Un sogno di Marijana (7)


Qualche settimana prima della prima dell’ “Antigone”

 

 

Sono in uno dei più famosi e validi teatri di Belgrado, dove, a parte gli spettacoli del normale repertorio, ho visto anche il teatro cinese, giapponese, il teatro dei burattini indiano e quasi tutto il teatro europeo. Per questo, andare in questo teatro per me ha rappresentato sempre un grande ed emozionante evento. Il sogno inizia dal momento in cui mi trovo sulla porta della sala di questo teatro, dove trovo tante persone, tutte in piedi, a cercare il loro posto.

Comincio anche io a guardare dove è il mio posto, e per un tempo notevole, più lungo di quanto in realtà non serva, tutti rimaniamo in piedi. Lo so che c'è anche Luca in sala, ma è entrato da qualche altra porta.

Trovo il mio posto in una delle prime file, pronta a partecipare a questo evento teatrale particolare, non so di preciso da quale parte del mondo.

Ma sul palco, esce un attore serbo, giovane e bello, che nel sogno rappresenta una mescolanza di varii attori serbi. Questo è uno spettacolo muto con un attore solo che comincia ad esibirsi facendo alcune mosse che un po’ ricordano l'opera cinese. Provo un gran piacere ed  emozione ad assistere a questa scena che non necessità di testo e di particolari conoscenze teatrali per la comprensione. Da una parte mi sento aperta a ricevere sensazioni ed emozioni che essa offre, ma avverto qualcosa di inspiegabile in questo attore che mi turba ed impedisce di abbandonarmi allo spettacolo. All'improvviso mi accorgo che alla sinistra dell'attore (quindi, alla mia destra) c'è un tavolo di legno con tre gambe, basso e rotondo e con sopra un acquario di forma sferica e delle dimensioni più o meno di un pallone da calcio. Dentro c'è una creatura meravigliosa con colori fantastici, giallo e rosso dominanti. L'immagine dell'acquario si avvicina sempre di più e io adesso riconosco che la creatura nel suo interno è un pesce dai colori, visti così da vicino, ancora più intensi e straordinari.

Ma l'attore comincia a fare mosse più larghe e forti, con le quali minaccia di rompere l'acquario. Protesto dentro di me e mi dico che questa eventuale rottura non può fare parte di questo spettacolo, ed in questo momento capisco che essa dipende soltanto dall'attenzione o dalla volontà dell'attore. Mi sembra che lui, per qualche - per me - sconosciuto motivo, non badi molto all'acquario con la creatura dentro. Con una mossa impetuosa lui non rompe ma danneggia l'acquario, e fa fuoriuscire il pesce. Penso di abbandonare la sala per non vivere la fine e l'agonia di questa  bellezza, ma dopo poche mosse, il pesce si trasforma in una creatura metà pesce e metà uccello, bella e potente, e vola sopra le quinte del palco, finché non sparisce dalla vista.

Mi chiedo cosa succederà adesso, cosa bisogna fare, e in questo momento vedo Franca, vestita in una tuta blu scuro che esce sul palco e comincia ad arrampicarsi su una fune per raggiungere la creatura. In questo momento, non vedo, ma avverto la presenza del mio medico "tibetano" Smajo. Franca si arrampica con grande facilità e leggerezza, ma il mio sogno finisce prima che lei raggiunga la creatura - che non si vede più - metà pesce e metà uccello.

 

 

Sogno  Marijana 7 - Interpretazione Franca Vascellari

 

Il titolo del sogno Qualche settimana prima della prima dell'Antigone non ci fornisce una data precisa, con numeri che ci possano offrire  spunti di riflessione legati alla numerologia, ma risulta esso stesso un riferimento al contenuto del sogno. M. ha interpretato per la prima volta nel nostro teatrino del CIS la  parte della protagonista, appunto di Antigone. 'Antigone' significa 'al posto della Madre' (v. copione 'Antigone di Sofocle' int. cabalistica www.teatrometafisico.it) e questo sogno, fatto qualche settimana prima della prima preannuncia la trasformazione che attende la sognatrice allorche` prendera` 'il posto della Madre' come Antigone, 'seppellendo religiosamente il fratello morto' cioe` recuperando nella 'Madre Terra' (Malkuth) le sue energie 'morte' che altrimenti lasciate 'insepolte' sarebbero assorbite dall'albero nero.

