Un sogno di ZOE


  Sono dentro una macchina nera, dalla forma d' un taxi inglese, c'è della gente accanto a me che non conosco. E' quasi buio, direi un sogno in bianco e nero. La macchina lascia la strada e monta sul marciapiede, la strada è adesso una laguna con delle acque minacciose, sò che la macchina stà per cadere nell'acqua, quando succede scendo ed è in realtà una pozzanghera. Sono subito in piedi. Trovo una bambina di pochi mesi , figlia dell' amichetta d'infanzia di mia figlia , Edu, che la rifiuta, tanto lei come il suo compagno, perchè non essendo sposati non vogliono avere problemi, (legami). Io adotto la bambina che trovo sia una grande dono, un regalo immenso, sveglia in me un sentimento di pietà e d'affetto. Edu me la chiede in prestito per il week-end, io sicura che me la riporterà le permetto di portarla via.
Mi Sveglio invasa da una grande gioia che mi accompagnerà durante la giornata.

 

Grazie Zoe.

 

 

Interpretazione esoterica

La macchina nera  = e’ il luogo dell’interiorizzazione, della chiusura utile per l’autoanalisi;  la forma del taxi inglese, questa precisazione, indica il desiderio di trovarsi in un “paese diverso” piu’ libero ed emancipato,  in cui l’altro, se c’e’, non “si conosce”. Il sogno in b. n. indica che ancora non si distinguono i colori, l’arcobaleno, che viene dopo la tempesta. Lamacchina esce di strada= percorre un sentiero errato, ma questo serve a far conoscere alla sognatrice che la via che segue e’ tutta laguna, acquea,  via astrale, basata sui sentimenti e puo’ diventare pericolosa, ma basta “scendere” dalla macchina per sapere che si tratta in realta’ di una “pozzanghera”. Questa “presa” di coscienza e’ la bambina di pochi mesi che la sognatrice “trova”. Dal nome Edu (Edvige = batteglia santa) ricaviamo che in via indiretta essa ha vinto una battaglia; indiretta perche’ non e’ la “madre” della bimba, ma la  quasi “nonna”, i genitori, invece non vogliono “legami” e non riconoscono tale figlia, questo si puo’ interpretare come rifiuto dell’autoanalisi ( le acque minacciose sono solo una pozzanghera). Il sogno e’ molto positivo e infatti il risultato e’ “una grande gioia”.

Grazie. F.V.

 

 


Zoe - commento Nat

Fermo restando che noi studiamo i sogni per "guarire" da una sola "malattia" madre di tutte le altre, l'ignoranza di noi e del mondo, azzardando un parallelo con la Psicanalisi, possiamo dire che ognuno di noi è "paziente" ed il gruppo-onirico è"analista".  Ora, in Psicanalisi il primo sogno pare rivesta molta importanza, è una sorta di biglietto da visita del sognatore, che oltre che esibire le credenziali di se stesso, dà la mappa in codice di tutto il percorso che farà nel gruppo. In questo caso Zoe sta  su una macchina oscura tipo taxi inglese: ha aperto lo sportello del  gruppo-taxi ed è entrata. Tale gruppo-onirico è un "contenitore" impersonale pur essendo composto da persone, non c'è un terapeuta con cui interagire, ed assicura a Zoe una certa distanza: andrò dove dico io e non dove il gruppo vorrà. I rapporti fra le persone sono simmetrici, non c'è nessuno che stando seduto su un piedistallo possa "plagiare" con la sua autorità e col suo fascino. C'è solo l'esperienza di tutti, che dopo anni e anni di studio di se stessi, possono far vantare a turno quell'esperienza che possa in qualche modo gestire quelle situazioni a volte esplosive che inevitabilmente si presentano nel corso dello studio. La sognatrice ha già assistito ad alcune riunioni e sa come il gruppo lavora. Col suo sogno ci dice che la sua ricerca insieme con noi non sarà  facile: parla di strada dapprima fangosa, che poi si trasforma in laguna ed infine in pozzanghera. Una ricerca non certo spedita che potrebbe dapprima far "sporcare" le gambe", poi far bagnare (esplodere sentimenti e pensieri), e infine far impantanare. D'altra parte, la stessa prima parte del sogno rivela (e come non potrebbe) l'attuale situazione esistenziale di Zoe relativamente alla ricerca. Entrare in un gruppo, salire su macchine "altrui", taxi incolori e asettici, è  utile ad una condizione, che si sappia "cosa si vuole" e "dove andare". Supponiamo che uno  voglia frequentare una scuola di Yoga. La domanda da porsi è: " perché  voglio far Yoga?". Se la risposta è :"per passatempo e per curiosità", non si è ricercatori; se la risposta è: "per tenersi in forma" ci si ritiene solo corpo; se la risposta è :"per calmare il cuore e la mente", si è davanti alla porta della ricerca; se, in fine, la risposta è: "per conoscere me stesso e cercare l'unione col Tutto", si è un ricercatore, un "paziente" (!).  Fango,  laguna e pozzanghera rivelano una fase di bonaccia nella  ricerca, ma…siamo sicuri di non esserci scordato di issare la vela? A volte giriamo in tondo perché siamo convinti di aver raggiunto il massimo della comprensione di noi stessi e del mondo? Ora è bene sapere che, in questo campo, il massimo non esiste perché tutto muta, pure…l'orizzonte. Ma ecco che nel sogno, a questo punto, appare una bambina, figlia di amici della figlia di Zoe: la sognatrice la vuole adottare: è una piccola vela che può già catturare il vento, è un'intuizione scaturita da qualcosa detta da altri. Spesso, una cosa detta a cui noi diamo importanza, fa scattare in altre persone un'intuizione, e viceversa. Quando Zoe la elaborerà, e la farà completamente sua, quando l'adotterà e la "educherà" secondo i suoi unici, originali, personali criteri, sicuramente arriverà un sogno con strade ben asfaltate e senza fango, e magari Zoe guiderà un'auto sua, per recarsi lì dove ha deciso d'andare. Quanto al nome della bambina, Edu, esso potrebbe derivare da Edvige o Eduina, e quest'ultimo nome vuol dire amica del dominio, della ricchezza e della felicità. E noi auguriamo a Zoe di conseguire le tre cose che valgono quanto tutto l'oro del mondo: il dominio su di sé, indice di vera ricchezza (saggezza) e porta della felicità in questa vita. 

