Sogno del 22/07/2001 di PAOLA


Sono al lavoro e sto per uscire. Guardando verso la finestra, mentre mi cambio la divisa con il vestito di casa, vedo Chicco, il mio gatto, che si è messo a dormire in una scatola piccola sul davanzale: la scatola è pericolosamente vicina al bordo e il gatto potrebbe cadere di sotto. Velocemente tiro indietro la scatola e sono più tranquilla, anche se più tardi mi viene in mente che avrei dovuto levarla dal davanzale. Delle persone cercano il gatto, ma io non dico dove si trova per paura che me lo prendano. Scendo dalle scale e sto per uscire, quando vedo mia madre, vestita molto elegantemente, che mi cerca; se è venuta all’uscita del mio posto di lavoro (cosa che non ha mai fatto) probabilmente avrà da dirmi qualcosa di importante; nonostante ciò mi nascondo e, senza farmi vedere, passo inosservata tra i colleghi. Mentre vado via i portieri dicono a mia madre che io sono ancora dentro, perché non ho firmato l’uscita. Cammino svelta su una strada in discesa; ho in mano una busta con dell’immondizia non mia: dopo due isolati so che ci sono dei secchioni, ma quando arrivo il posto è molto cambiato e i secchioni non ci sono più. Seguito a scendere per la via, ma non riesco a trovare dove mettere l’immondizia; decido di tornare indietro per firmare l’uscita e lascio la busta vicino ad un negozio. La cosa mi dà fastidio: non mi sembra corretta; però non voglio riportarla indietro. Spero che mia madre se ne sia andata, ma se non fosse così decido di affrontarla: adesso non mi coglierà di sorpresa e mi sentirò più pronta. Il sogno continua, ma non ricordo…

   

Fantasticherie interpretative di Maurizio

Il mondo del lavoro simbolizza l’immagine esterna di noi, la funzione sociale, l’attività concreta ed evidente, positiva e autonoma, che svolgiamo nelle nostre vite, ed è anche connessa con la nostra persona nel senso di maschera. “Cambiare la divisa con il vestito di casa” vuol dire entrare più a fondo in noi stessi smettendo la veste esteriore per approdare ad un livello più intimo e privato. Di più: il termine divisa fa pensare al senso di separatività che è normale appannaggio del nostro io di esseri umani; togliersi la divisa può voler indicare andare la di là delle divisioni per dirigersi verso l’unione. La sognatrice, però, scopre subito un suo tallone d’Achille, un punto sensibile che, nei rapporti con il mondo esterno – la finestra – rischia di essere ferito, di perdersi o di essere rapito: è Chicco, un seme importante di sensitività, intuizione e mistero; non dimentichiamo che, ad esempio, nell’Antico Egitto il gatto era un aspetto del divino, aveva un ruolo sacro. Gli animali o le divinità in forma animale rappresentano spesso nei miti o nelle antiche misteriosofie immagini dell’anima non ancora elaborate dalla coscienza, potenzialità allo stato ancora istintivo o intuitivo di cui non si ha piena consapevolezza: nel sogno il ‘chicco’ dorme, è come un seme che attende di germogliare e deve, perciò, essere custodito e protetto da influenze estranee. Inoltre il gatto, versione domestica della natura ferina, indica un’amicizia o un addomesticamento delle primordiali e terribili forze della vita e della morte, quindi un inizio di comprensione profonda. Tuttavia la sognatrice, nello scendere all’interno di sé – infatti scende le scale, percorrerà poi una strada in discesa - incontra un temibile guardiano della soglia: sua madre che, prima d’ora, non si era mai parata a sbarrarle il passo sul cammino fra la vita esterna e l’universo intimo.  E’ “elegantemente vestita”, e questo offre una illuminante chiave interpretativa: in un certo qual modo indossa anch’essa una divisa, un abito del mondo delle apparenze – infatti elegante viene da ex elegare: scegliere fuori – e quindi del mondo dell’illusione; essendo madre è una figura autoritaria, che ha un certo potere sulla sognatrice, è Maya stessa, e vuole dirle qualcosa d’importante. Paola, però, rifiuta il confronto, che avverte forse come una sorta di inganno, e fugge, provvedendo anche a portare con sé dell’immondizia non sua: vuole eliminare delle scorie nate dal rapporto con il mondo esterno che ritiene non le appartengano, può darsi che voglia purificarsene per non esserne sporcata lei stessa. Non riuscendo nell’impresa, dopo aver preso la decisione di tornare indietro e risolvere il confronto con la madre, lascia a malincuore l’immondizia vicino ad un negozio.’Negozio’ può indicare una trattativa, un affare, un contratto, uno scendere a patti: è quello che la sognatrice vuole fare con Maya perché le restituisca la sua autonomia interiore; lo stesso termine, giocando un po’ con il latino, può alludere ad una negazione: Paola vorrebbe negare l’esistenza di questa immondizia, di queste impurità difficili da eliminare che la legano al mondo esterno e che la opprimono. Il sogno continua, ma il non ricordo lo lascia incompiuto; cercando di cogliere il messaggio profondo di questa incompletezza, potremmo dire che la sognatrice deve ancora lavorare in senso autoconoscitivo sulla troppo netta divisione che avverte fra la vita esteriore - vissuta come pericoloso mondo delle apparenze -  e la sensibilità interiore. Una massima tradizionale giapponese dice: “Il buddhismo – cioè il cammino di liberazione – equivale alla vita quotidiana”.