Il 'luogo' del sogno e` uno dei piu` famosi e validi teatri di Belgrado 'Belgrado', letteralmente significa 'la citta` Bianca', Yesod dell'Albero cabalistico,  accoglie nel suo maggior teatro la sognatrice. Se per questo teatro (= luogo di fusione tra l'attore e lo spettatore)   intendiamo simbolicamente il 'teatro della vita' di Marijana, la dove ci si specchia, e ci si conosce quali attori, ecco che lei stessa si riconosce attrice-spettatrice del multiculturale repertorio che 'vi' si rappresenta: cinese, giapponese, indiano, europeo, un teatro universale, specchio dei suoi molteplici interessi e sintesi della sua personalita`.  M. non e` sola, e` insieme a tante altre persone tutte in piedi a cercare il loro posto Nel teatro della vita tutti cerchiamo 'il nostro posto', cioe` il posto 'giusto', quello che crediamo ci spetti per aver pagato il biglietto (la nascita) e spesso ci mettiamo parecchio tempo (piu` lungo di quanto in realta` non serva) per trovarlo, e all'inizio rimaniamo in piedi, stiamo 'scomodi'. Lo so che c'e` anche Luca in sala...ecc. Luca significa lucente, che fa luce, e all'inizio M. non riesce a vedere chiaro (in se`), poi finalmente trova il suo posto in una delle prime file, ed e` pronta a partecipare a questo evento teatrale particolare... ora sa quello che vuole e quello che le spetta. Lo spettacolo offerto dall'attore serbo giovane e bello, la componente razionale maschile della sognatrice, l'affascina per un certo verso, ma anche la turba, e il motivo di tale turbamento sembra essere generato dalla sua poca attenzione nel muoversi, infatti la sua 'mimata' sembra non  tener conto della fragilita` di un acquario di forma sferica posto su un tavolo di legno con tre gambe basso e rotondo. Nell'acquario c'e` una creatura meravigliosa con colori fantastici... Questa immagine 'tavolino di legno basso e rotondo con sopra l'acquario' fa pensare ad una raffigurazione simbolica del mondo  fisico e astrale della sognatrice, che vede se stessa dal punto di vista onirico di Yesod, al cui interno vive la meravigliosa creatura, un pesce dai colori intensi e  straordinari. Sembra quasi che mentre aumenta il timore della sognatrice per la fragilita` dell'acquario, nello stesso tempo aumenti la noncuranza dell'attore. Infatticon una mossa impetuosa lui non rompe, ma danneggia l'acquario e fa fuoriuscire il pesce.  Per paura di veder morire tale bellezza la sognatrice sta per lasciare la sala, e rinunciare allo 'spettacolo', ma poi ecco il miracolo: la trasformazione del pesce in una creatura meta` pesce e meta` uccello bella e potente che vola in alto. Quello che sembra un 'atteggiamento maldestro' della componente razionale risultare la causa della trasformazione preannunciata nel titolo del sogno. La simbologia del pesce, animale sacro di tante  religioni, e` vastissima; e` associato al simbolo fallico della fecondita` ed e` anche legato al simbolo femminile lunare, acqueo. Nell'Induismo rappresenta Vishnu, che si incarna in un pesce per salvare l'umanita` dal diluvio, nel Buddismo invece l'atto di rifugiarsi nel Budda, che e` definito pescatore d'uomini, e il pesce, visibile nell'impronta del suo piede, raffigura la liberazione dai desideri e dai vincoli terreni. Per il Cristianesimo il pesce e` omologato al Cristo. Pesce in greco si dice 'ichthus', acrostico che racchiude la formula 'Gesu` Cristo, Figlio di Dio Salvatore', infine i pesci uniti agli uccelli simboleggiano la resurrezione e l'ascesa. La creatura meta` pesce e meta` uccello, bella e potente che vola in alto fa pensare alla 'fenice', uccello di fuoco, che muore immolandosi volontariamente e che rinasce dopo tre giorni dalle proprie ceneri; nella tradizione egiziana e` equiparata a Bennu, uccello del sole, emblema del dio Ra; nella mitologia cinese e` simbolo del matrimonio tra le forze yang yin dell'universo, e la sua apparizione e` estremamente propizia e annuncia pace, giustizia (yang), fedelta` e obbedienza (yin).

Mi chiedo che cosa succedera` adesso, cosa bisogna fare... vedo Franca vestita con una tuta blu scura ecc... Se la creatura meravigliosa, che rappresenta la Coscienza di Marijana vola in alto, che si deve fare? Posta la domanda, viene la risposta. Franca significa 'libera', quindi la sognatrice si risponde: renditi 'libera'. La tuta blu che Franca indossa puo` rappresentare il mezzo che rende 'liberi': l'abit-udine alla riflessione; il suo uscire dal palco, puo` significare l'andare dentro, l'interiorizzazione, infine il suo arrampicarsi sulla fune il tentativo di seguire l'ideale dell'Io Sono, del Cristo interiore.

L'accostamento Franca - medico tibetano Smajo, (guaritore) identifica l'essere 'liberi' con lo stato di 'benessere' fisico, astrale e mentale che si raggiunge seguendo l'Io Sono, la Fenice, ed e` cio` che auguriamo a Marijana con tutto il cuore.

