Un sogno di Marijana (6)


La mattina del 17 gennaio mi sono svegliata dopo aver fatto il primo sogno sul CIS. Non era uno dei miei sogni abituali, ma era  lucido e trasparente ed era divenuto veglia in modo indolore, come se da sveglia avessi la ferma convinzione di essere stata veramente al CIS. Dopo il primo risveglio mi ricordavo perfettamente dell'interessante argomento che si trattava e che io affrontavo con una grande lucidità e chiarezza, mi ricordavo del sentimento di una piena presenza del nostro gruppo attuale, di noi sette con Franca e Natale (ma dopo il secondo risveglio non mi ricordavo più dell'argomento trattato). 
Poi mi sono riaddormentata e di nuovo ero al CIS.
La seconda riunione onirica è iniziata come tante altre in realtà, soltanto Paola era seduta nel posto di Franca o di Natale, ed io stavo in piedi dietro di lei. Franca e Natale erano nei nostri posti. Leggevamo un'opera teatrale in un tedesco che non si usa più, e io sapevo che questa era una lingua del Sette-Ottocento, nella quale, secondo la mia impressione, si scrivevano le opere teatrali dell'epoca. Ma il 'nostro tedesco' non assomigliava al tedesco contemporaneo né a nessuna altra lingua a me nota. Era una continua ripetizione di un mormorio, melodico e ritmico, e soltanto a volte si pronunciavano alcune parole che mi ricordavano qualche lingua contemporanea. Anche se non la parlo, in qualche modo, questa lingua è comprensibile per me ed io leggo il testo con una partecipazione affettiva. Mi chiedo come è possibile questo e con un grande piacere capisco di aver imparato ad usare l'intuito. Comincio ad esercitarmi e ad impegnarmi di più e constato di capire sempre di più, anche se alcune frasi mi rimangono sconosciute.

All'improvviso sulla porta vedo entrare mio zio con sua figlia, i quali  in realtà non vedo da più di dieci anni. E' un cugino di mio padre e sua figlia che è dodici-tredici anni più giovane di me e che si è laureata in lingua italiana come la migliore studentessa del gruppo.    
Loro si mettono in piedi fra la finestra e l'attaccapanni con l'intenzione di seguire le nostre prove. Ma mio zio sembra molto distaccato e assente, mostra indifferenza e freddezza, contrariamente a come sia fatto e di come siano stati i nostri rapporti nella vita.
Continuiamo a leggere le parti, a momenti si sente la musica in sottofondo scelta da Natale, ma lui all'improvviso decide di sostituire questa musica con una moderna musica turco-araba, il cosiddetto 'turbo-folk'. Io mi meraviglio di questa sua scelta, penso che ci possiamo presentare in modo migliore e chiedo a Franca se possiamo fare 'Antigone'. Lei accetta e io vado a salutare mio zio prima di andare a vestirmi per 'Antigone'. Lo bacio tre volte come da abitudine ortodossa, ma lui rimane immobile e algido. Poi, davanti i miei occhi comincia a trasformarsi in un'altra persona assumendo i tratti somatici molto armoniosi e belli. Io so di aver visto una volta questa nuova persona che assomiglia o ad un attore di qualche dramma greco o a qualche statua antica.

Vado a cambiarmi, ma vicino il divanetto vedo un pezzettino di cotone un po' macchiato di sangue. Mi chiedo se appartiene a me e lo nascondo nella tasca. Entro in un altra stanza cercando di concentrarmi sulla parte, ma la mia attenzione viene catturata da un altro pezzo di cotone  vicino il bagno, totalmente macchiato di sangue mestruale, probabilmente mio.
Tutti sono sul palco, mi aspettano, ma io rimango a girare nelle mani il cotone insanguinato cercando di ricordarmi come inizia la mia parte. So di conoscerla tutta, non riesco soltanto a ricordarmi delle prime parole:'' Cara sorella Ismene".

Grazie, Marijana

 

 

 

Sogno Marijana 6 int. Franca 

La mattina del 17 gennaio mi sono svegliata dopo aver fatto il primo sogno sul CIS. Non era uno dei miei sogni abituali, ma era  lucido e trasparente ed era divenuto veglia in modo indolore, come se da sveglia avessi la ferma convinzione di essere stata veramente al CIS. Dopo il primo risveglio mi ricordavo perfettamente dell'interessante argomento che si trattava e che io affrontavo con una grande lucidità e chiarezza, mi ricordavo del sentimento di una piena presenza del nostro gruppo attuale, di noi sette con Franca e Natale (ma dopo il secondo risveglio non mi ricordavo più dell'argomento trattato). 