 

 

Interpretazione sogno Paola 2

La sognatrice e’ “sul posto di lavoro e sta per uscire” = si tratta di una situazione di “mutamento”  dal noto (posto di lavoro) verso il nuovo (sto per uscire); il cerimoniale del cambio della divisa con il vestito di casa cela la volonta’ di un cambio di abito con uno “di casa” piu’ suo, piu’ vero. Guardar fuori e’ ancora un aspirazione ad uscire dal conosciuto per ulteriori esperienze; ma ecco che la sognatrice vede il suo gatto Chicco ( da Checco, diminutivo di Francesco = libero), la sua felinita’ avida di “liberta” in pericolo (la scatola piccola sul davanzale), ma il “tirare indietro” la scatola non tranquillizza del tutto la sognatrice sul destini del “gatto”. Il fatto che tema “che glielo prendano” conferma questa paura di “perdita”... Poi essa “scende le scale”, inizia un processo di autoanalisi, ed ecco l’incontro con la “madre che la cerca”; un rapporto difficile mai armonizzato ha creato un conflitto interiore tra il principio materno, (Geburah, Binah) e la coscienza di essere figlia (Tiphereth)... quindi la fuga. La sognatrice non e’ ancora pronta per affrontare la Madre e ha sensi di colpa per non “aver firmato l’uscita” e ovviamente questa  discesa agli inferi non e’ regolare (i portieri non lo sanno); inoltre ha in mano la busta delle immondizie (non sue): la discesa agli inferi comporta una pulizia drastica (espulsione delle scorie o bucce = qelipoth), ma ecco il problema: i secchioni non ci sono piu’. E’ difficile liberarsi delle scorie, soprattutto quando si e’ convinti che siano di “altri”. La sognatrice decide di tornare indietro per firmare e regolarizzare la “discesa”, liberandosi delle scorie in un modo che non la soddisfa (la cosa non mi sembra corretta) e spera pure di non “vedere” la madre, ma se non se ne fosse andata, decide di affrontarla. Questa decisione e’ molto positiva... La Madre, il grande Abisso da cui tutti proveniamo a cui tutti torniamo, fa paura, ma sara’ inevitabile “affrontarla” importante e’ essere pronti  o almeno “piu’ pronti”.

 

Grazie. F.V.

 

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