Grazie. F.V.

 

Sogno ante-Antigone di Marjana

 

Sono in uno dei più famosi e validi teatri di Belgrado…

Il palcoscenico di questo mondo è il luogo del teatro della vita. Ovvero, la vita, soggetto assoluto di ogni esistenza, ha scelto questo mondo che noi tutti come enti condividiamo, come luogo- palcoscenico della sua rappresentazione. Quel sono   è la vita ad affermarlo, e si serve di un suo personaggio, Marijana, per indicarci il tempo ed il luogo esatti della sua manifestazione. Ora, tale manifestazione non è un'istantanea fotografica, ma movimento, vibrazione, perché la vita non può essere statica: essa è mutamento, dinamismo. Ed ecco, per l'appunto, il palcoscenico: luogo in cui anche il più assordante dei silenzi ed il più perfetto immobilismo vibrano di vita vera, per via della corrente vitale che unisce spettattori e attori, e per via della realtà magica che viene a instaurarsi nel recinto delle tavole del palcoscenico. Ma l'Io sognante interrompe il suo racconto per permettere all' Io della veglia di parlarci di quel teatro di Belgrado, e per riportarci nell'anti-sala di esso, perché … il sogno inizia dal momento in cui mi trovo sulla porta della sala di questo teatro…

La nostra amica sottolinea come il teatro abbia sempre rappresentato per lei un emozionante evento. Facendo 2 + 2, possiamo "affermare" che, ponendosi davanti a quella porta, Marijana sta per entrare nel suo (Belgrado soggettivizza) mondo emozionale, dove apparentemente la vita riceve un' accelerata nel corpo di cui è ospite e sostanza. Tale accelerata è dovuta a Dioniso: tutti i sensi vengono attivati, scossi e percossi dal vento teatrale, da una sorta di verità esaltata. Lo stare davanti ad una porta, accende il mistero, l'aspettativa di qualche cosa che non si conosce. Ma non solo. Un'altra e più importante aspettativa dinamizza l'animo di chi vi sta davanti: la certezza di potere vedere in azione quella Vita in personaggi che, consapevoli di essere personaggi, La rappresentano senza velo alcuno. Il teatro come luogo di verità, di svelamento di ogni mistero. Al teatro ognuno ha il suo posto assegnato, il suo angolo di visuale da cui poter vedere ogni ente recitante in un modo particolare, ma tale posto, tale prospettiva non potrà mai impedire di cogliere quella Verità così com'è: tutti La vedranno allo stesso modo, ma… dal punto di vista emozionale. Come se, a teatro, lo spettatore dovesse allentare le redini della mente, per dare più spazio alle emozioni e quindi ai sensi che non possono che scatenare chimiche reazioni nel corpo, costringendo la stessa mente a mettersi a servizio del corpo. Basta questo a proiettare lo spettatore sulle tavole del palcoscenico della rappresentazione per essere ciò che si rappresenta: se ci si tuffa nel mare delle emozioni, si diventa mare, si diventa emozioni; se ci si tuffa nel mare si diviene pesce, mare, onda. E non parliamo casualmente di mare: … questo è uno spettacolo muto (si dice "muto come un pesce"). Sul palcoscenico c'è un mimo, un attore serbo giovane e bello che fa delle mosse che ricordano l'opera cinese. La mimica rappresenta una seconda porta, quella che conduce al silenzio, alla mente. Quindi, comprendendo l'anomalo "discorso" mimico è possibile capire l'allusione simbolica: stiamo per passare dal mondo dell'acqua (emozione, sentimenti) al mondo dell'aria (pensieri, intuizioni, dialettica). Da pesci stiamo per diventare uccelli. Marijana intuisce l'importanza della rappresentazione cui sta assistendo, ed ecco che, da una parte essa prova un gran piacere ed emozione, e dall'altra avverte qualcosa di inspiegabile in questo attore che la turba e le impedisce di abbandonarsi allo spettacolo. E qui entriamo nel cuore del sogno, Marjana scorge qualcosa che, posta su un tavolino con tre piedi, si avvicina sempre più. Ma lei parla di immagine che si avvicina sempre più, come se si rendesse conto, nel sogno, che quella è una sua proiezione sullo schermo mentale, e che piano piano sta smettendo le vesti di simbolo per apparire in tutta la sua realtà mentale di pensiero. E' un momento paradossale: da un lato si va dall'acqua all'aria; dall'altro si va dal mondo intuitivo al mondo del pensiero. La qualcosa crea un vortice che trascina con sé Marijana e momentaneamente la stordisce, la turba.  Tutta la scena del mimo rappresenta un momento di instabilità esistenziale del sognatore (tavolino con tre piedi) dovuta ad una modulazione, ad un passaggio da una tonalità ad un'altra, quindi un momento di transizione, di passaggio, di crescita. Su questo tavolino c'è un aquario sferico con dentro un pesce bellissimo e fantastico,  una creatura meravigliosa con colori fantastici, giallo e rosso dominanti, ed il mimo, con mosse sconsiderate, rischia di buttarlo giù e di romperlo. Ma il tutto fa parte della rappresentazione onirica: il mimo deve provocare tale modulazione, e quando senza rompere l'acquario ne fa fuoriuscire il pesce mette in scena la parte finale del messaggio onirico: scuotere fino alle ossa la sognatrice, spingerla quasi alla fuga dal teatro per non assistere all'agonia di quella meravigliosa creatura, ma ecco che, nel momento di massima tensione il pesce si trasforma in una creatura metà pesce e metà uccello, bella e potente, e vola sopra le quinte del palco, finché non sparisce alla vista.