Poi mi sono riaddormentata e di nuovo ero al CIS.

L’Archetipo che si ricava dalla data del sogno di M. e` quello relativo al n. 17, Le Stelle, anche detto La Stella o I Sette Sigilli, Archetipo legato alla comprensione delle cose, alle rivelazioni interiori (apertura dei sigilli), alla scoperta delle doti karmiche e dello scopo della  incarnazione.

Sabato 12/ 01/08 abbiamo ripreso col gruppo la pratica della meditazione guidata, dopo che tutti i suoi componenti, da noi sollecitati ad esprimere il loro parere su come incrementare il comune interesse spirituale, l’avevano richiesta per iscritto, in particolare Marijana aveva anche richiesto di dedicare una particolare attenzione ai sogni, ed ecco che il 17/01 le arriva questo sogno particolare, composto di 2 sogni legati al CIS e probabilmente alla pratica meditativa. Il primo sogno, al primo risveglio, offre come caratteristica 3 sostantivi: lucidita`, chiarezza, presenza, ma al secondo risveglio  e` tutto dimenticato, e percio` non ci resta che esaminare il secondo sogno, eccolo.

La seconda riunione onirica è iniziata come tante altre in realtà, soltanto Paola era seduta nel posto di Franca o di Natale, ed io stavo in piedi dietro di lei. Franca e Natale erano nei nostri posti.

Il posto nel cerchio formato dal gruppo e` stato spesso motivo di piccole discussioni. In realta` se il cerchio e` davvero un cerchio, tutti i posti dovrebbero essere uguali…ma poiche` si fa coincidere il posto con il ruolo, ecco che il posto nel sogno serve a cambiare di ruolo e a cambiare soprattutto il punto di vista. Marijana con Luca, suo compagno nella vita, (che non e` nominato) scambiano di fatto il posto con Franca e Natale, anche se Marijana, per non ‘dirlo’ apertamente, mette in mezzo, coinvolge, nel posto di Franca e Natale, Paola (altra componente del gruppo); ma ‘Paola’ significa ‘piccola’, ‘modesta’ e Marijana pone se stessa, o meglio la coppia Marijana-Luca ‘modestamente’ alle  spalle di Paola.

Leggevamo un'opera teatrale in un tedesco che non si usa più, e io sapevo che questa era una lingua del Sette-Ottocento, nella quale, secondo la mia impressione, si scrivevano le opere teatrali dell'epoca. Ma il 'nostro tedesco' non assomigliava al tedesco contemporaneo né a nessuna altra lingua a me nota. Era una continua ripetizione di un mormorio, melodico e ritmico, e soltanto a volte si pronunciavano alcune parole che mi ricordavano qualche lingua contemporanea.Anche se non la parlo, in qualche modo, questa lingua è comprensibile per me ed io leggo il testo con una partecipazione affettiva. Mi chiedo come è possibile questo e con un grande piacere capisco di aver imparato ad usare l'intuito. Comincio ad esercitarmi e ad impegnarmi di più e constato di capire sempre di più, anche se alcune frasi mi rimangono sconosciute.

La lettura del testo teatrale nel nostro tedesco arcaico (tedesco = lingua popolare, contrapposta a lingua classica) conduce la sognatrice alla conoscenza o meglio alla reminiscenza del suo passato, in un linguaggio per lei comprensibile e capace di suscitare in lei una partecipazione affettiva. Nel ruolo di Franca-Natale Marijana con-prende l’uso dell’intuizione (intuire = guardare dentro = guardarsi allo specchio, conoscersi per via diretta, senza mediazione). M. decide di sviluppare questa qualita`attraverso l’esercizio e l’impegno, pur rendendosi conto della difficolta` di una simile ambizione.

All'improvviso sulla porta vedo entrare mio zio con sua figlia, i quali  in realtà non vedo da più di dieci anni. E' un cugino di mio padre e sua figlia che è dodici-tredici anni più giovane di me e che si è laureata in lingua italiana come la migliore studentessa del gruppo.   

