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        L'occhio del diavolo 
         
  
        
        Questo film degli anni 
        1959-60, considerato come una delle opere minori di Ingmar Bergman, e' 
        invece ricco di spunti di riflessione per un approfondimento spirituale, 
        pur nella gioiosita' e levita' dell'argomento, trattato come "un rondo'", 
        cioe' come un "divertimento". Ecco la trama in sintesi. 
        Satana soffre di un fastidioso orzaiolo ad un occhio (quello destro, per 
        l'esattezza) ne e' causa  la verginita' di una fanciulla, Britt Marie 
        che, pur fidanzata da tempo, e' ancora vergine e tale vuole arrivare al 
        matrimonio.  Questo fatto viene considerato dalla corte infernale un 
        vero affronto e cosi' per provvedere alla bisogna viene mandato sulla 
        terra uno degli ospiti del luogo: Don Giovanni, il famoso seduttore, 
        accompagnato dal fedele Pablo, suo servitore, e da un demonio 
        (travestito a volte da frate, a volte da gatto) come sorvegliante. In un 
        giorno circa Don Giovanni deve convincere la ragazza a tradire il 
        fidanzato Jonas, avra' in cambio scontati trecento anni di pena, pena 
        che consiste nel rivivere continuamente le sue tante avventure amorose 
        senza mai poterle concludere. Don Giovanni e Pablo rivestiti 
        adeguatamente, soccorrono il padre di Britt Marie, un pastore ingenuo, 
        ottimista e sprovveduto, la cui auto si e' bloccata per opera del 
        diavolo; ne ricevono in cambio un invito a pranzo nella canonica. Qui i 
        due conoscono Renata, la moglie del pastore, malaticcia, delusa e 
        insoddisfatta che subito viene adocchiata da Pablo, desideroso anche lui 
        di un'avventura galante, dopo tanti secoli di astinenza e fumo, anche se 
        gli viene proibito assolutamente di agire in tal senso. Don Giovanni 
        corteggia Britt Marie che si lascia facilmente baciare perche' non 
        considera il bacio tradimento, ma anzi un test per il suo amore per 
        Jonas. Intanto Satana scatena un temporale e gli ospiti vengono invitati 
        a restare a cena e a pernottare. A tavola, il diavolo sorvegliante 
        provoca un litigio tra Britt Marie e Jonas che se ne va arrabbiato 
        mentre Don Giovanni  narra la sua storia e la sua morte come se fosse la 
        storia di un altro. Poi tutti si ritirano per dormire, ma nessuno dorme. 
        Pablo riesce a sedurre Renata, che ha tentato inutilmente di avere un 
        rapporto col marito. Il pastore riceve la visita del diavolo che cerca 
        di ingelosirlo raccontandogli il tradimento della moglie, ma ottiene 
        solo di farsi rinchiudere in un armadio; con un diavolo in suo potere il 
        pastore e' convinto di poter ampliare le sue capacita' umane e 
        intellettive ed ha ragione. Don Giovanni con la sua tristezza mortale  
        ha in qualche modo fatto breccia nello scudo difensivo di Britt Marie 
        che ha pieta' di lui. Egli potrebbe davvero sedurla, ma ci rinuncia, 
        perche' se ne  e' innamorato. Nel frattempo il diavolo prigioniero 
        nell'armadio ha convinto il pastore a spiare l'uscita di Pablo dalla 
        camera di Renata e tra i due finalmente avviene una presa di coscienza e 
        il perdono reciproco: potranno cambiare,  ricominciare a vivere, essere 
        diversi. La mattina dopo Don Giovanni ha un ultimo colloquio con Britt 
        Marie, le confessa il suo amore, ma lei, ora cosciente del pericolo 
        corso, gli dice chiaramente di non amarlo. Cosi' la storia finisce con 
        la totale sconfitta dell'inferno: La ragazza e' arrivata al matrimonio 
        vergine, Renata e' diventata una buona moglie, il pastore un conoscitore 
        di anime, Pablo e' riuscito a ribellarsi; il povero Don Giovanni, 
        seduttore sedotto, e' condannato ad un sonno con sogni di Paradiso 
        Terrestre... ma ha conosciuto finalmente l'amore. Unica consolazione per 
        Satana: l'occhio guarisce dall'orzaiolo quando la sposina, dicendo una 
        bugia, rassicura lo sposo di non aver mai baciato nessun altro uomo 
        prima di lui.  
        
