Cosi' e'
(se vi pare)
Interpretazione
Cabalistica Il
Signor Ponza, sua moglie e la suocera, la Signora Frola si sono
trasferiti, dopo un terremoto che ha sterminato la popolazione del
paesino del sud dove vivevano, in una cittadina provinciale pettegola e
morbosamente curiosa. Il comportamento dei tre forestieri e’, a dir
poco, strano: il Signor Ponza ha affittato un appartamentino
all’ultimo piano di un caseggiato popolare per la moglie, che tiene
chiusa a chiave, e un quartierino elegante per la suocera che egli va a
trovare tutti i giorni. Questa abitazione e’ contigua
a quella del Consigliere della cittadina e “la gente” (a
cominciare dalla moglie e dalla figlia del Consigliere e dai loro
amici e conoscenti) si chiede con curiosita’ esasperata come e
perche’ la madre non possa andare liberamente a trovare la figlia, ma
solo vederla da lontano, e perche’ quest’ultima non esca mai di
casa. Dai vari dialoghi della commedia tra i curiosi, la signora Frola e
il genero si delineano due possibilita’: o lui e’ malato di mente,
ossessionato dalla gelosia per la moglie, o la suocera e’ pazza e
crede sua figlia la moglie
del genero, mentre invece questa e’ solo la seconda moglie, essendo la
prima morta. I pettegoli, ruotando intorno alla prefettura, vorrebbero
vedere le “carte”, i certificati
di morte e di matrimonio, ma
i documenti ufficiali sono andati perduti nel terremoto e la
verita’ non salta fuori. Unico tra tutti che non si unisce al coro dei
pettegoli impiccioni e’ il fratello della moglie del Consigliere,
Lamberto Laudisi, il solo che sa della “relativita`” della
realta’ legata alle persone, al loro modo soggettivo di pensare e di
comportarsi; Lamberto si diverte (e ci fa divertire) a stuzzicare i suoi
stessi parenti e i loro ospiti, esasperando la loro ridicola pretesa di “diritto a conoscere” i fatti altrui. Ma alla fine la
curiosita’ generale rimarra’ insoddisfatta. Chiamata a rendere conto
di chi essa “veramente” sia, la Signora Ponza, vestita di nero e
velata dira’: “Io sono si’ la figlia della Signora Frola
- e la seconda moglie del Signor
Ponza –si’; e per me nessuna! Nessuna! Io sono colei che mi
si crede”.
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