 L’uso dell’intuizione provoca l’apparizione dello zio ( = dio, demone interiore, Se` ecc.) e della di lui figlia.  Marijana, su domanda di Natale, ci ha chiarito il nome della cugina: Caterina; il significato di questo nome e`: la pura, ma anche la saettante (= luce, forza, shekinah ecc.). Caterina, con la sua Luce  e`  ovviamente una ulteriore specchiatura della stessa M. nella sua parte femminile: anima, o psiche; essa e` riuscita, venendo a stabilirsi in  Italia, a laurearsi in lingua italiana come la miglior studentessa del gruppo. M. e` ben felice di essere venuta in Italia e di aver imparato cosi` bene la nostra lingua (le ns/tecniche di autoconoscenza) come la miglior studentessa del gruppo. Qui ci vengono elargiti tre numeri: sono 10 anni che Marijana non vede lo zio, la figlia  ha 12-13 anni meno di lei. Possiamo ritrovare il riferimento a tre Archetipi: 10, la Ruota, il Mutamento, il Tempo, 12, il Sacrificio, 13, la Trasmutazione. La presenza dello Zio e della di lui Figlia si produce attraverso il Tempo, il Sacrificio, la Trasmutazione.

Loro si mettono in piedi fra la finestra e l'attaccapanni con l'intenzione di seguire le nostre prove. Ma mio zio sembra molto distaccato e assente, mostra indifferenza e freddezza, contrariamente a come sia fatto e di come siano stati i nostri rapporti nella vita.

Zio e cugina si posizionano alle spalle dei posti che normalmente occupano Marijana e Luca. Qui abbiamo quattro vocaboli relativi allo zio: distaccato, assente, mostra indifferenza e freddezza.

Il rapporto con lo Zio sembra difficile e sgradevole.

Continuiamo a leggere le parti, a momenti si sente la musica in sottofondo scelta da Natale, ma lui all'improvviso decide di sostituire questa musica con una moderna musica turco-araba, il cosiddetto 'turbo-folk' .

La sognatrice teme un giudizio negativo dello Zio  sul suo ‘passato-presente’ da questa disapprovazione nasce la necessita` di cambiare musica  e ovviamente il compito e` affidato a Natale (= che e` relativo alla nascita, al ‘nuovo’), ma unire sincreticamente il ‘vecchio’ col ‘nuovo’ produce Turbo-folk, cioe`crea disarmonia..

 Io mi meraviglio di questa sua scelta, penso che ci possiamo presentare in modo migliore e chiedo a Franca se possiamo fare 'Antigone'.

Tra una recita sul passato (tedesco arcaico) e una musica del futuro (turbo-folk) M. decide di preferire un presente vero e recitabile, in cui e` protagonista: Antigone (= al posto della Madre), l’eroina che prende su di se` il ruolo di ‘Terra’, che seppellisce il suo morto (i suoi errori) e che e` disposta al Sacrificio pur di ribellarsi al tiranno (il male)…

Lei accetta e io vado a salutare mio zio prima di andare a vestirmi per 'Antigone'. Lo bacio tre volte come da abitudine ortodossa, ma lui rimane immobile e algido. Poi, davanti i miei occhi comincia a trasformarsi in un'altra persona assumendo i tratti somatici molto armoniosi e belli. Io so di aver visto una volta questa nuova persona che assomiglia o ad un attore di qualche dramma greco o a qualche statua antica.

Con l’approvazione di Franca (= che e` libera), M. va a vestirsi da Antigone, ma prima bacia tre volte come da abitudine ortodossa lo Zio che all’inizio resta immobile ed algido. Notiamo che lo ‘zio’ di Antigone e` proprio Creonte, il tiranno della tragedia sofoclea e che quindi in questo triplice bacio c’e` un tentativo di superare il conflitto tra il Bene (lo zio, il dio buono) e il male (Creonte, il tiranno); il tentativo riesce, lo zio e il tiranno si fondono in un’altra persona dalla bellezza armoniosa e ‘greca’ che M. gia` ha conosciuto (probabilmente una precedente esperienza di carattere spirituale).

Vado a cambiarmi, ma vicino il divanetto vedo un pezzettino di cotone un po' macchiato di sangue. Mi chiedo se appartiene a me e lo nascondo nella tasca. Entro in un altra stanza cercando di concentrarmi sulla parte, ma la mia attenzione viene catturata da un altro pezzo di cotone  vicino il bagno, totalmente macchiato di sangue mestruale, probabilmente mio.

