Un sogno di PAOLA


Sono su un balcone, forse di casa mia. Insieme a me c’è una cara amica (spesso nei sogni parlo con persone che, però, non vedo) e le indico un balcone del palazzo di fronte dove ci sono due amici miei e di Maurizio, Salvatore e Chiara, raccomandandole di non farsi vedere mentre li osserviamo. Chiara porta occhiali, forse da sole, con i bordi di colore bianco; mentre racconto qualcosa sul conto di questi due amici, guardando nuovamente verso il balcone di fronte mi accorgo che adesso Chiara porta occhiali bordati di giallo. Cambia scena e Salvatore e Chiara sono con noi, cioè con me, Maurizio e l’altra persona. Salvatore, che nella realtà è un medico, ci deve spiegare qualcosa, e per farlo disegna su un foglio di carta un cerchio, una mezzaluna e altre due figure che non ricordo. Osservandole faccio una battuta: “Per fare questi disegni dove ti sei ispirato, al negozio di erboristeria che sta qui dietro, sulla piazzetta?” Infatti le figure tracciate sul foglio di carta mi sembra proprio che riproducano degli oggetti esposti  in quella erboristeria.
Dimenticavo di dire che è molto che non frequentiamo questi due amici, e che nella seconda parte del sogno ho in mano una piccola scimmia di peluche come portafortuna. Mi viene detto che è brutta. Ribatto che prima era molto carina ma, avendola adoperata per tanto tempo, ho dovuto ricucirla trasformandola un po’.


 

Sogno di Paola  interpretazione di Franca

Paola con un’amica che non “vede”, ma sente (=una parte di se’ ancora non coscientizzata) osserva due amici “di nascosto”: Salvatore (= colui che salva) e Chiara (=luminosa, che fa luce) questi due “amici” sono inerenti a Daath, terzo occhio, Coscienza. Chiara dapprima ha gli occhiali con bordo “bianco”, incolore poi “giallo” il colore relativo alla Sapienza. Questa prima parte riassume il sogno e da’ il tema; le altre due parti lo svolgono. Salvatore (= soter in greco, appellativo di Asclepio, dio della medicina e guaritore) e’ medico nella realta’ e spiega a Paola e Maurizio (componente razionale della sognatrice) “qualcosa”  e per farlo disegna un cerchio, una mezza luna e altre due figure che la sognatrice ha dimenticato. La battuta relativa all’erboristeria (albero) e alla piazzetta (sephirah)  dovrebbero celare l’identita’ delle due figure occultate: se il cerchio simboleggia il Sole (Tiphereth) e la mezza luna e’ la Luna (Yesod) probabilmente le altre due figure potrebbero essere Mercurio (Hod) e Venere (Netzach) cosicche’ verrebbe equilibratamente completato il “mondo Yetziratico” astrale della sognatrice. La terza parte del sogno parla di una “piccola scimmia” sappiamo tutti che la “scimmia” nello zen e’ riferita alla mente comune, alla razionalita’ egoica che si oppone alla Mente, al Tao... Qui Paola si rende conto che la  sua piccola scimmia-portafortuna e’ “brutta” pero’ ha svolto la sua funzione ottimamente per tanto tempo, e  lei l’ha ricucita e trasformata; ora, a colloquio con il Se’ e’ in grado di “tenerla in mano” e quindi di scorgere quella Saggezza che Chiara indossa come occhiali e  che Salvatore le illustra col suo disegno. 


Grazie. F. V.

 

 