Il messaggio è chiaro: la "prima navigazione" di Marijana, quella che è stata fatta con le vele e con i venti propizi, è terminata. Essa rappresenta quella parte della vita che ognuno di noi vive grazie all'appoggio dei genitori, degli insegnanti, dei parenti, ecc., che non sono altro che venti favorevoli che gonfiano le vele di una nave che scivola sull'acqua senza problemi. La modulazione, il passaggio, riguarda quel particolare momento della propria vita, in cui i venti non soffiano più, e pertanto necessita una "seconda navigazione" (prima e seconda navigazione le abbiamo mutuate da Platone), quella adatta alla bonaccia: bisogna andare avanti a forza di remi. Siamo finalmente e definitivamente adulti e responsabili di noi stessi. Da ora in poi saremo capitano e ciurma, e possiamo contare solo su noi stessi. La musica cambia: modulazione significa appunto passaggio da una tonalità musicale ad un'altra. Non è un momento drammatico: c'è solo da ammainare le vele e procedere a forza di braccia. Lasciando la metafora, bisogna mettere le ali, cioè usare la mente, la ragione, il sole dell'intelletto, lo spirito. Bisogna finalmente essere veri uomini, cioè ragionatori. Niente più teatro? Ma nemmeno per idea! Però, da oggi in poi, esso sarà puro divertimento: nessuna inquietudine ci potrà più colpire, perché il sogno della vita è stato smascherato, ci siamo svegliati dalla finzione, ma non siamo ancora veri e reali al 100%, ed eccoci quindi metà pesce e metà uccello, e per dirla musicalmente, dovendo passare da un Sol maggiore ad un Mi minore, altro non siamo che un Si settima. Qui si chiude il cerchio e torniamo al movimento, al mutamento, alla Vita. Resta da aggiungere che questa modulazione interessa anche il luogo. Spieghiamo. Quando in gruppo Marijana ha letto il suo sogno, Luca ha notato come i colori del pesce sono quelli della squadra della Roma. E' un'osservazione all'apparenza banale, ma fa pensare che, per la nostra amica, il periodo della seconda navigazione si svolgerà proprio a Roma; la piena maturità intellettuale esploderà in terra giallo-rossa. Ma forse è già esplosa, visto che, insieme col suo compagno e amico Luca, Marijana ha pubblicato un'opera importante: il primo vocabolario Serbo-Italiano, la cui copertina dai colori rosso e verde accesi, ricorda tanto quel pesce meraviglioso che più tardi metterà le ali. La presenza di Luca in sala, forse è un'allusione velata a tutto questo.

A questo punto, nel momento in cui Marjana si chiede "cosa succederà", sul palcoscenico spunta mia moglie, Franca, che con indosso una tuta blu comincia ad arrampicarsi su una fune per raggiungere la meravigliosa creatura metà pesce e metà uccello. Sale con leggerezza. Intanto, Marijana "avverte la presenza" del suo medico tibetano, il cui nome è Smajo. Prima che Franca raggiunga la creatura, il sogno finisce.

Da come ne parla, Marijana nutre nei confronti del dott. Majo grande considerazione: è una persona saggia, e quindi conoscitrice del corpo e dell'anima delle persone. La sua presenza è importante, perché dà alla nostra amica la sensazione, anzi la certezza di poter essere assistita, nel corso di questa seconda navigazione, da una persona valida come è il dott. Majo.  Quanto a Franca, che arrampicandosi sulla fune cerca di raggiungere la creatura alata, diciamo solo che rappresenta la speranza che la nostra amica ripone nelle capacità interpretative della capogruppo del CIS: Franca afferrerà non la creatura, ma ciò che essa rappresenta come simbolo. Ma siccome Franca rappresenta tutto il gruppo, Marjana spera anche che tutti noi componenti di questo gruppo riusciamo ad interpretare la simbologia di tale meravigliosa creatura onirica.

Grazie, Natale Missale

 

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