizia a sentirsi meglio. Ciò che produce questo benessere sembra essere proprio questo: l’elemento mistico, misterico, che travalica le nozioni e la struttura della mente comune, pur fondando sul lavorìo di questa nello studio e l’introspezione psichica. Probabilmente il sogno chiede alla sognatrice un abbandono ad una dimensione ulteriore, a questa Conoscenza diversa: oltre l’analisi della psiche, evidente nel racconto, si intravvede la sintesi dello spirito… Marijana, però, risulta prudente, dubbiosa, non del tutto convinta: si accorge di una trasmutazione del suo avambraccio destro, che ora è un ‘vecchio tronco’ che si rinnova con foglie ‘verdi e fresche’. Tradizionalmente, nei vari esoterismi, la parte destra è di solito connessa con il lato razionale, analitico e conservatore della struttura mentale. Il braccio e la mano destra della sognatrice, strutture di relazione con il mondo, si stanno trasformando: Marijana trova che tale mutazione non è ‘decorativa’ e non sa se può riuscire a nasconderla (anche rispetto al terapeuta-Sé, che in questo caso diventa autorità e Super-io), soprattutto se definitiva. In sostanza teme di poter essere giudicata per una sua diversità nascente, quasi ‘istintiva’ - che lei stessa non riesce a comprendere e quindi risulta parzialmente ancora inconscia - e tutto ciò la inibisce. L’abbandono, dunque, e la necessità di far emergere e di esprimere sembrano essere le forti urgenze del momento. 

 

 

 

Sogno di Marijana - interpretazione di  Anna

Marijana ha dentro un medico che le spiattella la diagnosi e la cura piuttosto chiaramente, basta prestare un po' di attenzione.
Marijana dice di essere andata dal medico perche' non si sente bene, sa di conoscere il medico, ma non assomiglia a nessuno che conosce, ovvero non lo "ri-conosce". Penso che, piuttosto, si tratti di disagio interiore, una scontentezza sorda che non riesce a capire.
Il sogno sembra sospeso fra passato e futuro. L'elemento dominante e' il legno: mobili di antiquariato, libreria di legno, grande tavolo ovale di legno e poi una parte del suo corpo - addirittura la mano destra e l'avambraccio - che scopre essere diventato un "vecchio tronco".
A mio avviso niente piu' del legno ci puo' dare la sensazione di "filo diretto" col passato, con le ns/ radici, la ns/ essenza sottile. Il legno, ex albero, viene dalla "terra", dal profondo e, seppure "morto" si usa dire che il legno e' vivo, appunto come le ns/ esperienze passate e i ns/ ricordi. Noi siamo quello che dalla ns/ terra, attraverso il ns/ legno, facciamo emergere e magari riusciamo ad offrire.
La sognatrice si rivolge al "medico" e questi le risponde con i "versi della poesia del popolo, medioevale, greca, scritti da nessuna parte..." Ovvero, mia cara sognatrice, la "vox populi, vox Dei" e' dentro di te, e' la tua Coscienza, la tua Scintilla. Il tuo quid non deve essere scritto da nessuna parte, ma tu sai di doverlo affinare e raffinare "dovevo studiarlo all'universita'". Tu sei un tutt'uno con essi (i versi) e loro sono con te. Sei anche quei libri polverosi che nessuno legge (sono mai stati letti, sembri chiederti), che sembrano intimidirti; quei libri dai titoli tecnici di un futuro lontano che non ti incuriosiscono. Il futuro ti intimidisce, forse ti spaventa.
Ma il solo fatto di aver percorso in sogno questo iter ti fa sentire meglio. Ma e' a questo punto che ti rendi conto (con terrore?) che la mano e l'avambraccio destro appaiono come "un vecchio tronco" ma con foglie verdi e fresche, qualcuna marrone.
E' un'immagine bellissima. Mi sembra proprio l'essenza dell'istante che passa - qualche foglia marrone -. Ma le altre, che nascono dal ns/ legno, sono verdi e fresche, germogli nati da poco: il futuro e' qui, e' gia' qui, in esse.
Godiamo dunque di questi germogli nati dal vecchio tronco. Non debbono durare soltanto il tempo dell'incontro col "medico" - la ns/ Coscienza - ma accettiamo che la ns/ vita e' cambiamento. Il divenire e' a portata di mano. Non c'e' nulla di spaventoso. Dobbiamo solo viverlo. Imparare a gestirlo. Con fiducia, e magari aprirci con un sorriso di benvenuto.

 

Grazie. Anna

 

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