Grazie. N.M.

 

 

Sogno di Zoe: fantasticherie interpretative di Maurizio

La macchina è nera e ha la forma di un taxi inglese. Il ‘taxi’ si chiama così perché è un mezzo sul quale si viene trasportati e per il quale bisogna pagare una ‘tassa’ in denaro. Negli antichi miti il pagare un pedaggio per essere condotti su un oscuro veicolo è in relazione con il momento della morte e, in effetti, un taxi inglese ha qualche somiglianza con i veicoli delle agenzie funebri; il tributo dovuto è, probabilmente, l’abbandono del corpo e degli attaccamenti. Anche nel linguaggio comune la parola trapasso allude ad un recarsi sull’altra sponda per mezzo di un traghetto che oltrepassa un fiume sotterraneo. Questo corso d’acqua è la definitiva separazione fra il mondo dei vivi e quello dei morti. Quando ci si reca sulle sue rive si è circondati da persone sconosciute, con le quali si condivide il destino della transizione ad una diversa condizione di esistenza. Le acque nere dello Stige, o dell’Acheronte, simboleggiano un difficile momento, la crisi della morte, che può travolgere: si ha paura di essere risucchiati nel nulla e nell’indistinto, non si è ancora veramente sicuri della realtà della propria sopravvivenza. Anche nel sogno di Zoe c’è ‘una laguna con acque minacciose’ nella quale si potrebbe cadere, in cui c’è la paura di finire. Il racconto onirico, però, a questo punto cambia le sue tinte fosche e offre una svolta inaspettata: la laguna minacciosa non è che una innocua pozzanghera! Mentre nella prima parte del racconto sogno viene descritta la morte con tutte le terribili incertezze comporta, con il carico di paure e la sensazione della fine, la seconda parte sembra volerne esorcizzare il pathos e l’ineluttabilità: c’è una bambina per la quale la sognatrice prova subito un forte trasporto, tanto da volerla tenere con sé adottandola. Essendo la bimba stata generata da una coetanea della figlia di Zoe, se fosse stata quest’ultima a partorirla, sarebbe la nipote: la successione nonna-figlia-nipote è un simbolo importantissimo di continuità dell’esistenza nell’ordine matrilineare, probabilmente molto più antico di quello patrilineare, risalente a culture ataviche, ai culti delle dee madri, poi assimilati nelle successive tradizioni a predominio maschile e paterno nell’immagine delle dee del fato, delle Parche, eccetera. La donna, in effetti, è il simbolo della vita stessa e della continuità biologica, della stabilità nel tempo e nelle ere al di là di fasi, cicli, mode, culture. Oltre ogni cambiamento e trasformazione, le madri garantiscono la certezza della vita. Mentre tutte le idee sulla sopravvivenza dell’anima o sulla sua fine sono, tutto sommato, speculazioni soggette a mutamento - sembra dire il sogno – più a fondo c’è qualcosa di incrollabile, una verità, una continuità indubitabile dell’esistenza. Anche Zoe significa vita, e la sognatrice - reagendo ad un concetto della morte e del trapasso che non condivide – ne afferma la sacralità intrinseca. Tuttavia, la bambina del sogno non è propriamente figlia della figlia, bensì dell’amichetta di scuola  di questa, cioè connessa con l’Edu-cazione. L’educazione è una sovrastruttura, è un prodotto della mente dell’uomo. Oggi, poi, non favorisce neanche più la saggezza e l’unione dei contrari: semmai è fattore di divisione, come nella coppia del sogno che, pur unita, non può garantire saldezza nel tempo, né una matura responsabilità. Zoe, allora, con il gesto profondamente sentito dell’adozione, si pone in fiero contrasto con i dubbi, la morte, le paure: ricompone il ciclo della successione femminile e riconduce a sé il valore rifiutato dell’esistenza. Diviene, in tal modo, un’incarnazione della grande madre vita.  Non teme più di consegnare la parte di sé stessa ritrovata all’educazione o al pensiero degli uomini: sa che oramai è sua, e non potranno portargliela via. Anche la morte e l’incertezza, non durano che per il limitato spazio di un week-end…

 

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