Sogno di PAOLA


1 agosto 2001

Devo andare a casa. Vado in una stazione ferroviaria, ma potrebbe essere anche una stazione dei tram. Sento il bisogno di fare pipì e cerco un gabinetto. Ce ne sono tanti, ma sono senza porta e molto sporchi. Decido di farne uso lo stesso perché non posso più trattenermi. Appena finito mi sveglio.

 

2 agosto 2001

Entro in una stanza e vedo che sulle pareti ci sono colonne di formiche. Alzo gli occhi e noto che anche sul soffitto ce ne sono tante. Mi prende il panico e chiamo gridando: “Maurizio, Maurizio, aiutami! Corri subito qui!” Arriva Maurizio e, staccando dalle pareti delle strisce di plastica simili a canaline per i fili elettrici piene di formiche, comincia ad ammazzarle. Mi sveglio terrorizzata.
Voglio specificare che non ho mai avuto paura di questi animaletti; anzi, mi hanno sempre incuriosito e interessato per la loro organizzazione.

 

 

 

   

Fantasticheria interpretativa di Maurizio

1.      Non voglio spendere troppe parole sul ritorno a casa: tutti comprendiamo la profonda simbologia del viaggio di ritorno alle origini, alla fonte della vita, all’unione con il Tutto. La stazione ferroviaria è una tappa di questo percorso, ed è anche il luogo in cui si possono trovare i mezzi che aiutano il procedere. Non è chiaro alla sognatrice, però, se si tratti di un viaggio di ritorno da lunga o da breve distanza, se sia necessario il treno oppure se basti un tram: il primo caso implicherebbe la necessità di una trasformazione più grande e profonda, il secondo soltanto degli aggiustamenti, dei ritocchi in una situazione già ben strutturata e a portata di mano. Il bisogno di fare pipì indica la necessità di liberarsi da acque corrosive, cioè da emozioni negative o eccessive; i gabinetti senza porta implicano il sentirsi sotto il giudizio degli altri o del proprio ‘Super-io’: ci si giudica negativamente, non all’altezza. Infatti, anche l’espressione fare pipì è un modo per sfuggire al giudizio attraverso l’uso di una innocua espressione infantile: come se ci si confrontasse con un adulto e lo si volesse blandire. I gabinetti sono anche sporchi ed è difficile usarli: come si fa a liberarsi dalle emozioni negative, dalle paure, dalle insicurezze, se la situazione esterna non lo consente? Ciononostante bisogna farlo lo stesso, anche considerando che la cosiddetta situazione esterna è la prova che dobbiamo affrontare, ed è strutturata dal nostro karma personale. Se non lo facciamo noi, saranno le circostanze a spingerci ad affrontare i nostri limiti e le insicurezze.

2.      Formiche: piccoli insetti altamente organizzati, quasi un esercito. Ritorna il tema delle paure, i cosiddetti demoni.  Nel buddhismo corrispondono ai dieci potenti eserciti di Mara. Però qui, nonostante la loro temibilità, si tratta pur sempre di formiche, cioè di cose affrontabili, che creano difficoltà soltanto per il numero e per il fatto che bisogna cercarle, perché possiamo non vedere tutti i luoghi in cui si nascondono. La sognatrice ricorre al soccorso del suo Animus, la versione femminile dell’Anima secondo la psicologia analitica. L’Animus di una donna è, nel senso positivo, la guida all’inconscio, alle facoltà e alle forze presenti nel profondo senza essere completamente utilizzate. Maurizio, quindi, interviene a liberare percorsi energetici completamente invasi – le canaline dell’elettricità – sconvolgendo l’invasione delle piccole e numerose ‘negatività’. Paola, alla fine del racconto nel sogno, fa un’osservazione che può significare: “E’ strano, io non ho mai avuto paura di affrontare e di osservare queste forze, gli ostacoli, le piccole negatività: anzi, le guardavo con interesse e curiosità, vedendole come espressioni della condizione umana (le formiche sembrano una società in miniatura osservabile dall’alto, quindi anche con sguardo compassionevole); perché dovrei averne paura adesso?” In effetti qust’ultimo è un pensiero positivo, su cui riflettere e da coltivare.

