Sogno di M.Grazia

 

Mi trovo davanti al cancello del CIS (Castelpalocco) mi viene ad aprire Franca.
Io pero’ non ho suonato.
Mi invita ad entrare ed io acconsento.
Poi mentre passeggio con Franca noto che nel giardino c’e’ molto verde e pochi fiori.
Mentre passeggio sento una grande tranquillita’ mista a serenita’, molto appagante.
Ad un certo punto Franca mi da’ due fogli con l’esortazione a scrivere; mentre fa questo mi spiega che ogni volta che scrivo, nel giardino cresce un fiore bellissimo.

 

Autointerpretazione di M.Grazia:

Ho visto l’entrare nel Cis (Centro Studi Io Sono) come un invito a studiare per conoscere il mio Io.
L’apertura del cancello da parte di Franca (che vuol dire libera) e’ un volermi aprire liberamente alla conoscenza della mia spiritualita’.
Paseggiare in giardino (la mia anima) e’ per me l’accettazione di voler percorrere il cammino intrapreso: lo stato d’animo e’ di tranquilla serenita’.
I pochi fiori sono le mie poche conoscenze.
I due fogli: la coppia perfetta (indissolubile) di anima e spirito che vogliono sintonia e completezza.
L’invito a scrivere e’ il voler imprimere e immettere nel mio animo una coscienza spirituale.
I fiori che spuntano sono i miei stati d’animo che vengono alla luce.

 

 

Sogno M.Grazia  interpretazione di  Franca.

Troviamo valida l’interpretazione data dalla sognatrice del suo stesso sogno e cerchiamo di approfondire qualche punto: essa si trova “davanti al cancello d’entrata del Cis (castelpalocco = castello della palude del gufo =  castello interiore situato nella “palude”, luogo delle acque, del gufo, animale sacro notturno e saggio) gia’ nel “nome” mutato (Casalpalocco e’ diventato castelpalocco: Casalpalocco e’ la localita’, sede del Cis )  si intravede l’abbinamento della sognatrice tra il “luogo” delle riunioni e “il Castello Interiore” lo spettacolo visto dalla sognatrice nel teatrino del Cis e l’identificazione di questo con il “suo” Castello interiore. “Franca” mi viene ad aprire... qualcuno deve far da guida quando si entra in un luogo sconosciuto soprattutto quando non si e’ chiesto di entrare. La sognatrice dichiara di non aver chiesto apertamente di entrare, ma che le circostanze l’hanno fatta trovare davanti a “quel” cancello. Pero’ poi lei stessa “liberamente” ha scelto di varcarne la soglia...una volta entrata essa nota che c’e’ tanto “verde” ma pochi fiori: avere tanto verde in zona paludosa e’ relativamente facile, l’erba vuole l’acqua e nella palude ce ne e’ tanta (anche troppa - v. zanzare ecc) ma i fiori bisogna coltivarli , “guadagnarseli” con tanta fatica, cure e attenzione e se i fiori sono i “centri” sviluppati, per farli fiorire occorre “lavorare” sui due fogli, le due colonne dell’albero, lavorare duro su se stessi e “riscrivere” la propria “storia”...Buon “dito verde”, cara sognatrice! Grazie. F. V.

 

 

Sogno di Maria Grazia (2) – fantasticherie interpretative di Maurizio

Ancora un sogno relativo ad un giardino ‘visita’ il nostro gruppo. Il giardino offre molti e interessanti spunti interpretativi derivabili dai miti fondamentali nella nostra cultura, quali quelli dell’Eden o delle Esperidi: uno spazio custodito, selezionato, puro, dalle caratteristiche atemporali e paradisiache; esso rappresenta lo sviluppo protetto e controllato, la bellezza, l’armonia, la pace, l’eterna primavera, l’eterna giovinezza, oppure l’ordinato succedersi delle stagioni accompagnato da un’idea di stabilità e durata. I fiori nei giardini degli antichi o in quelli dei nobili rinascimentali incarnavano qualità e virtù mistiche, leggendarie o eroiche da coltivare o da conquistare. Il sogno di Maria Grazia descrive un analogo spazio, conferendo ad esso una connotazione iniziatica particolarmente intima e interiorizzata. La sognatrice ci offre anche una bella e efficace auto-interpretazione, così piena di serena semplicità e candore che è veramente difficile aggiungere qualcosa, e sarebbe forse più saggio tacere. Ciononostante, essendo il nostro lavoro quello di scavare nei sogni per estrarne le indicazioni meno evidenti, mi vedo costretto a cercare degli appigli per i miei tentativi di analisi e approfondimento. Il primo che trovo è il lapsus di ‘Castel’ Palocco invece di Casal Palocco: un castello suggerisce un isolamento e una protezione maggiori di un casale: quest’ultimo ricorda una dimensione contadina e terrena, associabile al duro e quotidiano lavoro dei campi e non alla coltivazione di un giardino; il castello ha invece una tensione verticale, celeste e aristocratica e, inoltre, evoca la presenza di un Signore, di una Signora, di una struttura gerarchica analoga a quella del mondo medioevale. Ciò sembrerebbe indicare un certo stadio della ricerca interiore in cui la dimensione ideale appare piuttosto lontana dalla realtà quotidiana, così piena dei consueti affanni e soggetta al travaglio di vivere: al contrario, rispetto ad essa viene prospettato un rifugio, una Castalia, un mondo migliore, distaccato, protetto da mura di cinta e garantito da figure genitoriali che possano prendersi cura di noi e indicarci la via. Quando la Castellana del sogno, Franca, propone a Maria Grazia uno strumento di azione, di incisione e di scavo su sé stessa – la scrittura – le offre anche due fogli su cui lavorare. La sognatrice interpreta questa dualità come raffigurazione dell’anima e dello spirito: normalmente, però, quando si parla della struttura dell’uomo in termini di due elementi complementari, vengono indicati lo spirito e il corpo, oppure l’anima e il corpo;  è insolito incontrare riferimenti all’anima e allo spirito senza che sia citato anche come terzo elemento il corpo, la cui assenza nelle riflessioni della sognatrice risulta come una omissione significativa su cui meditare. D’altra parte Maria Grazia si trova ad essere invitata nella dimensione incantata del giardino e della ricerca interiore senza aver bussato: la sua richiesta è passiva, forse inconscia,  espressa soltanto dal porsi davanti al cancello giusto, simbolo dell’accesso ad una nuova comprensione. All’inizio del cammino è naturale che si percepisca la dimensione superiore come esclusivamente spirituale, avente pochi o inesistenti legami con il mondo concreto, corporeo, vissuto invece come contrapposto all’ideale e, quindi, rifiutato: spesso, quando si va verso una nuova realtà o una diversa visione del mondo, si adotta una posizione critica rispetto a quella precedente che vogliamo abbandonare. Ciò è perfino utile inizialmente, e conferisce prospettiva al nostro procedere. Secondo, però, la filosofia buddhista, ad esempio, tutte le divisioni e le dualizzazioni sono degli insegnamenti provvisori che bisognerà superare in favore di una visione in cui spirito e materia, realtà quotidiana e idealità siano riconoscibili come parti complementari di una unità superiore. Dopo aver assimilato il distacco e la tranquillità conferiti dalla dimensione spirituale, dunque, la nostra sognatrice dovrà procedere alla trasmutazione concreta della realtà cosiddetta ‘oggettiva’, cioè esterna, soprattutto comprendendone il profondo legame con la realtà soggettiva e interiore. Può darsi allora che, in un prossimo sogno, Maria Grazia dovrà ricevere un terzo foglio su cui lavorare…

 

Indietro