Sogno di Paola 6 interpretazione di  Natale

"Sono su un balcone, forse di casa mia. Insieme a me c'è una cara amica (spesso nei sogni parlo con pesone, che, però, non vedo)…"  Nelle poesie del misticismo islamico, spesso il meditante, l'orante, il derviscio danzante esprimono la loro gioia estatica in poesie che parlano di "vino" di "inebriature" e di "gran bevute", alludendo, con tale linguaggio figurato, ad ubriacature da Divino, da Vita, da Energia.  Anche Trilussa spesso parlava di vino e di bevute abbondanti, ma non si riferiva certo ad esperienze mistiche, anche se, a modo suo, riusciva ad osservare l'ubriaco che era in lui e addirittura accompagnarlo  fino a casa. Vale la pena di ricordare una di queste poesie: cito a memoria e certamente storpierò un po’ i suoi bellissimi versi: "Se certe sere bevo troppo, e er vino / me ne fa quarcheduna de le sue, / benché sto solo, me ritrovo in due, / con un me stesso che me vie' vicino / e muro muro m'accompagna a casa, / pe' sfuggì da la gente ficcanasa…".  Mi sono dilungato un po’, perché ho la sensazione che la "cara amica" di Paola è, per dirla con Trilussa, una se stessa che ancora non riesce a vedere, ma che sente. Si direbbe trattarsi di un aspetto della sua persona, che vorrebbe mostrarsi, che spinge affinché la sognatrice ne prenda coscienza, ma che non solo non viene riconosciuta, la si invita persino a rimanere nascosta. Di fatto le vien detto di nascondersi alla vista di due amici suoi che stanno sul balcone di fronte. Si tratta di Salvatore e Chiara, lui è un medico, che nella realtà é amico di Paola e Maurizio. Esaminando ciò che i due rappresentano, forse scopriremo la natura di questa misteriosa amica invisibile ma presente. Un medico che si chiami Salvatore non è altro che un sacerdote camuffato, un meccanico di anime, che, portatore dello Spirito di Verità (Chiara) è in grado di capire subito la natura di tale amica e di spiegarla a Paola. In altri termini, essi rappresentano la Coscienza di chi sogna: è stata posta nell'altro palazzo, lontana, e non solo non ci si mostra a lei senza vesti e senza maschere, ma si riconosce in lei solo una forma di amicizia, come se potesse essere omologata ad uno dei tanti personaggi della personalità di Paola: amica questa e amica quella. Però c'è una differenza, quella la vede. Allora dobbiamo concludere che la sognatrice comincia non solo a sentire, ma anche a "vedere" la coscienza sua. E' un primo passo sulla via della non dualità: se dovesse decidere di farsi vedere "con gli amici" , tali burattini verrebbero smascherati definitivamente per quello che sono, cioè personaggi, molto simili ai sei in cerca d'autore di Pirandello.  Quando ci si affaccia al balcone per la prima volta, le montagne non sono più montagne, perché la consapevolezza di essere, allargandosi fino ad esse, le comprende. Ma tale forma di consapevolezza sta maturando, non è completa, perché sembrerebbe che Paola si soffermi ancora sulla esteriorità dell'esperienza: anziché vedere (con) gli occhi di Chiara (con la chiarezza del puro vedere), posa lo sguardo sulla montatura degli occhiali, che cambia colore, da bianco a giallo, segno evidente che l'esperienza è incompleta. Il tutto viene confermato dalla seconda scena del "film-sogno" Salvatore, attraverso simboli vorrebbe spiegare a Paola la semplicità della chiara consapevolezza, ma lei è distratta (non ricorda due figure). Solo due simboli  le rimangono in mente, un cerchio e una mezza luna, allusione evidente agli occhi fisici. Forse i quattro simboli presi insieme alludevano alla apertura dell'occhio della mente. Il Sé voleva forse dire qualcosa di importante a Paola, ma lei sta attraversando un momento in cui ha deciso di godersi la vita nella maniera più semplice possibile, di fatti sposta il discorso di Salvatore sull'erboristeria, non accettando linguaggio simbolico. A meno che la sognatrice non se lo sia tradotto con simboli più familiari per prendersi gioco di noi, e non è detto che non sia così:  "è molto che non frequentiamo questi due amici" (frequentare in questo caso vuol dire seguirne gli insegnamenti) "e nella seconda parte del sogno ho in mano una piccola scimmia di peluche…che avendola adoperata per tanto tempo, ho dovuto ricucirla trasformandola un po'  " Paola, la sua maschera, la sua persona, la sua personalità l'ha usata, non si è fatta usare, e si è pure accorta della sua caducità, del suo imbruttimento: una maschera che in teatro viene molto usata, e la vita è un teatro, è logora, e se ci si vuole ancora divertire a "giocare", di tanto in tanto occorre ricucirla. 

Grazie. Nat

 

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