 

   


Sogno Paola 3 int. di Franca

Andare a casa = vulo dire tornare alle origini, la’ da dove siamo venuti. La stazione ferroviaria o del tram indica il mezzo che ci permette tale ritorno; la sognatrice desidera reintegrarsi, ma “qualcosa” e’ di osttacolo al suo ritorno a casa. Come il corpo fisico mangiando e bevendo produce le sue “scorie”, i veleni che deve espellere per continuare a vivere, cosi’ il corpo astro-mentale produce i suoi ‘veleni” che debbono essere eliminati se si vuol tornare a casa  leggeri e liberi. Ma spesso i “gabinetti” astro-mentali  noi li vediamo “senza porta e sporchi” perche’ non sono “naturali”, ma “sepolcri imbiancati” come quelli a cui la ns/ civilta’ moderna ci ha abituati. C’e’ solo da prenderne atto e usarli per quello che sono oppure prendere in mano scopa e spazzolone, detersivi e acqua, vento e fuoco e ... far pulizia!  Ricordiamo anche che se “le scorie” fossero opportunamente riciclate potrebbero essere ancora utilizzate... “scaldarle o cuocerle” potrbbe trasformarle in “altro”...
Il secondo  sogno, del giorno dopo,  descrive una stanza, le pareti, il soffitto, le canaline dei fili elettrici: tutto pieno di formiche, insetti o parassiti molto organizzati che distruggono completamente quello che “attaccano”. La sognatrice  teme di essere attaccata nella sua parte sentimentale-intuitiva da una qualche forza disintegrante formata da piccoli esseri... e chiama in aiuto  “Maurizio”, la sua controparte  pratico-razionale, maschile, che subito comincia ad ucciderle.
Se consideriamo questo secondo sogno il seguito del primo vediamo che questa volta e’ “la stanza” a dover  essere liberata dalle scorie (le formiche) e che la razionalita’ tenta di farlo “uccidendole”, ma la sognatrice sa che ci sono altri sistemi per  liberarsi di loro, magari adottando un formichiere...ma poi ci si dovrebbe liberare di questo e non si finirebbe piu’, meglio optare per soluzioni piu’ reintegrative, come suggerito nel primo sogno.


Grazie. F. V.

 

 

 

Paola 3 a - Natale

"Devo andare a casa". Il ritorno a casa, per un ricercatore vuole dire una cosa sola: "conseguire" la buddità. Paola usa l'imperativo  per sottolineare che si trova in una fase un po' particolare della sua ricerca. In un certo senso non sa bene a che punto si trova.: ha ormai perso ogni punto di riferimento del passato, e non ha forse ben chiaro quale sarà ilpunto d'arrivo. In effetti è questa la situazione che ciclicamente si ripresenta a chi, conseguita una meta parziale, si rimette in cammino.Tuto questo l'abbiamo dedotto dalla fase successiva "vado in una stazione ferroviaria, ma potrebbe anche essere una stazione dei tram".  Se il luogo verso cui deve andare è lontano, deve prendere il treno;  se è vicino, deve prendere il tram: evidentemente, Paola, in questo periodo non conosce bene i luoghi ove l'anima sua s'avventura.   "Sento il bisogno di fare pipì".  Vivendo in una sorta di" attesa itinerante" , la psiche (anima) di Paola sente il bisogno  di liberarsi delle scorie delle astralità ormai metabolizzate e filtrate dai reni della comprensione. Tutto ciò,  contrariamente a quanto  pensa Freud e la sua scuola, viene indicato dal bisogno fisiologico. Quanto un ricercatore si libera delle scorie mentali ed emotive, lo deve fare con tatto e coscientemente. Lo fa, ma solo apparentemente, proiettando su altri quanto di oscuro gli sale dalle profondità di se stesso.  Lo fa sostanzialmente e consciamente, quando nel momento di affioramento, gli nasce un bisogno impellente di  liberarsene lì per lì,nell'istante… senza porta. "Appena finito mi risveglio"    Eliminate le scorie, la sognatrice consegue ul ulteriore risveglio.
Ora ditemi, non questo, un mio sogno, sognato all'interno del sogno di Paola, e letto all'interno del sogno-gruppo?…

 

 

 

Paola 3 b - Natale

Giù in Sicilia, una volta, un'amica mi raccontò il suo dramma: il ragazzo l'aveva lasciata per una  amica di lei. Era disperata. La notte sognai una grande casa con tante stanze vuote e buie. In una di esse vidi la mia amica seduta su una poltrona: aveva il torace trasparente e vedevo un cuore pieno di formiche. Provai tanta tristezza. Le colonne di formiche di Paola mi hanno fatto ricordare questo sogno vecchio di 16 anni.  In questo caso Paola entra in una stanza e vede sulle pareti colonne di formiche, anche il soffitto ne è pieno. Entrando in se stessa la sognatrice vede un "tempio fluido" (colonne  portanti in movimento) che dà vertigine e paura. Il tutto fa pensare ad un blocco di energia lungo i canali sottili, visto che poco dopo Razionalmente si spiega la cosa col distacco da parte di Maurizio, di canaline simili a quelle dei fili elettrici.

 

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