Il conflitto tra passato e presente, tra bene e male pareva superato, ma di nuovo la spirale del ‘cambiamento’ riporta Marijana a preoccuparsi di problemi relativi al sangue mestruale, cioe` inerenti alla ‘vita’, alla sofferenza, alla fertilita`, alla donazione di se`.

Tutti sono sul palco, mi aspettano, ma io rimango a girare nelle mani il cotone insanguinato cercando di ricordarmi come inizia la mia parte. So di conoscerla tutta, non riesco soltanto a ricordarmi delle prime parole:'' Cara sorella Ismene".

Il gruppo, cioe`tutta Marijana e` pronto per la ‘recita’, per affrontare il presente-futuro, cioe` la vita; M. ‘sa’ tutta la parte ma non riesce a ‘ricordare’, vale a dire ad accettare in se` il personaggio di Ismene. Andiamo a vedere nel copione quale e` la ‘battuta’ che  caratterizza Ismene: “ siamo rimaste sole, siam donne e non possiamo lottare contro il re! Dunque ci tocca d’obbedire. Io chiedero` perdono al morto e a chi governa obbediro`!

Marijana non accetta la sua debolezza femminile e …il fatto di dover obbedire al re! …Beh, prima o poi si impara anche questo!

…Il seguito lo vedremo al prossimo sogno.

Grazie. F.V.

 


 