          
          
        
        "L'occhio del 
        diavolo" int. cabalistica 
        
        Del mito "Don Giovanni"  (v. 
        Dizionario Universale dei Miti e delle Leggende di A. S. Mercatante ed. 
        Newton) troviamo gia' tracce nel XIV secolo: e' la storia di un 
        libertino spagnolo, appartenente ad una nobile famiglia di Siviglia, che 
        in  duello diede la morte al commendatore Ulloa dopo averne sedotto la 
        figlia; alcuni francescani lo attirarono nel loro convento e lo 
        uccisero, dicendo che era stato trascinato all'inferno dalla statua del 
        commendatore, sepolto nel loro cimitero. Questa storia romanzata fu 
        dapprima rappresentata in teatro in Spagna come El  burlador de 
        Sevilla y convidado de piedra di Tirso de Molina, poi in Francia 
        come commedie di  Dorimon, De  Villiers e Moliere; ma l'opera piu' 
        importante rimane il Don Giovanni di Mozart , con il saggio di 
        Kierkegaard Don Giovanni, la musica di Mozart e l'Eros; 
        ricordiamo anche ilDon Giovanni di Byron, il  Don Juan di 
        R. Strauss e Uomo e superuomo di Show  ecc.. 
        Noi ci domandiamo: come mai tanto successo per un personaggio cosi' 
        "cattivo"? Beh, forse perche' certi "cattivi" piacciono a tutti: agli 
        uomini perche' magari vorrebbero essere anche loro un po' dongiovanni e 
        alle donne ...ad  alcune perche' vorrebbero essere le vittime e ad altre 
        ...perche' vorrebbero vendicare le povere vittime !!  
        Bergman ha assunto i tre punti di vista e ci ha regalato L'occhio del 
        diavolo.   
        Ora andiamo a verificare quello che Umberto Galimberti ci dice di Don 
        Giovanni (v. Dizionario di Psicologia ed. Garzanti): Personaggio 
        della letteratura assurto a simbolo della liberta' sessuale,
        dell'infedelta', dell'amore come impresa della seduzione senza 
        passione, dell'amore non individualizzato che, alla profondita' del 
        rapporto, preferisce l'intensita' del momento.  Espressione dello stato 
        "estetico"che per Soren Kierkeegaard e' quella forma di vita che non 
        conosce la ripetizione e percio' si esprime nell'irripetitivita' 
        dell'istante, Don Giovanni e' stato considerato dal punto di vista 
        psicoanalitico, come l'espressione di un ipersessualita', motivata 
        dall'esigenza di contrastare sentimenti di inferiorita' attraverso 
        continue dimostrazioni di successi erotici. 
        Il tipo Don Giovanni, a parere di O. Fenichel,(1897-1946) non e' 
        realmente interessato alla donna, ma la utilizza come strumento di 
        soddisfazione dei propri bisogni narcisistici, e la sua ipersessualita' 
        e' solo una difesa contro tendenze omosessuali inconsce. 
        Aldo Carotenuto  (v. Riti e Miti della Seduzione ed. Bompiani) ci 
        da' ancora un ulteriore sfaccettatura del mito: ...La psicologia 
        analitica junghiana considera il dongiovannismo come uno dei possibili 
        effetti del complesso materno, accanto all'omosessualita' e 
        all'impotenza. Nell'omosessualita' la componente eterosessuale e' 
        fissata in forma inconscia alla madre, laddove nel dongiovannismo il 
        figlio cerca inconsciamente la madre in ogni donna... Altri psicologi 
        del profondo affermano che il comportamento di Don Giovanni sia 
        spiegabile alla luce di un complesso edipico irrisolto. Don Giovanni 
        cerca sua madre in ogni donna e non riesce a trovarla. Il complesso 
        edipico di questo seduttore sarebbe strutturato su una serie di bisogni 
        narcisistici irrisolti, tra i quali il bisogno di incorporare l'oggetto 
        amato.... La coloritura sadica del comportamento dongiovannesco, questo 
        sedurre con l'inganno e abbandonare senza rimorsi, la qualita' di 
        "prede" che posseggono le fanciulle sedotte, il loro essere assaporate, 
        consumate e presto sostituite, la fame insaziabile del protagonista, 
        sono tutti elementi che si prestano, sempre con un modello analitico, a 
        una interpretazione basata sui modelli dell'incorporazione sadica e del 
        narcisismo irrisolto.  
        Ora che ci siamo fatti un'idea di quello che significa Don Giovanni 
        in genere, passiamo al Don Giovanni di Bergman e alla ns/ 
        interpretazione particolare. 
        