Sogno Marjana n.6 int. Natale

Il CIS (Centro Studi Io Sono) è un luogo particolare in cui ogni componente del gruppo è invitato a focalizzare il suo essere sull'Essere. Se in sogno Marijana va al CIS possiamo presumere che la sua psiche (la sua anima) tocchi quelle particolari corde che vibrando possano confermarle la sostanza del suo vero Essere. Insomma, nel sogno la personalità, la maschera, il personaggio, va in cerca della sua vera identità: dell'attrice.  Il personaggio è una finzione, una creazione retta dall'attore, un fantoccio la cui anima è un pensiero ed il cui sangue è la totalità dell'artista.
Quando un attore dimentica la parte, il personaggio annaspa, non sa che dire, perde la sua momentanea identità, perde vitalità, vita, ha una piccola emorragia, cui il suggeritore (l'attore stesso) porrà rimedio con una trasfusione di suggerimenti di parole. Teniamo presente che Marijana al momento sta impersonando Antigone, cioè l'archetipo della ribellione, del coraggio, del sacrificio in nome di un'idea, e che tale incarnazione assorbe molte energie, poiché mette inconsciamente in moto
tutte le passate ribellioni della nostra amica e pure quelle che ancora non hanno trovato sfogo perché un Super Io censore (lo zio) ne impedisce "l'esplosione". Ecco dunque che la sognatrice, nel corso di due avventure oniriche, cerca di comprendere il suo Essere (sarebbe meglio dire: il suo Essere cerca di poter affermare il proprio ‘Io Sono’ senza usare violenza al personaggio) attraverso le coordinate spazio-temporali della sua esistenza. Che la vita è un gran palcoscenico, la sognatrice lo ha capito da un pezzo, ma due punti del sogno ci indicano chiaramente che Marijana ha dimenticato la parte che deve "recitare" nella vita (le perdite di sangue, la dimenticanza del primo sogno). Quando nel corso di un discorso l'idea principale di esso viene trattenuta dalla memoria, diciamo che perdiamo il filo, ed improvvisamente quello che era un luogo mappato e conosciuto, diviene un labirinto da cui non sappiamo come uscire. E qui possiamo riproporre la figura dello zio che si trasforma, per divenire, senza che l'io onirico di Marijana se ne renda conto, un convitato di pietra, non solo freddo ma anche immobile. Il tutto può far pensare non solo ad un censore che si irrigidisce davanti all' io che sta per vestire i panni del ribelle, ma anche ad una effettiva perdita: come se la sognatrice si rendesse conto che una qualche sua ribellione in itinere possa urtare un suo forte complesso a carattere religioso formatosi in seno alla famiglia di appartenenza, un modo di pensare che ha messo radici nella sua anima e che nella nuova realtà non ortodossa (nel senso ristretto di non usuale) potrebbe entrare in conflitto con altri modi di pensare. Il tutto tocca sempre un particolare momento: quello del cambiamento di personaggio: la sognatrice sta per incarnare Antigone sul palcoscenico (ma ricordiamo che nella realtà sta recitando la parte di Antigone proprio nel teatrino del CIS), e lo zio si trasforma; poi essa sta per indossare il costume di Antigone, e per terra trova un "pezzetino di cotone un po' macchiato di sangue…" (subisce una perdita che vuole nascondere mettendo in tasca il cotone); cerca di concentrarsi sulla parte di Antigone, ed ecco "un altro pezzo di cotone…totalmente macchiato di sangue mestruale, probabilmente mio"; tutti gli altri attori sono pronti sul palco, ma lei non ricorda più la parte e rigirando fra le mani il pezzo di cotone macchiato di sangue, cerca di ricordare la battuta iniziale della tragedia: "Cara sorella Ismene".
Qualche atto di ribellione ha lasciato un solco profondo? Beh, se la risposta è sì, non c'è che da prenderne atto e convincersi che esso è già avvenuto e che la situazione da vivere è questa e non quella che avrebbe potuto essere se quell'atto non fosse mai avvenuto.
La ribellione riguarda una sorella-cugina (interiore o esteriore poco conta)? Anche in questo caso, una conoscitrice del teatro come Marijana, che fin da piccola ha odorato le tavole del palcoscenico grazie a suo padre teatrante e che ha conosciuto migliaia di personaggi, sa benissimo che nel nostro petto, nella nostra anima convivono migliaia di personaggi più o meno forti, più o meno riusciti, più o meno cocciuti, i quali tutti hanno assaporato la pantomima dell'essere (minuscolo) grazie all'Essere (maiuscolo). Inoltre la nostra amica, avendo studiato le opere di Jung, sa bene come l'impersonale Sé (non-persona, non-maschera) è la risultante di Io + Inconscio, per cui, preso atto dei mille complessi affettivi che ognuno di noi si porta appresso, non resta altro da fare che ricordarli, pretendere da loro la gran parte di energia psichica che ci hanno sottratto per imporre il loro personaggio sulle tavole di quel meraviglioso palcoscenico che è la vita (il più bel gioco dell'Essere); lasciare  un pizzico di energia tale che possa permetter loro di vivere nei nostri ricordi; dopodiché, trasfusi di energie, si possa pensare agli archetipi, non perché da essi costretti, ma perché si è bussato alla loro porta con rispetto, con controllata paura e soprattutto con l'attenzione di un samurai, che nel momento della battaglia scompare per lasciar posto ad una sottile e sapiente energia in azione. Quanto agli altri elementi del sogno, ci sembra che Franca li abbia ben analizzati.
Non resta che dare un'occhiata al disegno di Maurizio. Come al solito, il nostro amico, fiutando un bisogno d'affetto, prorompe in abbracci, dopo avere, con pochi tratti di matita straripanti bellezza ed affettuosità, messo a nudo il sogno, scioglie di esso ogni acido corrosivo (v. parte inferiore del disegno), ogni male, per sgravare di peso l'affardellato sognatore di turno. Le mani tese morbidamente verso l'Antigone-Marijana fornita di robuste ali sono un invito esplicito ad uscire dal momentaneo "pantano onirico" (
la vita è sogno, diceva Calderon de la Barca), spiccando un volo psichico che equivale ad un semplice atto di volontà cosciente carica non solo dello scontato "io voglio" ma anche di "io devo", "io posso", "Io Sono". Maurizio, come un'antenna ha dapprima raccolto l'empatia di tutto il gruppo verso
  Marijana, poi ha invocato la sua amica "Musa della Bellezza" e la di lei cugina "Musa della Bontà", quindi ha temperato una matita a punta morbida ed ha "creato" un futuro artistico: un magico contenitore, le cui pareti sono accoglienti e trasmutanti. Nulla di esagerato: ogni domanda ha la sua risposta; ogni sogno ha la sua analisi; ogni punto del cerchio è affare di tutta la circonferenza. Ogni punto è lo stesso Io Sono, e solo in quanto vero Essere ha diritto di chiamarsi ente. Chi non E' non può essere un ente, ma un non-ente, che contraendo corrisponde a ni-ente.
Cara Marijana Antigone e` solo un personaggio storico-fantastico. Un niente. Usiamolo per imparare e, perché no, per divertirci. 

         

Grazie, Natale Missale

 

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