         Personaggi: Narratore 
        (Ingmar = Igor =Gregorio = sveglio) = Daath 
        
                            Pastore = 
        guida di anime = mentale 
        
                            Renata = 
        rinata a nuova vita = astrale 
        
                            Jonas = 
        Giona = colomba = simbolo di pace = Tiphereth 
        
                            Britt 
        Marie = Brigitte = alta, forte, feconda; Marie = amata da Dio = Malkuth,  
         
                    
        Malkah 
        
                            Pablo = 
        Paolo = piccolo, mancante = astrale nero 
        
                            Don 
        Giovanni = Don = coraggioso; Giovanni = dono di Dio = Tipherth capovolto 
        
                            Satana, 
        diavolo = avversario, ostacolo = mentale nero. 
        
        Consideriamo come al solito 
        tutti i personaggi come aspetti dell'anima di Bergman e lo svolgersi 
        della storia come un  iter evolutivo che, partendo da uno stato di 
        malessere, conduce ad uno stato di benessere attraverso un percorso 
        iniziatico che trasforma l'autore del racconto, in questo caso del film, 
        nella sua interiorita' e che gli permette di "fare anima", cioe' di 
        crescere spiritualmente e di far crescere insieme a lui chi con lui o 
        partendo da lui, amplifica il Mito o l'Archetipo preso in esame. 
        Il narratore (l'attore Bjornstrand = giorno strano = giorno diverso = 
        nuovo giorno) presenta la commedia al pubblico;  e' la Voce, il 
        Testimone dello stesso regista che, in modo scherzoso e assai gradevole, 
        affronta questo tema del Don Giovanni: egli rivisita il mito a suo modo, 
        dandogli un seguito ultraterreno, che pur non  mutandolo nella sostanza, 
        altrimenti il mito non sarebbe piu' lo stesso, pero' lo "redime" di 
        fatto e quindi lo rinnova. La situazione di partenza e' una situazione 
        di disagio all'inferno. Tutti noi abbiamo il ns/ inferno personale, ma 
        qui l'inferno di Bergman e' particolarmente intrigante: l'occhio di 
        Satana, a cui abbiamo attribuito, al solito, il mentale capovolto, nero, 
        dell'Albero cabalistico, ha un orzaiolo. 
        Il "male" del male e' il "bene", vuol dire che una buona qualita', una 
        virtu' si sta sviluppando nell'individuo. Infatti e' la purezza di Britt 
        Marie a produrre il fastidioso foruncolo all'Avversario. 
        Avendo attribuito a B. Marie il piano fisico o Assianico e quindi il 
        significato di Malkuth, il Regno,  nella sua corrispondenza con Malkah, 
        la Sposa, la natura umana, (sposa del Cristo, della Coscienza, Daath), 
        la sua "purezza" non puo' che dare un tremendo fastidio al signore dei 
        vizi, che mette in moto tutta la sua corte, cioe' tutti i peggiori 
        istinti della personalita' per "violare" B. Marie. Don Giovanni (= dono 
        di Dio al bianco, castigo di Dio al nero), a cui abbiamo attribuito il 
        Tiphereth (= la Bellezza ) capovolto e' ovviamente il peggior nemico di 
        Jonas, il Tiphereth bianco, l'Amore puro, il fidanzato di B. Marie. Don 
        Giovanni viene mandato sulla terra per compiere il misfatto dopo essere 
        stato istruito a dovere sulle modalita' d'uso per compierlo, con l'aiuto 
        di Pablo, astrale nero, e di un diavolo custode, mentale nero, per 
        "operare" cioe' col cattivo sentimento e col cattivo pensiero. Ma quella 
        che il povero "Don Giovanni" deve affrontare  e' una natura umana figlia 
        di un "pastore" buono, generoso, certo ingenuo ma "puro" che al momento 
        opportuno sa come "chiudere il diavolo nell'armadio" e porlo al suo 
        servizio, cioe' usare l'energia del mentale nero: farlo "parlare" per 
        conoscere la verita' e poi agire di testa sua nel modo giusto. Certo 
        Renata (astrale bianco) cede alle lusinghe di Pablo, ma solo per pieta' 
        e per svegliare dal torpore, che lo rende troppo ingenuo, il marito; e 
        cosi' B. Marie solo per pieta' e non per lussuria e' disposta a darsi a 
        Don Giovanni: questo per lui e' inammissibile e scioccante. Il primo 
        bacio di lei e' provocatorio (mai nessuna aveva burlato Don Giovanni, il 
        seduttore) il secondo gli e' fatale, lo fa innamorare...Nello spazio 
        tempo di un giorno terrestre l'inferno riceve una sonora sconfitta, solo 
        la bugia di B. Marie salva Satana dal disonore. Ma si sa nel mondo della 
        manifestazione il tutto bianco conserva il suo punto nero e il gioco 
        ricomincia.... 
          
        
        Grazie. F. V. 
         
  
        
         Albero cabalistico  
        "L'occhio del diavolo" 
         
          
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